Dio stava per introdurre il popolo di Israele nella Terra Promessa quando, tra le varie e significative direttive da consegnare come testamento in questa sorta di donazione, Egli avverte con fare perentorio:
“Non vi farete incisioni, né tatuaggi…” (Levitico 19:28);
“I sacerdoti non si faranno incisioni…” (Levitico 21:5);
“Non adotterete i costumi – le usanze, la moda – delle nazioni che sto per cacciare davanti a voi, perché le ho prese in abominio!” (Levitico 20:23). In abominio, nel senso che Dio le odia e le detesta.
Ma perché Dio è così inflessibile riguardo questa “forma d’arte”?
La Bibbia dice che questa usanza pagana ha origini antichissime, radicate nella magia e nella stregoneria, sottolineando che queste pratiche si facevano principalmente in onore dei morti e del mondo spirituale occulto.
(1 Re 18:28) In un confronto tra Elia e i profeti del dio pagano Baal (la figura divina più vicina a Satana), questi ultimi per ingraziarsi la sua presenza e i suoi favori, si diedero a praticarsi profonde incisioni addosso, secondo il loro costume, con spade e lance, finchè grondavano sangue (senza ottenere i risultati sperati, tra l’altro…).
Anche gli Anachim giganti, nemici giurati del popolo di Dio, usavano queste pratiche (Geremia 47:5).
Ma cos’è un tatuaggio?
E’ un marchio, un segno indelebile per dichiarare uno status: delinquenti, schiavi (da ricordare, in un passato ancora recente, gli Ebrei furono “timbrati” da un certo tizio di nome Hitler…), prigionieri, disertori, legionari, guerrieri, nobili, re e imperatori. Fu un’usanza anche tra i primi cristiani, che si tatuavano la fronte per garantirsi, in tempi di sanguinose guerre e persecuzioni, una degna sepoltura in terra consacrata. In seguito, nel 1800, fu emanato un decreto papale che vietava tale pratica.
Il piercing è una perforazione della pelle che crea una sorta di “galleria” nella carne. Solitamente si effettua ai lobi o intorno alle orecchie, alle narici, al setto nasale, alle labbra, sull’arco sopraccigliare, ai capezzoli, all’ombelico, ai genitali, sulla lingua, sugli zigomi, e… l’elenco sarebbe infinito, perché i siti (cutanei e non), si aggiornano continuamente, stupendoci continuamente che non c’è mai fine al peggio!
Poi ci sono i marchi, quelli che vengono eseguiti con strumenti che riproducono una effige. In genere sono in acciaio o ceramica riscaldati, quelli detti a fuoco (utilizzati anche per marchiare le bestie) o a ghiaccio, quelli immersi nell’azoto liquido.
Il cutting, ovvero incisioni che si effettuano con bisturi chirurgici affilatissimi (quando fatti da professionisti del settore) o da lamette, forbici, coltelli di ogni genere per “fanatici del fai da te”. Gli effetti di questi tagli “artistici” si possono ampliare aggiungendo ulteriori ferite su quelle già esistenti, al fine di ritardare la guarigione, e prima che queste si cicatrizzano, si possono “abbellire” maggiormente, inserendo del liquido per tatù.
La chicca che vi ho riservato alla fine di questo breve escursus culturale moderno è la pratica della scarificazione.
Essa è una tecnica molto antica, conosciuta e praticata specialmente in Africa (oltre che dai nostri vecchi profeti di Baal), e vari Paesi del sud del mondo. Consiste nell’eseguire tagli e solchi molto profondi e irritarli “volontariamente” con aceto e carbone, per massificarne gli effetti e il risultato.
Forse così vi è più chiaro il motivo che spinse Dio a dire al popolo che Egli amava, che onorava e che voleva sempre cercare di proteggere, di non praticare queste usanze abominevoli! I principi di Dio sono protezione e non proibizione fine a se stessa.
In Romani 12:2 è scritto “Non conformatevi alle usanze di questo mondo, ma siate rinnovati e trasformati… per conoscere la perfetta volontà di Dio”.
E in 1°Corinzi 3:16 leggiamo: “Voi siete la casa di Dio, in cui abita il Suo santo Spirito… Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui e questo tempio siete voi”.
1°Corinzi 6, versetto 19: “Non appartenete più a voi stessi, perché foste comprati a caro prezzo (con il sangue di Gesù). Glorificate, dunque, Dio nel vostro corpo.
Il mio messaggio è rivolto ai soli credenti che pensano di farsi un tatuaggio per “onorare” Gesù e mostrarGli quanto lo amano.
Intanto abbiamo letto che “il padrone di casa” è lo Spirito Santo e penso di aver capito che non ci darebbe volentieri il suo permesso… La sua Parola è moderna e attuale. Oggi il messaggio di Gesù è trasmesso dai media in modo globale. Se Lui fosse sulla Terra, adesso viaggerebbe su un veloce jet, indosserebbe comodi jeans, fighissime sneaker e ai matrimoni parteciperebbe in eleganti abiti Armani.
Ma i suoi principi non cambiano, quello che ha definito abominevole e odioso, non finirà mai con l’amarlo! I cristiani che vogliono “mostrare” il suo amore per Lui, dovrebbero solo seguire il suo stile di vita e se proprio volessero andare oltre, per imitarlo: i suoi piercing sono stati fatti con enormi chiodi e con le spine, e i suoi tatuaggi sono le cicatrici delle frustate ricevute!
A chi ha già dei tatuaggi, voglio dire che Dio vi ama e che non sono certo i tatoo che frappongono barriere tra voi e Lui; a chi non ne ha ancora, dico che se ubbidisci alla sua Parola e ai suoi preziosi consigli, Dio ti amerà e onorerà sempre di più, ma se conoscendo la sua opinione in merito, non vorrai ubbidire, sappi che non lo “corromperai” mai, anche incidendoti un vistoso «I Love Jesus!»…
Benedizioni, salute e prosperità,
Francesca Miolli Corsini
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