Dall’inizio del 2017 sulle coste italiane sono sbarcati 93.292 migranti illegali, il 16,79% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (79.877) provenienti per lo più da Nigeria (14.552), Bangladesh (8.269), Guinea (7.872), Costa D’Avorio (7.473), Gambia (5.106), Senegal (4.966), Mali (4.899), Eritrea (4.553), Marocco (4.194) e Sudan (4.172).
Nessuno di questi è un paese in guerra a conferma che la Penisola viene “invasa” con la complicità del governo italiano, dell’Europa e delle navi delle Ong, da immigrati illegali quanto economici che non hanno alcun diritto a nessuna forma di asilo, come ci ha ricordato la scorsa settimana il presidente francese Emmanuel Macron. Un flusso che vede sbarcare anche molti criminali come dimostrano le notizie di sommosse e aggressioni in tutta Italia e come confermano anche i dati sulla radicalizzazione di organizzazioni criminali africane (come la mafia nigeriana) prima assenti in Italia.
Preoccupazioni circa la sicurezza espresse anche dal ministro dell’Interno Marco Minniti, in un colloquio con il direttore del Foglio, Claudio Cerasa. “Fino a quando il traffico dei migranti passava quasi esclusivamente dalle navi militari la percentuale di infiltrazioni sospette non poteva che essere bassa”. “Mentre prima c’era una ragionevole certezza che chi aveva intenzione di agire contro la sicurezza nazionale ci avrebbe pensato due volte prima di imbarcarsi su una nave che sarebbe stata soccorsa dai militari, – spiega il ministro – oggi con percentuali capovolte, con la missione Frontex che salva l’11% dei migranti, con la missione Sofia che salva il 9% dei migranti, con la Guardia costiera italiana che salva il 28% dei migranti e con le Ong che arrivano a salvare il 34% dei migranti, non si può’ dire che valga lo stesso principio”. Secondo Minniti, “le Ong considerano prioritario salvare persone in mare non garantire la sicurezza nazionale del paese che andrà ad accogliere quei migranti.”
Un tentativo di scaricare sulle Ong le responsabilità per l’arrivo in Italia di criminali e jihadisti, che però non regge perché è il governo di Roma ad accettare che le navi di organizzazioni private sbarchino i clandestini in Italia ed è sempre lo stesso governo ad accogliere centinaia di migliaia di persone che faranno poi perdere in molti casi le loro tracce fuggendo dai centri d’accoglienza.
“Dopo il Belgio, anche l’Austria ci dà lezioni sui migranti: è il ministro dell’Interno austriaco, Wolfgang Sobotka, dalle pagine della Bild a indicare la via per chiudere definitivamente la rotta del Mediterraneo centrale” ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani. “Quello che doveva essere l’obiettivo primario del governo italiano – aggiunge – viene ormai reclamato ogni giorno dall’Europa centrale. Ed è ancora più esplicito quando dice che dobbiamo impedire che sedicenti soccorritori raccolgano i migranti direttamente dai trafficanti nelle acque territoriali libiche, sottintendendo i dubbi sulle attività di alcune Ong, in particolare nel supporto – consapevole o meno – al criminale sfruttamento di esseri umani.
“Chiudere la rotta vorrebbe dire proprio questo: interrompere gli affari dei trafficanti, le rischiose traversate che spesso conducono solo alla morte e all’invasione del territorio italiano. Illudendo tante persone sulla possibilità di migliorare le loro condizioni di vita in Europa ci stiamo facendo complici dei criminali che, sotto indicibili violenze, le “lanciano” nel Mediterraneo.
“L’Italia non può accoglierli tutti, l’Europa si rifiuta di condividere la fase di accoglienza di quelli che sono ormai esclusivamente migranti economici: un Governo responsabile non può continuare ad alimentare questo circolo vizioso di violenza, sfruttamento e terrore. È a rischio il tessuto sociale del nostro Paese, dobbiamo agire subito”. In realtà si sarebbe dovuto agire già almeno 4 anni or sono quando cominciarono i nuovi massicci flussi di migranti illegali ma l’Europa, non solo l’Italia, si sono svegliate tardi.
La Ue ha preso solo lunedì la decisione di introdurre restrizioni all’esportazione e alla fornitura alla Libia di gommoni e di motori fuoribordo, per ostacolare l’attività dei trafficanti di migranti. Gli Stati membri dell’Ue hanno una base giuridica per prevenire l’esportazione di queste merci in Libia, “ove sussistano ragionevoli motivi per ritenere che possano essere utilizzate dagli scafisti” anche se le restrizioni si applicano solo ai gommoni e ai motori che transitino attraverso l’Ue per raggiungere la Libia. I gommoni utilizzati dai trafficanti vengono però acquistati in Cina e raggiungono la Libia via Turchia e Malta con un traffico già individuato da tempo dalla missione navale Eunavfor Med che aveva reso noto di non poterlo interrompere poiché trattasi di un commercio legittimo.
Le restrizioni della Ue non impediranno, precisa il Consiglio, l’esportazione e la vendita di gommoni e motori fuoribordo per usi legittimi da parte della popolazione civile libica, come per esempio per i pescatori, che possono aver bisogno di motori per le proprie imbarcazioni. Di fatto il provvedimento targato Ue, oltre ad essere in netto ritardo sui tempi dell’emergenza, non è solo tardivo, ma inutile poiché chiunque non si dichiari un trafficante potrà acquisire gommoni e motori da girare poi alle organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani.
A proposito di provvedimenti inutili, il Consiglio dell’Ue si esprimerà presto per il rinnovo dell’operazione Sophia (Eunafvfor Med) che scadrà il 27 luglio prossimo e “continuerà a colpire il modello di business dei trafficanti nel mare, in linea con il diritto internazionale, in particolare addestrando la Guardia Costiera libica”. Finora però Eunavfor Med ha fatto quello che fanno le altre tre flotte Ue e italiane impiegate nel Canale di Sicilia, limitandosi cioè a soccorrere immigrati illegali e a sbarcarli in Italia come previsto dallo stesso piano operativo che contraddistingue l’operazione Triton di Frontex. Nulla sembra peraltro indicare che Bruxelles voglia passare alla Fase 3 dell’operazione guidata dall’ammiraglio italiano Enrico Credendino, che prevede di entrare in acque libiche a contrastare davvero i trafficanti.
La Ue intanto ha bocciato anche l’ipotesi ventilata in Italia da ambienti governativi di rilasciare 200mila visti temporanei ad altrettanti migranti illegali diretti in Nord Europa. “Ci sono delle regole in materia di asilo che precisano che ai richiedenti asilo non si può concedere un permesso di residenza che consenta di circolare nella zona Schengen. Questo non è permesso nella legislazione europea” ha ricordato la portavoce della Commissione Europea per le Migrazioni, Natasha Bertaud.
di Gianandrea Gaiani | Lanuovabq.it
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