In Italia ci sono dei musulmani che picchiano mogli e figlie se disobbediscono a ciò che Allah prescrive nel Corano. Dobbiamo esigere che dentro casa nostra si comportano come sono tenuti a comportarsi tutti i cittadini.
Cari amici, a Bologna un giovane marocchino di 33 anni è stato arrestato perché picchiava violentemente e regolarmente la sorella di 24 anni convinto che così facendo la educava a comportarsi bene. La sorella si è ribellata dopo aver ricevuto un calcio in faccia che le ha provocato la frattura del setto nasale e la perdita di sangue. Ha chiamato il 113 e i poliziotti lo hanno arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
Il giovane è reo-confesso. Ha ammesso che picchiava la sorella a scopo educativo. Ha detto che se potesse continuerà a picchiare la sorella, perché le botte sarebbero un modo per educarla. È convinto che lei torna a casa tardi perché si prostituisce, mentre la sorella fa la cameriera e osserva gli orari dei ristoranti. La ragazza lo aveva denunciato lo scorso settembre evidenziando che il fratello fa uso di stupefacenti e ciò lo rende ancor più violento. Gli agenti hanno sentito anche la madre dei ragazzi, che ha raccontato di non essersi mai accorta dei maltrattamenti.
Se, da un lato, è sconvolgente il fatto che la madre neghi il fatto che la figlia subisse delle violenze che lasciano segni manifesti sul suo volto e sul suo corpo pur di scagionare il figlio, dall’altro dobbiamo tenere presente che anche la madre implicitamente condivide l’operato del figlio perché ciò è quanto Allah prescrive nel Corano. Il fatto che il figlio sia un tossicodipendente e che la droga lo renda ancor più violento, non spiega perché questa violenza fosse indirizzata solo alla sorella con la consapevole giustificazione che attraverso le botte lui la educa a comportarsi bene, ovvero a ottemperare a ciò che Allah prescrive nel Corano.
Nel versetto 34 della Sura 4 del Corano, prima si afferma che le donne sono antropologicamente inferiori agli uomini per volontà di Allah, poi si legittima il fatto che l’uomo può picchiare la donna preventivamente “se teme l’insubordinazione”. Non è necessario che la donna si comporti in modo insubordinato, l’uomo può picchiarla se teme la sua insubordinazione.
“Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono per esse i loro beni. Le donne virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande”. (4, 34)
Cari amici, è del tutto evidente che ciò che Allah prescrive nel Corano è del tutto incompatibile con le nostre leggi laiche, con le regole su cui si fonda la civile convivenza, con i valori che sostanziano la nostra civiltà tra cui spiccano la sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta individuale. È chiaro che lo Stato deve correre ai ripari prevenendo che in Italia i musulmani picchino o talvolta uccidano le mogli e le figlie solo perché non si sottomettono a ciò che Allah prescrive nel Corano. Dobbiamo rivedere le norme di accesso al territorio nazionale, assicurando che tutti coloro che entrano si comportano né più né meno di come sono tenuti a comportarsi tutti i cittadini. Abbiamo il dovere di farlo per salvaguardare il nostro legittimo diritto e dovere di essere pienamente noi stessi dentro casa nostra, e di tramandare ai nostri figli un’Italia dove il loro diritto alla vita, dignità e libertà non venga mai leso.
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