Libri: Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale, di Samuel P. Huntington,

Immagine-3-300x141Questo libro è considerato un classico delle relazioni internazionali per vari motivi: delinea, con una certa lungimiranza, le tematiche centrali per la politica internazionale post­Guerra Fredda; è stato al centro dei dibattiti, di specialisti e non, per più di un decennio; ha travalicato il bacino di afferenza degli studi di settore tanto che il suo titolo è diventato quasi gergale; e come tutti i classici è stato tirato e distorto ad uso e consumo soprattutto della scuola neo­conservatrice americana. A detta dell’autore il libro “ non vuole essere uno studio di scienze sociali, quanto piuttosto un’interpretazione dell’evoluzione mostrata dalla politica internazionale nell’epoca post­Guerra fredda”. La storia non è finita, il crollo del regime sovietico apre per Huntington il periglioso mondo della politica multipolare. La tesi di partenza è che “ la cultura e l’identità culturali siano alla base dei processi di coesione, disintegrazione e conflittualità che caratterizzano il mondo post­ Guerra fredda”.

Le cinque sezioni del libro elaborano altrettanti corollari a questa tesi:

1. “Un mondo di civiltà”, lo scenario è multipolare a motivo dell’alto numero di civiltà, la modernizzazione non è sinonimo di occidentalizzazione;

2. “I mutamenti in atto negli equilibri tra civiltà”, gli equilibri di potere vedono indebolirsi l’Occidente mentre il mondo asiatico e musulmano sono in ascesa con la riaffermazione dei rispettivi valori;

3. “L’ordine emergente delle civiltà”, l’ordine mondiale si fonda sulle aggregazioni create intorno agli stati egemoni di ciascuna civiltà;

4. “Scontri di civiltà”, l’Occidente con le sue pretese universalistiche entrerà in collisione con il mondo islamico e con la Cina;

5. “Il futuro delle civiltà”, l’Occidente potrà sopravvivere, rallentare il proprio declino, solo se gli Stati Uniti si consolideranno nell’affermazione dei valori che caratterizzano l’Occidente senza intromettersi nei problemi delle altre civiltà.

unnamedIl primo capitolo è forse il più debole sia nel suo tentativo di stabilire cos’è una civiltà, “civiltà non è altro che una cultura su larga scala” oppure “una civiltà è la più ampia entità culturale esistente” sia nel dividere il mondo in sei civiltà definite in base alla religione che assurge ad elemento peculiare di ciascuna civiltà. Il secondo capitolo invece è quello più interessante e per certi aspetti profetico, i mutamenti che hanno contraddistinto gli anni ’90 sono fondamentali per comprendere la contemporaneità: l’indigenizzazione, la rivincita di Dio, l’affermazione asiatica e la Rinascita islamica. Huntington, intento a giustificare il suo modello interpretativo, sfiora la questione centrale degli anni duemila: il vuoto ideologico ha portato alla ribalta la questione identitaria che si è manifestata con tutta la sua drammaticità nel montare di fondamentalismi in tutto il mondo. La divisione del mondo in civiltà che si muovono coese non trova riscontro a vent’anni dal primo articolo di Huntington sull’argomento uscito su “Foreign Affairs”, per quanto bistrattato e per quanto se ne sia decantata la morte e l’indebolimento da più di cinquant’anni lo stato nazione rimane l’unità fondamentale e l’unico vero attore della politica internazionale. La quarta sezione è stata la più fraintesa dell’intero modello, tornato di moda all’indomani del’11 Settembre i neo­conservatori hanno letto lo scontro di civiltà come motivazione sufficiente per sovvertire stati per ‘importare la democrazia’, per imporre i valori occidentali, per Huntington è un’eresia poiché egli non crede nell’universalismo dei valori che diventa inevitabilmente agli occhi delle altre civiltà una sorta di neo­imperialismo. Tuttavia la matrice conservatrice del suo pensiero si manifesta nell’allarme con cui tratta il fenomeno migratorio con toni decisamente allarmistici. Anche la questione dei ‘conflitti di faglia’ dove si incontrano/scontrano le civiltà è stata sovrastimata da Huntington, sarebbe soprattutto il mondo islamico a costituire una minaccia per l’Occidente anche se al giorno d’oggi possiamo affermare che la conflittualità del mondo islamico sia stata principalmente rivolta all’interno, tra stati islamici o negli stati stessi. Così come le ipotetiche possibili collisioni tra Cina e Stati Uniti non si sono avverate anzi l’interdipendenza economica dei due colossi rende inimmaginabile oggi una loro conflittualità diretta. Il capitolo decimo ed undicesimo che spiegano il passaggio da guerre di transizione a quelle di faglia e la dinamica delle guerre di faglia soffrono della debolezza originaria dell’individuazione di un soggetto internazionale nella civiltà che tuttavia non solo non si è strutturata in questo senso ma se è possibile si è anche indebolita.

La quinta sezione è incentrata principalmente sul ruolo degli Stati Uniti come paese egemone della civiltà Occidentale che in quanto tale, secondo l’autore, non deve cedere alle sirene del multiculturalismo ma rafforzarsi nei valori occidentali ed evitare di entrare in questioni internazionali non concernenti la propria civiltà, rinunciare cioè al ruolo di poliziotto del mondo perché in un mondo composto da civiltà diverse i valori occidentali, così impregnati di cristianesimo non potranno mai essere condivisi, un ritorno al dorato isolazionismo caro alla dottrina conservatrice classica. Le primavere arabe, con i loro flussi e reflussi hanno dimostrato come la modernizzazione ha inciso su quelle società spingendo molti a chiedere pane e democrazia. Huntington ha evidentemente sottostimato il potere di trasformazione culturale della modernizzazione così come la resilienza dello stato nazione. Quest’interpretazione dell’evoluzione del sistema internazionale, zoppa del suo soggetto, la civiltà, non ha capacità descrittiva del presente rimane tuttavia interessante per tastare il polso degli Stati Uniti degli anni ’90, leggere tra le righe le paure e le strategie per mantenere in auge l’ultima superpotenza ed i suoi valori.

Recensione di Elena Ammirabile, DiRS-GBu

Fonte: Cristiani.info


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