La paletta del poliziotto sventolava freneticamente, incoraggiando il traffico a passare velocemente sul tratto di strada ancora aperta per poco. Il ponte in questione era vecchio, e con l’acqua del fiume che si alzava di livello a causa delle recenti piogge abbondanti più su in montagna, in pochi minuti sarebbe diventato inagibile e pericoloso per le vetture.
Tutti rallentavano per vedere l’acqua schiumosa e violenta che passava sotto le loro ruote, qualcuno per filmare il “ballo” energetico delle forze dell’ordine, che cercavano a tutti i costi di far sbrigare gli autisti ignari della possibile tragedia in agguato.
“E’ meglio per tutti se questa gente si sveglia un pochino e segue il consiglio degli agenti!” disse mia moglie con voce agitata e le nocche bianche delle mani che stringevano la maniglia della portiera pronta a saltare giù dalla macchina.
“Ma secondo te è un consiglio la loro, o è un comando all’ubbidienza?” le risposi sorridendo, mentre guardavo un volontario della protezione civile con un fischietto in bocca e le guance viola dallo sforzo continuo nel dare l’allarme…
Passammo il pericolo e ci fermammo a 20 km di distanza in una baita pittoresca con grandi vasi in legno pieni di fiori multicolori per un gelato e riprenderci dallo spavento.
“Ma papà, cos’è la differenza tra un consiglio ed un comando?” disse all’improvviso il piccolo della famiglia che spesso faceva finta di vivere in una galassia parallela alla nostra ma non perdeva una virgola di quello che mamma e papà dicevano, (specie in macchina)…
“La differenza è come mamma e papà”, rispose il grande, mentre cercava di non far gocciolare un cono stracolmo di pistacchio e nocciola sul suo cellulare, “Mamma ci consiglia di studiare e papà ci comanda di andare a letto a quell’ora!”
Ridemmo tutti a squarcia gola a parte il piccolo che mi guardava infastidito, come se volesse capire qualcosa in più.
“Un comando ha due esiti” gli dissi, “l’ubbidienza o la disubbidienza, mentre un consiglio si può seguire o meno, ma l’esito non è detto, può essere giusto o sbagliato in ambedue i casi.”
Avevo la loro attenzione, (incluso l’interesse di mia moglie nel come me la sarei cavata), così continuai: “ Quando Gesù dice ad alta voce alla bambina di Iairo: “Bambina alzati!”, era un consiglio o un comando? Quando subito dopo che risuscitò la bimba e Gesù disse di darle da mangiare, era un consiglio o un comando? Quando i genitori della bambina rimasero sbalorditi, e Gesù gli disse di non dire a nessuno quello che era avvenuto, era un comando o un consiglio?” (Luca 8:54-56).
“Per tre volte comanda!” disse il grande che in un attimo aveva controllato il passo di Scrittura nel cellulare… “Giusto” gli risposi un po sorpreso dalla dimestichezza tecnologica e maneggevolezza dell’apposito app. della bibbia… “adesso vi faccio un altra domanda; Dio nella Sua Parola ci consiglia o ci comanda?”
Ormai il piccolo aveva capito ciò che voleva capire ed aveva già inserito le cuffie nelle profondità delle orecchie e ad occhi chiusi ascoltava un fastidiosissima diarrea verbale di qualche rapper del momento, ignorandomi completamente. Il grande invece ma ha mollato perché nel giro di 5 minuti era indietro di 60 messaggi Whatsup nei suoi vari gruppi sociali d’appartenenza…
“Secondo me Dio ci consiglia” mi disse mia moglie, mentre imboccavamo di nuovo la strada per rientrare a casa.“ Lui ci consiglia attraverso la Sua Parola, ma poi sta a noi seguire i Suoi consigli”…
“Quando Dio dice sia la luce, e la luce fu, (Genesi 1:3), era un consiglio questo?” gli chiesi…
“E quando Mosè scese dal monte, tornò con 2 tavole ed i 10 consigli?” aggiunsi…
“Ma è diverso!” replicò mia moglie guardandomi dritto nei peletti dell’orecchia destra, (perché non osavo girarmi e guardare lei, sai, quando si parla di comandi, a nessuno piace)…
“Sembra diverso, ma non lo è,” dissi, “sembrano consigli perché conosci ed ami il Signore, e sai che i Suoi comandi sono in amore e così non ti sembrano neanche comandi, (1 Gv 5:3).”
“Sarà per quello”, mi rispose poco convinta, guardando le luci della città nella valle sotto di noi…
“Ogni comando di Dio, ha una promessa abbinata,” continuai, “se ci pensi ai 10 comandamenti, la promessa nell’ubbidienza è di essere un tesoro particolare per Dio, un regno di sacerdoti ed una nazione santa. (Gen 19:5,6). Quando Gesù per tre volte spiega: Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre… un comando, una promessa”… (Gv 14:15,16).
“E’ vero!” mi rispose mia moglie, “Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui!” aggiunse… (Gv 14:21).
“Quando Gesù dice” (dissi io), “Se uno mi ama, osserverà la mia Parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui… (Gv 14:23)… ecco la promessa bellissima abbinata, ed è per questo che un comando in amore, non è gravoso… “
“Oh babbo! Guarda che mi hai promesso di guidare!” interruppe il grande… “e a me hai promesso il kebab” aggiunse il piccolo, (tutti e due avevano seguito il discorso seduti in silenzio dietro)… “Ogni comando ha una promessa!” ci ricordarono in unisono, “tu ci comandi dalla mattina alla sera, così adesso ci toccano le promesse!”…
Ci fermammo da Gino per prendere i kebab, e mentre mia moglie era col piccolo nel negozio aspettando quella delizia nella piadina, il grande faceva pratica alla guida nei parcheggi con me, felice come Hamilton a Monza in giornata di gara…
“Anche per voi c’è la promessa nell’ubbidienza al comandamento di onorare tuo padre e tua madre”, ricordai ai ragazzi mentre un odore incredibile riempiva l’abitacolo proveniente dal pacco regalo di Gino nel cofano… “onora tuo padre e tua madre, affinché tu sia felice e abbia lunga vita sulla terra!” (Ef 6:3).
“E voi padri non irritate i vostri figli!” aggiunse il grande leggendo il versetto successivo, (facendo attenzione a fermarsi prima di citare il resto) notando in anticipo una parola scomoda, “disciplina”, una parola che a piccoli e grandi entrambi, ha sempre dato un po fastidio, ma è così… la disciplina si impara e s’insegna attraverso dei comandi ben specifici…
A casa dopo aver mangiato insieme, meditavo su i discorsi in famiglia.
Gesù dice a coloro che lo seguivano: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio.” (Gv 15:12-15).
Anche se il discepolo è un servo, Gesù ci chiama amici, perché la Sua autorità dietro al comando è completo, (non come un dittatore che comanda per gli interessi propri, egoistici e manipolatrici), ma Gesù ha dato prova dell’amore che ha verso di noi, morendo sulla croce per noi quando eravamo ancora suoi nemici. Questo è la differenza del comando di Dio nella Sua Parola verso di noi, ed il comando di qualcun altro. Se qualcun altro ci dicesse “siete miei amici, se fate le cose che io vi comando”, sembrerebbe un ricatto, ma il credente sa che non è così perché Gesù ha provato l’amore che ha per noi, donando la Sua vita in sacrificio, come anche il Padre ha provato il Suo immenso amore verso un umanità perduta, donandoci ciò che aveva di più prezioso; Suo figlio…
Questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. (1 Gv 5:3)… Dio non consiglia, Dio comanda, ed inizia sempre con:
Ravvedetevi dunque e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati, e perché vengano dei tempi di refrigerio dalla presenza del Signore… (Comando, promessa)… Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo… (Comando, promessa)… (Atti 3:19,20/2:38).
Ora, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, Dio comanda a tutti gli uomini e dappertutto che si ravvedano. Poiché egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di quell’uomo che egli ha stabilito; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti. (Atti 17:30,31).
Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; (Peccare non è altro che la disubbidienza ai Suoi comandi), e se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è l’espiazione per i nostri peccati; e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
E da questo sappiamo che l’abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Io l’ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui. Ma chi osserva la sua parola, l’amore di Dio in lui è perfetto. Da questo conosciamo che siamo in lui. Chi dice di dimorare in lui, deve camminare anch’egli come camminò lui. (1 Gv 2:1-6).
Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non perderti d’animo quando sei da lui ripreso, perché il Signore corregge chi ama e flagella ogni figlio che gradisce». Se voi sostenete la correzione, Dio vi tratta come figli; qual è infatti il figlio che il padre non corregga? Ogni correzione infatti, sul momento, non sembra essere motivo di gioia, ma di tristezza; dopo però rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati esercitati per mezzo suo. (Eb 12:5-7,11).
“Grazie papà per una bellissima giornata”, mi disse il piccolo che mi abbracciava quella notte dal suo letto… “mi piace come comandi la mamma, però alla fine sei tu quello che fai come ti dice lei…”
Ah questi ragazzi pensai, non gli scappa niente… “Quello è un altra storia” gli dissi baciandolo sulla fronte, “e te lo spiego un altro giorno!”…
Sander Steall | Notiziecristiane.com
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