Libia: Si teme un attacco in Italia

210803_65954590-400x266Gli avvenimenti degli ultimi giorni stanno lasciando basite le più importanti fonti di informazione. Mai come oggi si teme in Italia un attacco in forma non terroristica ma organizzata militarmente da parte delle truppe militari dell’Isis. Le rivendicazioni non fanno pensare ad altro.

Cominciamo il nostro resoconto ricordando brevemente che negli ultimi giorni l’Europa si è trovata divisa su due fronti principali, quello della crisi Ucraina dove di fatto si è combattuto e in maniera regolare, e quello della Libia che si è andato evolvendo in maniera negativa proprio nel corso delle ultime 48 ore. Se torniamo per un attimo in Ucraina non ci vuole molto per capire che la Russia abbia avuto ed abbia un motivo per non abbassare la guardia. Sotto sotto vi è la volontà di propinare una guerra. Ricordiamo che la storia è maestra in questo senso.

La Germania, dopo le pesanti batoste subite nella Prima Guerra mondiale, era stata costretta a pagare gravissime sanzioni soprattutto a favore dell’Inghilterra e della Francia, le vere vincitrici del conflitto in Europa. Questa forzata sottomissione, che costringeva i tedeschi a una vita miserabile, fece covare quel rancore che poi piano piano, quando la stessa Germania poté farlo, le fece rialzare la testa e come sappiamo trascinò volontariamente il mondo “civile” nel secondo conflitto nucleare. Ora, sono evidentissimi gli stati di disagio della Ex Russia, e la perdita del suo sconfinato potere dalla caduta del muro di Berlino in poi. Oggi, la Russia, non è più la debole potenza ormai sull’orlo del fallimento, ma ha ripreso ben quota servando uno degli arsenali nucleari più potenti al mondo se non il più potente.

Di qualche giorno la notizia, confermata dal Cremlino, che ci sono delle testate nucleari puntate verso l’Europa. Quindi il gioco sta facendosi duro. E cosa succede dall’altro fronte? La Russia ha trascorso questi ultimi decenni aiutando sotto banco le nazioni sotto attacco americano come Afghanistan, Cecenia, Libia stessa e così via discorrendo anche con la complicità delle forze islamiche che ad oggi si uniscono idealmente alla Russia proprio per la loro voglia di riscatto dopo i soprusi subiti nel corso della recente storia, (ebbene si dobbiamo ammetterlo noi non siamo stati migliori di loro nel nostro passato colonialistico). Che adesso pian piano, dopo l’Iran che gravita nella sfera russa l’Isis abbia potuto afferrare anche il controllo della Libia, non deve sorprenderci affatto.

Ieri in Iran sono stati bruciati vivi 45 cristiani riportati in un video shock che non vogliamo proporvi perché mi sembra quasi di essere tornati all’uomo incivile di un tempo, ma è pur vero che la situazione non è affatto bella.

Oggi più che mai l’Italia davvero deve temere una incursione militare volta a destabilizzare il nostro governo e a far vendetta dei cosiddetti cristiani. Mentre il nostro beneamato premier, onorevole Matteo Renzi, si dondola fra una chiacchierata e un’altra, sulla necessità di intervenire o meno, mentre il mondo occidentale sta continuando a discutere sulla nostra civiltà e che non possiamo e non dobbiamo rispondere alla forza con la forza, (principio che condividiamo, bene inteso), il mondo islamico sta preparando un attacco decisivo. Povera Italia. Israele capisce questo, e sta richiamando i Suoi concittadini in patria, l’Italia, come pure il resto di Europa, ancora insegue la chimera della diplomazia non rendendosi conto che serve immediatamente una mossa strategica per evitare innanzitutto l’arrivo indiscriminato di emigranti in maniera così massiccia.

Ma attenzione, non perché non condividiamo il principio di solidarietà e di aiuto, anzi! Ma i nostri centri di accoglienza sono allo sfacelo, e non abbiamo nessuna possibilità ulteriore di accoglienza. Tutti i programmi fino ad ora messi in campo si sono rivelati inutili e parziali. Non siamo nelle condizioni di potere dare soccorso ad altri. Bastano già quelli che sono arrivati. E’ tempo che l’Italia cominci a fare sentire la propria voce imponendo agli altri Stati europei di assumersi in primis la responsabilità di dare aiuto e soccorso agli emigranti, non ad abbandonarci a noi stessi. Si, perché questo è successo fino a questo momento.

Immaginiamo che domani un barcone di cento emigranti sbarchi clandestinamente sulle nostre coste, ma che non siano emigranti, ma gente che nasconde mitra e ordigni militari e che anziché chiedere una borraccia d’acqua cominci una rappresaglia in Sicilia… Possiamo davvero concordare con il nostro governo che ci sta rassicurando che non potrà verificarsi un evento del genere? Gentiloni, pregiatissimo Ministro, se la sente di sottoscrivere sotto la Sua responsabilità che questo non potrà mai accadere? Noi riteniamo invece che le possibilità siano altissime… e chiediamo ai nostri lettori di esprimere il loro parere in merito.

Gabriele Paolini – notiziecristiane.com

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