La «laicità» alias laicismo della Francia? Solo uno strumento, con cui contrastare presenza e attività della Chiesa Cristiana nella République. Nient’altro. Tant’è vero che tutto cambia, quando viceversa in ballo vi sia l’islam. E’ quanto emerge chiaramente dagli ultimi fatti di cronaca.
Per una moschea si è disposti a tutto Oltralpe, anche a dimenticare quella legge liberticida del 1905, tuttora in vigore, legge che di fatto vieta qualsiasi tipo di sovvenzione a qualsiasi culto. Lo ha rivelato l’articolo firmato da Jean-Christophe Moreau ed apparso su Le Figaro dello scorso 21 marzo. Vi si legge: «Quando si tratta di islam, qualunque scrupolo di neutralità lascia posto ad un evidente attivismo municipale. Su circa 190 luoghi di culto musulmani in progetto (o inaugurati dopo il 2011), 114 cantieri sono stati resi possibili grazie alla cessione di terreni comunali», indipendentemente dal colore politico dell’amministrazione (con l’unica eccezione delFront National).
Ma non basta: un senatore dell’Ump, Jacques Legendre, è giunto a proporre di sostituire il francese con l’arabo nelle scuole “islamizzate”, quelle cioè ove la maggioranza degli alunni padroneggi solo la lingua del Paese d’origine, anziché quella d’Oltralpe. Ma il Senato francese non è nuovo a simili bizzarrie: ha ridato, ad esempio, ai Comuni la possibilità di finanziare la realizzazione di centri culturali islamici, che spesso sono, in realtà, moschee camuffate, ambienti per lo più legati ai Fratelli Musulmani. Ai quali non ha fatto mistero di assicurare il proprio sostegno Hichame Abderrezak, che si dà il caso sia stato candidato del Fronte di Sinistra alle ultime Dipartimentali, oltre a ricoprire il ruolo di portavoce della moschea Luce e Pietà, gestita dall’associazione ImanoPaix, di cui lui è peraltro consigliere d’amministrazione. Insomma, una commistione di politica e islam quanto meno imbarazzante…
Tuttavia una commistione non isolata. Tanto che nel corso di un’intervista sull’emittente I-Télé, il deputato socialista Razzy Hammadi, dopo gli attentati di Parigi, ha pubblicamente criticato la «codardia» ed i mezzucci, cui ricorrono molti, troppi eletti locali della “Sinistra plurale”, disposti a far costruire sui propri territori moschee in cambio dei voti della comunità musulmana. Tranciante anche il giudizio dell’on. Malek Boutih, pure socialista: in un’intervista a Le Point, ha denunciato l’«elettoralismo» di quei politici locali «corrotti, scesi a patti con vandali, gangsters, salafiti» e quelli che chiama gli «islamo-nazisti».
Un quadro davvero inquietante. In un contesto di questo tipo anche la vicenda di Charlie Hebdo acquista un altro sapore. Decisamente un altro sapore, alquanto amaro. Chi ha seminato vento, ha raccolto tempesta. Ma pare che la lezione, nella Francia cristianofobica e filoislamica, non sia stata ancora capita…
Tratto da: http://www.nocristianofobia.org/
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