Lettera di una donna anziana chiusa in una casa di riposo. 

Questa lettera rappresenta il bilancio della mia vita. Ho 82 anni, 4 figli, 11 nipoti, 2 bisnipoti ed una stanza di 12 metri quadrati. Non ho più una casa e nemmeno le mie amate cose, però ho chi mi riordina la camera, mi prepara da mangiare e mi fa il letto, mi controlla la pressione e mi pesa. Non ho più le risate dei miei nipoti, non posso più vederli crescere, abbracciarsi e litigare; alcuni di loro vengono a trovarmi ogni 15 giorni; altri ogni tre o quattro mesi; altri, mai. Non faccio più le crocchette o le uova ripiene e nemmeno i rotoli di carne macinata, né il punto croce. Ho ancora dei passatempi da fare e il sudoku che m’intrattiene un po’”. “Non so quanto mi rimarrà, però devo abituarmi a questa solitudine; faccio terapia occupazionale e aiuto in ciò che posso chi sta peggio di me, anche se non voglio affezionarmi troppo: spariscono frequentemente. Dicono che la vita sia sempre più lunga. Perché? Quando sono sola, posso guardare le foto della mia famiglia e alcuni ricordi che mi sono portata da casa. E questo è tutto. Spero che le prossime generazioni capiscano che la famiglia si costruisce per avere un domani (con i figli) e ripagare i nostri genitori con il tempo che ci hanno regalato per crescerci.

Questa lettera rappresenta uno spaccato di vita, uno spaccato di ciò che molti uomini e donne anziani stanno vivendo, anche se non possono testimoniarlo o non sanno o non sono in grado scriverlo.

I mass media sempre più spesso danno la notizia che il tasso di natalità giorno dopo giorno in Italia diminuisce e la popolazione italiana sta diventando un paese sempre più della terza età; ma questa informazione non suscita molto spesso nessuna riflessione. Credetemi molti di noi non facciamo più caso a questa notizia perché dai 18 ai 50 anni non pensi minimamente che un giorno sarai come quella persona anziana che ha scritto questa lettera. Pensi che vivrai più di cent’anni, pensi che rimarrai sempre giovane per goderti appieno tutto ciò che desideri e tutto ciò che il mondo ti prospetta.

Ma se un bel giorno smetti di sognare e apri gli occhi, ti accorgerai che quel treno dove salito, quando ti hanno concepito, si sta avvicinando sempre più velocemente al capolinea e più della metà di quelle fermate sono passate. Quel treno una volta affollato di persone che conoscevi si va sempre più svuotando, perché molti di loro sono via via scesi a destinazione e tu non sai quanto tempo ti resta per arrivare a destinazione. E’ allora che cominci a renderti conto che quegli anziani, che hai guardato con sufficienza, che hai biasimato, che hai criticato fino a poco tempo fa o che hai tenuto distante quando pensavi a vivere la tua vita, la tua famiglia, il tuo lavoro e i tuoi divertimenti, ti appartengono ancora di più, sono parte di te, dei tuoi ricordi e della tua famiglia anche se avevi deciso di tenerli fuori dalla tua vita o nella peggiore delle ipotesi di abbandonarli.

E poi i rimorsi… ti viene in mente quella famosa frase di Confucio: “Non fare agli altri ciò che non vorreste venisse fatto a te”. Ebbene sì, tutti cresciamo e tutti invecchiamo e se vogliamo che qualcuno ci ami per quello che diventeremo, iniziamo a ripagare i nostri genitori e le persone a noi care… non serve tanto, a volte basta pochissimo del nostro tempo o anche dei piccoli gesti per ricambiare il tempo che ci hanno regalato per crescerci.

A volte sì, basta veramente poco, anche un semplice gesto d’amore, una carezza, un’emozione o una parola amica! Facciamo sentire che ci siamo, facciamo sentire la nostra presenza non solo fisica ma col cuore… facciamo sentire che l’amore di Dio dimora in noi, in questo modo non solo farai felice loro ma farai felice te e LUI perché capirai quanto vali.

Pietro Proietto

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