Ma la mia fede è fondata sulla verità?

perplessoHo sentito più e più volte rivolgere una domanda da persone dubbiose o addirittura riluttanti rispetto all’Evangelo: “Come fai ad essere sicuro che tu la tua fede sia fondata sulla verità?”.
Questa è una domanda molto difficile, alla quale è impossibile rispondere con argomenti di umana e razionale dimostrazione. Certo, nella Bibbia vi sono molti elementi anche per “sorprendere” una persona che non ha ancora conosciuto Cristo: profezie adempiute, evidenze scientifiche ed archeologiche solide e dimostrabili, ma credo che ciò non può essere abbastanza. Forse tali verità umanamente verificabili avranno attirato l’interesse di molte persone, ma credo che non sia questo che possa accendere e far avviare il vero “motore” della Fede.
Troppo spesso, ahinoi!, queste prove tangibili sono per le persone che non conoscono Cristo come uno spettacolo di fuochi d’artificio: bello, emozionante, avvincente e presto dimenticato.
Depenniamo quindi dall’elenco ciò che si può spiegare umanamente, ciò che possiamo vedere, sentire e toccare.

Come abbiamo quindi noi credenti questa certezza?

Vi è un gap incolmabile dall’uomo, una specie di abisso fra noi e la dimostrazione della Verità, che può essere vinto solo da una sana Fede e fiducia, un sincero pentirsi, fidarsi e affidarsi a Cristo, prenderLo per mano, essere disposti a conoscerLo personalmente e a seguirLo in un percorso che ancora non conosciamo.
Questo lungo concetto si sintetizza in una parola: conversione.
Che cos’è la conversione a Cristo? Potremmo partire dicendo cosa NON è:

Anch’io, fratelli, quando venni da voi, non venni con eccellenza di parola o di sapienza, annunziandovi la testimonianza di Dio, perché mi ero proposto di non sapere fra voi altro, se non Gesù Cristo e lui crocifisso. Così io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore. La mia parola e la mia predicazione non consistettero in parole persuasive di umana sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio (1Corinzi 2:1-5).

Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attira, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno(Giovanni 6:44).

Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere (1Corinzi 3:6).

Alla luce di questi versi della Bibbia, possiamo dire che la conversione a Cristo:

– NON E’ qualcosa che proviene dalla capacità di convincimento di chi evangelizza
– NON E’ una scelta razionale di chi viene evangelizzato
– NON E’ un’accettazione passiva di un concetto che si ritiene razionalmente verosimile
– NON E’ una parziale simpatia per Gesù e parte del Suo insegnamento

Ugualmente alla luce dei versi più sopra riportati, possiamo dire che la conversione a Cristo:
– E’ un’opera di Dio nella vita dell’uomo
– E’ un fidarsi di Dio oltre ogni spiegazione umana

Chi ha sperimentato la conversione ha fatto un’esperienza di Salvezza con Gesù, ricevendo la Fede e percependo la Sua presenza quotidiana e la Sua guida, le Sue benedizioni e la conseguente veridicità della Sua Parola.

Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono; infatti per mezzo di essa gli antichi ricevettero testimonianza. Per fede intendiamo che l’universo è stato formato per mezzo della parola di Dio, sì che le cose che si vedono non vennero all’esistenza da cose apparenti (Ebrei 11:1-3).

Ritornando al principio del nostro discorso, alla luce di questo verso, possiamo affermare che noi abbiamo convinzione che la nostra Fede sia fondata sulla Verità a causa della Fede stessa, che colma pienamente e perfettamente il gap, l’abisso di dubbio, incertezza e inspiegabilità di cui parlammo precedentemente, che affligge chi pone quel tipo di domanda.
Per Fede abbiamo la solida certezza di ciò che speriamo e non vediamo, ciò di cui ci parla la Parola di Dio.
Ma allora, concludendo, quale sarebbe la mia risposta alla domanda iniziale di questo scritto?
Credo che direi che non lo posso spiegare a parole, che qualsiasi prova non basterebbe, direi che c’è bisogno di toccare con mano la Grazia di Dio, e che se uno ha la volontà e l’umiltà di fidarsi di Gesù, anche lui o lei in breve tempo avrà la certezza e la risposta alla sua domanda.
Direi: “Se solo tu avessi sperimentato ciò che io e i miei fratelli e sorelle in tutto il mondo abbiamo sperimentato, allora non avresti alcun dubbio. La certezza sta dietro l’angolo, sta a te aprire le braccia a Gesù. Ma fino a quando non farai questo passo, questa esperienza, non potrò spiegartelo, e fino ad allora tu non lo potrai capire”.
Ma la questione non è ancora del tutto risolta.
Pensiamoci su: quale grande bisogno esprime questa domanda molto spesso posta a chi annuncia Gesù?
Viviamo in una società permeata ad ogni livello da un relativismo estremizzato ed esasperato, siamo convinti che tutto vada bene fino a quando non intacchi la vita degli altri, persino assumere droghe viene considerato un gesto di legittima libertà.
L’uomo diventa giudice di sè stesso e nessuno può disquisire sulle sue convinzioni nè mettergli alcun limite o regola, va bene tutto e il contrario di tutto, perchè nessuno può giudicare: abbiamo torto e ragione tutti allo stesso tempo.
Abbiamo creduto senza chiedere perchè e per come a dottrine malvagie e superstizioni: malocchio, gatti neri, cartomanzia, adorazione degli angeli e quant’altro, perchè? Perchè nessuna di queste ha mai messo a nudo quanto siamo marci dentro e quanto abbiamo bisogno di cambiare. Nessuna di queste cose ci ha “scomodato”, costringendoci a scendere dal piedistallo dove ci siamo posti, semplicemente le abbiamo scelte perchè ci fanno comodo.
Qualcuno può spiegarmi in che modo un gatto nero che vi attraversa la strada o incontrare un carro funebre mentre si guida possa portarvi “iella”? Non lo potete spiegare, eppure moltissimi di voi credono in questo. E sicuramente, parlo a chi ci crede, non avete avuto un attimo di esitazione a fare vostra questa convinzione superstiziosa.
Per cose del genere siete disposti a ricorrere a spiegazioni metafisiche che mettono in gioco forze spirituali invisibili di varia natura, ma poi quando vi annunciano che vi è un Regno invisibile che appartiene a Cristo, diventate tutt’ad un tratto strettamente materialisti, perchè questa è per voi una verità troppo scomoda: “Cristo potrebbe ordinarmi di cambiare le mie abitudini, di rivedere i miei desideri e le mie priorità nella vita, è davvero troppo scomodo, ho troppa paura”.
Ciò che noto sempre di più nel mondo è anche una dilagante tendenza ad alienare Cristo dal Suo ruolo di Figlio di Dio e Salvatore in cui credere per ottenere la salvezza e il perdono dei peccati, e farne un semplice filosofo della filantropia o del cosiddetto “amore universale”.
A tutti quelli che credono che Gesù fosse un teorico o un filosofo, che ha esposto una filosofia come un’altra per relazionarsi con il prossimo, dico: vi state ingannando, il mondo vi sta ingannando.
Gesù non solo disse di amare il prossimo come noi stessi, ma fece precedere questo comandamento da uno almeno ugualmente importante: amare Dio con tutto noi stessi.
Ma cosa significa realmente amare Dio? La Sua Parola ce lo dice chiaramente:

Gesù rispose e gli disse: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che udite non è mia, ma del Padre che mi ha mandato” (Giovanni 14:23-24).

L’amore per Dio non è una vaga simpatia o stima o ammirazione, l’amore per Dio è qualcosa che cambia ogni area della nostra vita.
Ciò che non afferriamo è che ogni modo di pensare mondano è figlio del suo tempo, si modifica nel tempo e manca quindi di consistenza. E’ un qualcosa che non fai in tempo ad afferrare che è già obsoleto, superato, sorpassato.
I vostri figli la penseranno diversamente, così i loro figli da essi, proprio come un’automobile nuova di zecca che si svaluta in fretta, e tutti a correre dietro alla nuova auto di grido per non rimanere indietro, per non essere chiamati retrogradi e oscurantisti.
Sempre più persone non capiscono che se fossero nate due secoli fa o più, il loro modo di pensare sarebbe stato diametralmente opposto a quello attuale, in quanto ciò che è del mondo è sempre stato, è, e sempre sarà figlio del suo tempo.
Che si condivida o meno Cristo e tutta la scala di valori etici e morali che Cristo porta con Sè, chi legge darà atto a noi che Lo seguiamo che la “mentalità” (seppur restrittivo come termine) che ci contraddistingue e che traiamo dalla Sua Parola è rimasta uguale per più di duemila anni, e credo che ogni vero seguace di Cristo non ha intenzione di deviare nè a destra nè a sinistra dal sentiero da Lui tracciato.
Le correnti di pensiero mondano vanno e vengono, così le mode e le tendenze, ma Cristo resta.

Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno (Ebrei 13:8).

(articolo di Manuel Smeriglio)

da: Amicib.org/

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