Gesù gridò a gran voce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Matteo 27:46
Lo scrittore russo Fyodor Dostoevskij disse una volta: “Il grado di civilizzazione di una società può essere valutato entrando nelle sue prigioni”. Con questo in mente, leggo un articolo dal titolo: “Classifica delle 8 prigioni più letali al mondo”. In una di queste prigioni, ciascun prigioniero vive in totale isolamento.
Siamo stati creati per vivere con rapporti sociali e in comunità, non in isolamento. Per questo la condanna all’isolamento è una punizione molto severa.
L’agonia dell’isolamento è esattamente ciò che Cristo soffrì quando la Sua eterna relazione col Padre fu interrotta sulla croce. Ce ne accorgiamo dal Suo grido, riportato in Matteo 27:46: “E, verso l’ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?», cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»” Mentre soffriva e moriva sotto il peso dei nostri peccati, Cristo rimase improvvisamente solo, abbandonato, isolato, tagliato fuori dalla relazione col Padre. Eppure il Suo isolamento ci ha assicurato questa promessa del Padre: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5).
Cristo ha sopportato l’agonia e l’abbandono della croce per noi, in modo che noi non dobbiamo mai sentirci soli o abbandonati dal nostro Dio. Mai.
Padre, grazie per avermi dato il privilegio di essere Tuo figlio. Ti sarò eternamente grato per il prezzo che Gesù ha pagato per rendere possibile questa relazione. Grazie per la promessa che Tu non mi abbandonerai mai.
Coloro che conoscono Gesù non sono mai soli.
Da Bill Crowder | ilnostropanequotidiano.org
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