Lgbt americani a raccolta: l’era Trump inizia con gli artigli affilati degli “orfani” di Obama

In un’intervista rilasciata l’8 gennaio a Fox News, uno dei più grandi leader della chiesa evangelica americana, Franklin Graham, ha ripetuto che “credo che sia la risposta di Dio (la vittoria di Trump, ndr) alle centinaia di migliaia di preghiere per un presidente che si batterà contro l’agenda umanista e ateista di Washington” . In effetti, oltre a lui, anche altri leader protestanti, come il battista Robert Jeffress, insieme ad alcuni laici cristiani hanno mobilitato le masse (indicendo centinaia di veglie, digiuni e novene) pensando che il neoeletto presidente potesse essere “una seconda possibilità che Dio sta dando agli Usa per proteggerli”.

Ma evidentemente la battaglia è solo agli inizi, perché “sarà difficile cambiare la tendenza” avviata in Usa dal presidente Obama se Trump non si batterà con forza. A dimostrarlo, svelando quanto radicata sia ormai la cultura lgbt in America, sono le questioni affrontate dalla Conferenza dei leader lgbt che si è svolta a Washington dall’8 al 10 gennaio a Washington. A parteciparvi è stato il collaboratore di lifesitenews.com Peter La Barbera, che fra le altre cose ha ricordato che l’evento è stato organizzato dal Gay and Lesbian Victory institute legato ad un fondo istituito dal grande finanziatore del partito democratico Terry Bean, l’ultrasessantenne che nel 2014 fu arrestato insieme al compagno di 25 anni per atti di sodomia verso un minorenne.

In ogni caso quello che è emerso dal simposio, ideato inizialmente per delineare la strategia di inserimento del mondo lgbt all’interno dell’amministrazione Clinton, è la volontà di combattere con tutte le proprie forze contro la presidenza di Trump. Innanzitutto alcuni ambasciatori americani “sposati” (per la legge) con persone dello stesso sesso hanno spiegato come il fatto di vivere apertamente e con orgoglio insieme al “compagno” abbia “cambiato la mentalità anche delle nazioni straniere”. I membri dell’esercito hanno invece raccontato “come hanno spinto per il riconoscimento dell’omosessualità dichiarata e della transessualità all’interno delle Forze Armate” usando come trampolino i meeting organizzati dai leader del Pentagono. I rappresentati delle multinazionali (fra le tante AT&T, Coca Cola, Toyota, Gilead) hanno sottolineato il loro impegno nel boicottare le leggi varate da alcuni Stati americani per proteggere la libertà religiosa di chi dissente sul cosiddetto “matrimonio” fra persone dello stesso sesso. Basti ricordare quanto avvenuto quando l’Indiana o la Georgia hanno approvato norme simili, poi bloccate grazie alle pressione delle grandi aziende e di Hollywood esercitate sui governatori dei due Stati.

Non solo, durante il meeting si è discusso anche della “tattica vittimista e del coming out” usata dagli immigrati per entrare in America. Ovviamente tutto questo senza dimenticare l’impegno su tutta l’agenda progressista “a favore dell’aborto, dei diritti per gli immigrati illegali, per il controllo delle armi e del femminismo radicale (…)”. L’ultimo tema affrontato durante la kermesse, sempre secondo la ricostruzione di La Barbera, è l’amore espresso per il presidente Obama, grazie a cui l’agenda lgbt ha raggiunto l’apice della sua attuazione. Gli attivisti sono infatti convinti che sarà “difficile tornare indietro su tante politiche pro lgbt messe in atto dal presidente Obama”. Grazie a cui, oltre alle leggi statali bloccate in sfregio alla libertà religiosa e a quelle che privano di finanziamenti gli enti che non assumono personale lgbt (la più recente è un’ordinanza del governatore della Virginia), si moltiplicano i casi di licenziamenti (da noi raccontati) di chi ha anche solo sostenuto, ad esempio, che il matrimonio è unicamente quello fra uomo e donna. Per non parlare delle decine di miglia di dollari in multe ricevute dai commercianti e dei processi processi giudiziari a carico di quanti si sono rifiutati di prestare servizio per la celebrazione delle unioni arcobaleno.

Anche nelle scuole e nelle università, dove non c’è pace per chi pensa che la pratica omosessuale sia contro natura, le preoccupazioni aumentano. Così come nelle scuole, dove i genitori temono ritorsioni se i bambini esprimono le visioni naturali apprese in casa. Basti pensare quanto fu raccontato oltre un anno fa sul suo blog dal collaboratore del The Blaze Stephen Herreid, il quale aveva sentito un predicatore e attivista lgbt, Christopher Black, spiegare: “Siamo oltre il consenso che abbiamo già ottenuto (…) dobbiamo smettere di far finta di essere per l’uguaglianza: voglio dire, che “uguaglianza” concedere ai pastori cristiani bigotti con un’opinione che porta al rifiuto delle coppie gay sposate? (…)  se davvero siamo seri sul silenziare l’odio, perché non proteggiamo ancora la società togliendo i figli dalle mani dei genitori anti gay?”.

Si ratta quindi di uno scontro aperto, che senza l’elezione di Trump non avrebbe nemmeno potuto cominciare, ma che è solo all’inizio e che si deve decidere di combattere. Questa volta non in difesa.

di Benedetta Frigerio | Notiziecristiane.com

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