Lo stai facendo per Dio o lo stai facendo per te stesso nel nome di Dio?

Questa domanda ci invita a riflettere profondamente sulle nostre motivazioni come cristiani. Viviamo in una società in cui spesso si è spinti a cercare riconoscimenti, visibilità e successo personale.

Anche nel contesto della vita di fede, il rischio è che ciò che facciamo, anche per il Signore, possa essere guidato dal desiderio di gratificazione personale piuttosto che dal desiderio di glorificare Dio. Quando ci impegniamo nel ministero, nel volontariato, o in qualsiasi altra attività per Dio, è fondamentale chiederci: “Qual è la mia motivazione?”

Lo sto facendo davvero per onorare e servire Dio, o sto cercando di ottenere approvazione, elogio o addirittura potere e prestigio personale, usando il nome di Dio come una copertura?

Questo è un rischio sottile, ma reale, soprattutto per noi che siamo immersi in una cultura che premia la performance e l’apparenza. Dio ci chiama a vivere una vita di servizio umile, mettendo Lui al centro.

 In Matteo 6:1, Gesù ci avverte di non praticare la nostra giustizia per essere visti dagli uomini. Le opere che compiamo devono essere un atto di amore per Dio e per gli altri, non un mezzo per accrescere il nostro ego. La differenza tra fare qualcosa per Dio e fare qualcosa per noi stessi, nel Suo nome, sta tutta nell’intenzione. Dio conosce i cuori.

Quando facciamo le cose con il cuore giusto, per amore di Lui, la nostra vita diventa un vero riflesso della Sua gloria. Se invece lo facciamo per noi stessi, anche se apparentemente “nel Suo nome”, rischiamo di allontanarci dal vero scopo.

Chiediamoci sempre: Sto servendo Dio o me stesso? Che ogni nostra azione sia per la Sua gloria e non per la nostra.La vera risposta la conosci solo tu!
Buona giornata in Cristo Gesu’

 

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