Lui è rimasto fedele ed io mi sento sempre così mancante davanti a Lui

50722030.mspeAdmo.Towardsflickrprova22“Anche se i miei nemici si accampassero intorno a me io non temerò male alcuno perché Tu, oh Dio, sei con me.”) Mi chiamo Giuseppe (ma quasi tutti mi chiamano Beppe) e sono nato a Torino il 2 Agosto 1959. Della mia fanciullezza ricordo che a scuola avevo risultati molto scarsi ed a casa i miei genitori non erano presenti; mia madre lavorava dalla mattina alla sera come operaia in fabbrica e mio padre spesso era disoccupato; la casa dove abitavamo era piane di umidità tanto che d’inverno colava l’acqua dai muri. Erano tempi difficili e regnava un’armonia tutt’altro che di pace e serenità dovuta alla precaria situazione economica che stavamo attraversando. Ancora oggi ricordo che fummo gli ultimi ad uscire da quella casetta che oramai non esiste più; le ruspe attendevano la nostra uscita per poter radere al suolo l’edificio fatiscente. Finalmente ci attendeva una casa, una vera casa, nuova, con i termosifoni, al quarto piano di un palazzo popolare (le Vallette), con tanto di ascensore; avevamo ambienti grandi ed accoglienti. Mia madre non stava più nella pelle e piangeva di gioia, mio padre era fiero ed orgoglioso e si vantava davanti a parenti ed amici come se avesse vinto il giro d’Italia di ciclismo. Era il giugno del 1968.

Non so spiegare il come ed il perché, ma i risultati scolastici ottenuti durante le scuole medie furono, a dir poco, brillanti, al punto di pensare di continuare gli studi (consigliato anche dai professori) ed ottenere il diploma di geometra. Un giorno, quando ancora non avevo ottenuto il diploma, passai davanti ad una banca e pensai che, se da grande non fossi riuscito a svolgere la libera professione di tecnico, avrei volentieri accettato un posto in banca anche se mi rendevo benissimo conto che la banca si s’addiceva più ai contabili ed ai ragionieri e non tanto ai geometri. (chi legge ponga mente) Negli studi superiori i risultati erano mediocri, avevo molte difficoltà, ma alla fine riuscii finalmente ad ottenere il diploma nell’anno 1979 e successivamente iniziai un periodo di praticantato in uno studio tecnico per poter successivamente iscrivermi all’albo professionale dei Geometri ed esercitare così la libera professione. Nel frattempo, la mia vita era come quella della stragrande maggior parte dei ragazzi e, non conoscendo il Signore, compivo ciò che era male agli occhi di Dio. La mia vita fino a quel momento era passata tra lo sport (appassionato di calcio), tanti amici (buoni e cattivi), mi piaceva la musica, soprattutto cantare ed interpretare le canzoni di cantanti famosi. Qualche sogno, tanti progetti, tanta discoteca, tanti balli, qualche sballo, ecc.. insomma voler godere quello che la vita era pronta ad offrirmi e vivere i cosiddetti “attimi fuggenti”.

Era l’agosto del 1981 e mia madre durante le vacanze ci disse che a Settembre si sarebbe dovuta sottoporre ad un intervento chirurgico per un nodulo al seno… Accompagnammo in clinica nostra madre e la sera lei stessa ci telefonò piangendo; al telefono ci diceva che il chirurgo,dopo averla visitata meglio, consigliava di asportare tutta la mammella sinistra. Dal Settembre 1981 all’aprile 1986 mia madre lottò con tutte le sue forze contro il cancro e prima che sopraggiungesse la morte si ricordò di Dio, si riconciliò con Lui e so che ora è con il Signore ed un giorno la rivedrò su nel cielo. Gloria a Dio.
Nel 1982, inaspettatamente, comparvero anche sul corpo di mio padre i segni del cancro. Subì anch’egli alcuni interventi chirurgici ma anche lui nel 1986, dopo soli quattro mesi dalla morte di mia madre morì. Nonostante la sua vita fu contornata di tante esperienze, anche negative (non posso dire che fu un padre affettuoso), ma ad ogni buon conto l’Amore di Cristo bussò alla porta del suo cuore; in particolare ebbi il piacere di vegliare su di lui, l’ultima notte, in ospedale. Quell’uomo che fumava tra le 40 e le 60 sigarette al giorno, quel padre che era più assente che presente, quel padre bestemmiatore, eccolo lì ora, in un letto, senza forze, riusciva ad elevare al cielo entrambi gli avambracci appoggiando i gomiti ossuti al letto ed emettendo con una voce fievole una semplice preghiera: ”Signore perdonami… Perdonami…” e poi … subito dopo ancora “ … Grazie Gesù”. In quel periodo avevo iniziato a leggere per conto mio la Bibbia, iniziai a frequentare una chiesa dove si predicava la Parola di Dio con semplicità e dove si viveva il Vangelo.

Dalla morte dei miei genitori la vita si complicò per ovvie ragioni; non ultima la responsabilità nei confronti di mia sorella e di mio fratello, il più piccolo di noi tre. Proprio in quei giorni il Signore parlò al mio cuore, mi fece sentire il bisogno di essere perdonato e lo accettai nel mio cuore come personale Salvatore. Tante sono state le esperienze in questi anni e tante le benedizioni di Dio, Lui è rimasto fedele ed io mi sento sempre così mancante davanti a Lui. Se non fosse per la Sua Grazia… Lui ha manifestato più volte la Sua fedeltà nei miei confronti, anche nelle cose pratiche della vita come ad esempio il lavoro; vi ricordate cosa avevo pensato tanti anni prima, passando davanti ad una banca, non conoscendo ancora personalmente Dio e non sapendo che lui è il Vivente? Ebbene da circa 16 anni sono impiegato presso una delle banche che fanno parte di una grossa holding bancaria, ma il miracolo più grande rimarrà sempre la salvezza che ho ricevuto per mezzo del sangue di Cristo Gesù il Signore.
Pace a tutti da Beppe

Tratto da: http://www.adi-torino.it/

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