Lo strano caso del diario satanista

diariio_satanico2In un mondo già saturo di simboli esoterici, dalla televisione ai cartoni animati che sempre più spesso propongono comportamenti e atteggiamenti inadatti a un pubblico giovane, ci si aspetta che almeno la scuola sia un posto sicuro, un santuario dell’apprendimento al riparo dalle trappole del demonio.

Ma non sempre è così. All’Istituto comprensivo A. Einstein di Reggio Emilia, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, diversi genitori si sono accorti della presenza di disegni satanici (mostrati nella foto) sui diari forniti dai responsabili didattici agli alunni.

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Stelle a cinque punte, un diavolo con le corna che spunta da una macchina, un 666, un gatto infilzato da un ramo, una donna con una testa di serpente nell’atto di divorare un uomo, sono tutti simboli presenti nel diario in questione, uno schiaffo al buon senso. “Le differenze da cerchiare, sono messaggi subliminali che richiamano il satanismo – hanno spiegato i rappresentanti dei genitori –. Potevano fare qualsiasi altro gioco ma questo ci sembra poco educativo per ragazzi di elementari e medie”. Una preoccupazione comprensibile, anche di fronte al costante aumento di immagini grafiche di violenze, spesso al limite della pornografia, che bombardano i nostri bambini attraverso ogni genere di media.

Il caso è divenuto di dominio nazionale e Interris.it ha contattato Massimo Giacon, il disegnatore che ha creato “il mondo così com’è”, la graphic novel da cui sono state tratte le vignette contestate. “In questa tavola ci sono anche simbologie esoteriche e rappresentazioni grottesche, non pensate per un pubblico di tenera età – ha spiegato l’artista –. È una pagina su 110 che presa senza contesto può essere fuorviante perché è tratta da un momento in cui il protagonista del libro, di Tiziano Scarpa e mio, comincia ad avere delle allucinazioni che trasfigurano la realtà”. La Demetra Comunicazioni, casa editrice del testo, ha rifiutato di commentare limitandosi ad un comunicato stampa nel quale, dopo essersi scusata, si difende asserendo che le immagini “assumono una forma utilmente ricreativa, finalizzata a stimolare lo spirito di osservazione dei bambini”. Un’opinione discordante anche da quella dello stesso autore dei disegni, presi oltretutto senza permesso, che li definisce “non adatti per l’infanzia”. “Se me lo avessero chiesto – ha spiegato Giacon – avrei consigliato l’utilizzo di altro materiale, perché in 35 anni di carriera so bene cosa è adatto ai bambini e cosa no”.

Secondo gli editori le immagini, prive di contestualizzazione non sarebbero dannose per i piccoli perché riconoscibili soltanto da chi abbia già familiarità con quei concetti. Ma è veramente così? La simbologia è uno degli strumenti di comunicazione più forti per trasmettere un concetto, tanto da essere utilizzata costantemente dalle pubblicità. Appare insignificante ma si insinua in maniera subdola nella psiche, soprattutto dei soggetti più deboli come i bambini. Ed è più pericolosa proprio quando è inserita senza contesto, perché stimola alla curiosità e alla ricerca e, senza una guida, rischia di corrompere irrimediabilmente l’innocenza dei giovani.

Incredula anche la dirigente dell’ente educativo, Rossana Rinaldini, che in un primo momento aveva tentato di difendere la pagina “incriminata” asserendo si trattasse di un richiamo a “Halloween” e sollevando l’istituto da ogni responsabilità aveva sottolineato come il diario fosse stato approvato anche da un rappresentante dei genitori. Dopo le polemiche però si è vista costretta a prendere provvedimenti, eliminando fisicamente la pagina dai diari di tutti gli studenti. L’ennesimo punto oscuro in un comparto come quello della scuola italiana travagliata dalle polemiche sul gender. Un’agenda portata avanti sotto i nostri occhi della quale dobbiamo essere consapevoli. Non basta più affidarsi alla buona fede degli insegnamenti, ora più che mai occorre monitorare ed essere partecipi all’educazione dei nostri figli. Astenersi dal farlo significa acconsentire tacitamente alla diffusione di queste idee, contribuendo involontariamente alla propagazione del male.

Mattia Sheridan | Interris.it/

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