Per l’ennesima volta, Papa Bergoglio, è scivolato in peccati grossolani, che, persino un bambino di una Scuola Domenicale qualsiasi, non commetterebbe mai. Dal dire che Gesù: “FACEVA UN PO’ LO SCEMO”, o come si espresse quando disse che Gesù: “NON ERA TANTO PULITO… (riguardo al peccato)”. Fino a cadere in una vera è propria bestemmia, e cioè: “GESÙ SI E’ FATTO DIAVOLO, SI E’ FATTO PECCATO, SERPENTE PER NOI”. Che Bergoglio non avesse un pò di teologia, un pò di sapienza delle Sacre Scritture, lo si sapeva già. D’altra parte: quale Papa l’ha mai posseduta? Se qualche Papa, Cardinale, Sacerdote o prete avesse un pò di conoscenza, un pò di vera umiliazione verso Dio, si allontanerebbero subito da questa chiesa che tutto ha, al di fuori della vera Cristianità.
Gesù non si fece peccato, ma si è caricato dei peccati dei penitenti. Gesù non si fece serpente o diavolo, ma “era” come il serpente di rame costruito da Mosè. Qui sotto abbiamo voluto evidenziare il passo “incriminato” da Bergoglio, affinché possiamo capire cosa vogliono dire le Scritture riguardo al “serpente di rame”.
Il serpente di rame
Dopo aver costeggiato il territorio di Edom, il popolo d’Israele giunse alla distesa sabbiosa che si estende a nord del golfo di Aqaba. Il popolo era molto scoraggiato, le difficoltà sembravano insormontabili, perciò mormorò aspramente contro Dio, che, per giudicarli, mandò fra loro dei “serpenti ardenti” (Numeri capitolo 21). Allora il popolo confessò la propria iniquità e chiese a Mosè di intercedere in suo favore. Perciò il Signore disse a Mosè di fare un serpente di rame e di innalzarlo sulla cima di un lungo palo perché “… avverrà che chiunque, sarà morso e lo guarderà, scamperà” (Numeri 21:8).
Gesù ne parla come di una figura della salvezza che gli uomini possono trovare guardando a Lui con fede, anche perché risulta evidente che la salvezza non poteva venire dal serpente di rame. Da dove sarebbe giunta la grazia, da quale luogo la salvezza? Fino alla croce di Cristo, non vi è stata risposta. Ma al Calvario il Figlio dell’uomo, che è anche Figlio di Dio, fu offerto per noi.
Il veleno del peccato porta “la morte” all’uomo e come il serpente di rame, figura dei serpenti che avevano causato la morte, fu il rimedio provveduto da Dio per salvarli, così Gesù è “Colui che non ha conosciuto peccato”, e che Dio “ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in Lui (II Corinzi 5:21). Gesù vince il potere del peccato pagando per il nostro peccato, Egli sconfigge la morte al nostro posto.
Non bisogna omettere, ora, una verità fondamentale: la rigenerazione, o nuova nascita, avviene per la fede “nel sacrificio espiatorio” di Cristo. Gli Israeliti avvelenati dai serpenti, erano guariti se guardavano il serpente di rame, ma essi ricevevano anche la “vita”. Erano come morti, perché il veleno mortale era già all’opera in loro, tuttavia ognuno che alzava lo sguardo “viveva”. Pensiamo a Nicodemo. Egli era perplesso, Gesù gli aveva detto “bisogna che nasciate di nuovo” ed egli non capiva “come” avveniva la nuova nascita. Così, il Signore gli indicò il sacrificio della croce:
“Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in Lui abbia vita eterna” (Giovanni 3:14-15). Ogni figlio di Israele morso dal serpente “viveva” se guardava in alto, ogni figlio d’Adamo “morto nei falli e nei peccati”, ha vita eterna se guarda a Gesù e lo riceve come Salvatore. In ogni tempo, dall’inizio della predicazione dell’Evangelo, ci sono state moltissime persone, giovani e anziani, ignoranti e colte, ricche e povere, persone di ogni latitudine e condizione sociale, le quali hanno avuto questa esperienza in comune. Migliaia di uomini e donne si sono rivolti al Salvatore come peccatori perduti e bisognosi di grazia, e tutti hanno realizzato questa esperienza in comune, sono nati di nuovo, sono diventati nuove creature in Cristo Gesù (II Corinzi 5:17)
Ferrentino Francesco La Manna | Noitiziecristiane.com
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