L’europarlamentare Basso: «Ecco come i cristiani in tutto il mondo vengono perseguitati. Occorre agire»

«In Europa ricordiamo sempre che la libertà di praticare la propria religione è un diritto fondamentale classificato come diritto umano dalla Unione Europea e dalle Nazioni Unite. Credo che tale libertà abbia un grosso impatto su tutti gli individui e lo considero un pilastro per la dignità e lo sviluppo della persona umana. Il cristianesimo è vita, è cultura, è amore ed è una delle fondamenta portanti della nostra Unione. Questo rispetto è anche alla base della convivenza pacifica tra i vari popoli», queste le parole della parlamentare europea Alessandra Basso (gruppo Lega – Identità e Democrazia).

La Basso ha espresso quanto segue a Pro Vita & Famiglia, in particolare a seguito alla presentazione di un Report – presso il Parlamento europeo – sui Paesi nei quali i cristiani subiscono persecuzioni e discriminazioni.

«Quello, però, che appare dalla World Watch List della ONLUS “Porte Aperte” è che il resto del mondo non è altrettanto clemente nei confronti del cristianesimo e dei suoi credenti. Nell’anno 2022, possiamo contare oltre 2000 attacchi a chiese o altri edifici cristiani, 5621 cristiani uccisi per il loro credo e 4500 cristiani arrestati solo per la propria fede».

«L’evento organizzato lo scorso 25 gennaio in Parlamento si è concentrato molto sull’Iran e sulle sue persecuzioni che non riguardano solo le numerose donne maltrattate e uccise ma, anche, i cristiani. Ci hanno fatto vedere un video di una ragazza di 19 anni, lapidata ed uccisa dai suoi compagni solo perché voleva professare la propria fede cristiana. Immagini davvero terribili».

«In alcuni, troppi paesi – prosegue l’eurodeputata – si assiste a sistematici attacchi, attacchi molto spesso violenti, come in Nigeria, altri più sofisticati, come nel caso della Cina, dove la libertà di professare la propria fede è oppressa tramite la restrizione all’uso di internet, usando censure, disinformazione, fino ad arrivare ad una sorveglianza estrema, attraverso l’uso di app di tracciamento»

«L’Europa dov’è in tutto questo? Perché l’Unione è così attenta a inventarsi l’islamofobia nel nostro continente e non a proteggere chi, in giro per il mondo, davvero perde la vita solo per il Dio in cui prega? Il nostro continente è la culla del cristianesimo, la nostra stessa cultura è stata plasmata dal cristianesimo».

«Particolarmente toccante – conclude la Basso – è stata la testimonianza di Dabrina Bet-Tamraz, di origine iraniana, che ha raccontato degli arresti subiti dalla sua famiglia, con la scusante delle “sicurezza nazionale” e di come fossero seguiti, fotografati e la loro casa controllata. È stata delineata una situazione drammatica ed in peggioramento in tante regioni del mondo, dove spesso i cristiani, non conoscendo i loro diritti, finiscono in prigione».

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