Addio, Derrick. Le televisioni di mezza Europa hanno bandito dai loro palinsesti la serie del commissario tedesco dopo la divulgazione della notizia secondo cui Horst Tappert, l’interprete del noto ispettore, a 19 anni si era arruolato nelle Waffen-SS. Non si sa che cosa Tappert abbia fatto sul fronte orientale. L’attore, deceduto nel 2008, non è più in grado di raccontare la sua versione dei fatti. E nemmeno può più ricordare che un tedesco nato come lui nel 1923 e cresciuto bevendo il latte della propaganda hitleriana era facilmente indotto a servire l’ideale nazionalsocialista. Nel 2013 l’inoffensivo Derrick è stato bandito per sempre. Un individuo fa qualcosa di male, o tiene nascosto un errore di gioventù, e diventa spregevole. Non c’è modo di riscattarsi: se è stato spregevole in un dato momento vuol dire che lo sarà sempre. L’etichetta non si scolla più. Strano modo di valutare un’esistenza! La vita non è piuttosto una continua cancellatura e riscrittura? Non è possibile essere spregevoli un giorno ed eroi il giorno dopo? Il rimpianto, il pentimento e persino il rimorso non possono correggere gli errori commessi? Il riscatto e il perdono non dovrebbero essere presi in considerazione? Il pubblico, in maggioranza, trova antipatica la decisione di bandire Derrick dagli schermi: è stata pronunciata da persone che non conoscono il perdono.
Il buon vecchio Derrick, pur dando la caccia al male, dava al colpevole l’opportunità di espiare. A lui questa opportunità non è stata data.
da Bonne Nouvelle
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