Luca 15:11 | Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane di loro disse al padre: “Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta”. Ed egli divise fra loro i beni. (bis)
Sapere di possedere dei beni e di avere la libertà di poterne disporre può giocare brutti scherzi, come avviene a questo giovane che ha il diritto e le possibilità ma non la capacità di saper amministrare.
I tempi di Dio non servono solo a collocare in un’era temporale le nostre vite e le nostre opere ma hanno soprattutto uno scopo formativo per il nostro carattere, la pedagogia Divina forma maestrevolmente la nostra personalità, i Suoi no servono a gestire la capacità di adattamento e spingono a considerazioni sempre più mature nel capire, stimare e fare la volontà d Dio.
L’attesa di una benedizione promessa ha un effetto terapeutico sulle nostre ansie e fortifica aree caratteriali come la pazienza e la sopportazione dei tempi difficili, alimenta la speranza che le cose cambieranno al momento opportuno, aiuta a dare valore alla quotidianità di routine e di relazioni, si continua ad imparare e si continua a crescere.
Prov 20:21 L’eredità acquistata con precipitazione all’inizio, alla fine non sarà benedetta.
Affrontare le dure lezioni della vita da soli è spesso una presunzione giovanile che porta a grandi sofferenze, l’eredità non significa solo possedere beni ma anche avere una famiglia, Dio è la tua eredità, tuo padre è la tua eredità, i tuoi fratelli sono la tua eredità, il vero bene non è quello materiale, il vero patrimonio è la famiglia, la vera libertà non l’indipendenza ma l’interdipendenza.
Al nostro giovane non interessa tutto ciò, i suoi occhi sono puntati sulla nuova libertà e sulle opportunità che sono davanti a lui, quante fratture generazionali consumano le eredità ma ancor più gli eredi, quanti trasformano il bene in male decidendo di vivere tagliando cordoni e legami che non erano catene ma vincoli amorevoli.
Il comune pensiero dei figli traviati colpisce l’operato dei padri e dei fratelli, ne mette in discussione la contemporaneità e la funzionalità, la resistenza al cambiamento e tant’altro, eppure per questo Dio dona i figli ai padri per lavorare assieme e non per dissipare la benedizione, i figli devono aiutare la famiglia non evadere da essa, essi sono la continuazione e non la sostituzione.
Salmo 127:3 Ecco, i figli sono un dono che viene dal SIGNORE; il frutto del grembo materno è un premio. 4 Come frecce nelle mani di un prode, così sono i figli della giovinezza.
D’altronde l’eredità non significa altro che ricevere qualcosa che qualcun altro ha preparato, per questo motivo dovrebbe umiliare e non esaltare, spingere alla gratitudine e non al disprezzo, legarsi e non sciogliersi.
Ognuno ha ricevuto in dono la vita, e i cristiani anche la vita eterna, la più grande ricchezza che hai ricevuto è il dono di Dio; Gesù Cristo, non farne ciò che vuoi ma fai che Egli vuole!
Capisco pure che molti non si comportano da buoni padri, sono faziosi ed egoisti, che i figli hanno tante giustificazioni per comportarsi in modo diverso, altri hanno ragioni inconfutabili, ma a tutti voglio ricordare che al di sopra dei padri c’è il Padre, la tua vera eredità è stata preparata da Lui e nessuno potrà rubarti il Suo bene, nessuno potrà chiudere ciò che Lui ha aperto, da chiunque dipenda la tua crisi, rimani a casa e aspetta!
Risplendi!
Tino Di Domenico | Notiziecristiane.com
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