I radical-chic nostrani si richiamavano alla cultura sovietica : era superiore alla cultura borghese perchè espressione di una società superiore.
Costoro sono stati magistralmente dipinti da Roberto Gervaso ” Spiedi e Spiedini ” 1982 : ” La loro arma preferita è l’intimidazione . Ritenendosi depositari della verità e i salvatori dell’umanità, sputano sentenze, dettano leggi, lanciano ultimatum. Chi non è con loro, è contro di loro : coi reazionari, i conservatori, i fascisti.”
Per fortuna Gervaso ha utilizzato un pennello non cancellabile nemmeno dal Comune di Roma, Speedy Gonzales nelle pulizie quando torna utile al politicamente corretto.
Hanno incassato una botta inaspettata col crollo del muro di Berlino, costruito proprio sulla base di progetti tanto ideologici quanto idioti.
Purtroppo, ma bene per il loro portafoglio, anche gli elettori non li hanno filati, facendo emergere così la categoria dei duri e puri radical-choc.
Questi, lasciata da parte l’anima di azzeccagarbugli degli chic, accelerano il progresso della società eliminando anche fisicamente gli oppositori.
Prova ne è il recente attacco a Pro Vita con il regalo natalizio di una bomba innescata che Luca Bottura, senz’altro rivoluzionario non da salotto e in prima linea, non ha visto. Il tutto liquidato con la neolingua ” pernacchia”.
Oggi la reazione degli choc ai morituri fascisti di Pro Vita è automatica. Basta citarla e, come i celebri cani di Pavlov, scatta la molla demolitrice.
Viene chiesto addirittura il suo scioglimento da Franco Grillini, propugnatore di una rivoluzione ” gentile “, dimenticando le sue parole del giugno 2017 “Le minacce sono un reato”. Invece quelle proferite e scritte contro Pro Vita ovviamente sono solo auguri di Natale male interpretati.
Una pennellata sulla serranda di Pro Vita afferma perentoriamente ” Ci avete rotto il c …o” denotando la partecipazione anche maschile all’attacco di ” Non una di meno”.
Il comune cittadino è frastornato : forse una femmina che si sente maschio ?
Andrea Picco
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