Domenica 30 marzo avanzeremo le lancette dell’orologio di un’ora. Molti i detrattori dell’ora legale, ma, secondo il prof. Peverini, ci dovremmo preoccupare più seriamente di ben altre cause dei disturbi del sonno.
Domenica 30 marzo gli italiani sposteranno le lancette in avanti di un’ora e, nella fase di passaggio, si prepareranno a dormire un’ora in meno. La soluzione dell’ora legale, abolita ed inserita più volte, fu introdotta definitivamente per questioni di risparmio energetico nel 1966 e da allora alimenta un acceso dibattito sulla difficoltà di adeguarvisi e sul conseguente disturbo del sonno. Il prof. Francesco Peverini, direttore scientifico della onlus “Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno” ha però dichiarato che le conseguenze dell’ora legale possono pesare sui cittadini per due o tre notti, normalizzandosi poi nei giorni successivi. Ciò che invece ha portato un aumento dei disturbi del sonno sono ben altri fattori legati al lavoro, all’organizzazione cittadini e ai nuovi costumi, quale l’uso delle ore notturne per collegarsi alla Rete. Di contro, l’ora legale porta con sé più vantaggi che aspetti negativi. In primo luogo “‘intorno a noi, tutti si muovono e operano secondo le nuove condizioni orarie, facendoci cosi’ sentire nel sistema e non solitarie vittime del nuovo orario”, in secondo luogo poter disporre di 60 minuti in più di luce non può che contribuire alla normalità dei ritmi biologici. Resta infine l’alto valore economico in termini di risparmio energetico. Piuttosto, afferma l’esperto, si dorme poco e male per altri motivi:
“Purtroppo i ritmi quotidiani attuali, sempre più frenetici ed ansiogeni, i ripetuti spostamenti in aree urbane trafficate, la stessa complessità della vita di relazione e del mondo del lavoro ci hanno abituato a continui e spesso repentini cambiamenti delle nostre consuetudini. Ci hanno assuefatto a convivere con dosi elevate di stress e a trovare rapidamente soluzione a molte situazioni critiche. Per cui lo slittamento di un’ora delle lancette dell’orologio rientra, anzi ricade, in questi sopportabili ‘scossoni quotidiani”.
La rilevanza sociale dei disturbi del sonno salta all’occhio se si prendono in esame le drammatiche statistiche dei morti per colpo di sonno. Ricorda ancora il prof. Peverini che “il 30 % degli studenti presenta un debito di sonno pari a quello dei lavoratori turnisti (Bess Austin – 2007). Il 12,5 % dei conducenti di mezzi pesanti lamenta una privazione di sonno fino a 3 ore per notte (Long Distance Driving – Philip et al.)”. Quale che sia la funzione del sonno, su cui gli esperti discettano da tempo, l’attività di questa apparente inattività è quantomai piacevole e rigenerante.
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