L’EREDITÀ DI LOSANNA

firma-documento-corbis-672Il documento sul Patto di Losanna par. 5 esprime il seguente concetto: “Benché riconciliazione con gli uomini non significhi riconciliazione con Dio, né l’azione sociale sia da identificare con l’evangelizzazione e neppure liberazione politica significhi salvezza, affermiamo ciò nonostante che evangelizzazione e l’attività socio-politica fanno parte entrambe del nostro dovere cristiano. Per ambedue è necessario l’annuncio delle nostre dottrine di Dio e dell’uomo, il nostro amore per il prossimo e la nostra obbedienza a Gesù Cristo”.

Anche i temi sull’evangelizzazione e sulla sua responsabilità sociale hanno prodotto risposte e comportamenti divergenti tra loro nell’ambito delle varie denominazioni evangeliche. Si tratta di due temi di cruciale importanza per il cristianesimo contemporaneo che ha visto il XX e il XXI secolo protagonisti di manifestazioni storiche del cristianesimo, anche il Patto di Losanna con il suo documento 5 si impegna nel riportare un equilibrio biblico in questi ambiti.

LA NOSTRA PACE E’ IN GESÙ CRISTO, NON NEL MONDO

La metà del XIX secolo è stata protagonista nel vedere annacquare molte verità bibliche da parte di pastori protestanti liberali arrivando, addirittura, in una svolta del movimento ecumenico sulla socializzazione dell’Evangelo da parte del CEC (Commissione su Missione ed Evangelizzazione – Città del Messico, 1963). Loro anziché annunciare la Salvezza attraverso la nuova nascita annunciano una salvezza sociale legata alla pace politica e alla giustizia sociale.

Il Patto di Losanna par. 5 chiarisce che tutta la Chiesa deve portare l’Evangelo che ci è trasmesso nelle Scritture dall’apostolo Paolo e cioè : “Solo Gesù Cristo salva” e solo attraverso la “fede” in Lui possiamo riconciliarci con Dio.

IL NOSTRO MONDO E’ DI DIO QUINDI E’ DA RICONQUISTARE

Isaia 58 ci trasmette una sostanziale e importante rivelazione biblica che è collegata ad un’ansia escatologica sul grande mandato di Matteo 28:18 che chiarisce che ogni potere in cielo e in terra appartiene al Signore che ci chiama a fare discepoli di tutte le nazioni. A questo motivo il Patto di Losanna afferma che “evangelizzazione e attività socio-politica fanno parte entrambe del nostro dovere cristiano”.

COME GESÙ, FATE DEL BENE SENZA SPERARNE NULLA

Alcuni ambiti evangelici facevano dipendere, erroneamente, il rapporto tra responsabilità sociale ed evangelizzazione. Invece siamo stati chiamati, dal Signore, anche in un impegno sociale che implica l’annuncio delle dottrine di Dio e dell’uomo.

UN UNICO MANDATO

La modernità ha causato anche una conflittualità che vede separati i due campi d’azione: sociale e di evangelizzazione.

Il Signore Gesù ci ha lasciati il suo esempio, durante il suo ministero, conduceva entrambi i compiti in quanto legati dallo stesso mandato.

Mentre proclamiamo l’amore di Dio dobbiamo anche impegnarci ad essere portatori di giustizia e di pace come dimostrazione pratica e coerente tra le nostre parole e le nostre azioni, le due cose sono inseparabili (Manifesto di Manila par. 4).

L’EREDITA’ DI LOSANNA

MANILA (1989) E LA CATTOLICITÀ DELLA MISSIONE

Il secondo Congresso per l’Evangelizzazione Mondiale tenutosi a Manila dal 11 al 20 luglio 1989 ha lasciato un segno nella spiritualità evangelica globale e ha lanciato il messaggio che “Gesù splende e riempie il mondo con la sua gloria”.

Il Congresso si collocò sulla scia di Losanna 1974 nel redigere un documento programmatico che fissasse alcuni punti strategici. Il Manifesto si struttura in tre parti: tutto l’evangelo, tutta la Chiesa, tutto il mondo. Sottolinea la necessità di una totalità del coinvolgimento di annunciare e vivere attraverso la missione l’evangelo nella sua pienezza.

TUTTO L’EVANGELO

La prima sezione del Manifesto richiama la cattolicità all’evangelo, nella sua integrità e totalità, in poche parole in “tutto l’evangelo”. Così come i Riformatori del XVI secolo richiamarono in tota Scriptura per sottolineare che la fede deve essere radicata su tutta la Scrittura quale Parola di Dio. Similmente, Manila vuole sottolineare la necessità di attenersi solo all’Evangelo quale messaggio sulla Buona Notizia e lo fa mediante una “stesura di confessione di fede” comprensiva che si muove sugli stessi passi di quella di Losanna e dove le quattro sezioni del capitolo su “tutto evangelo” sottolineano le preoccupazioni di Manila nei confronti della cattolicità.

TUTTA LA CHIESA

Manila dopo la cattolicità dell’evangelo, si sofferma sulla cattolicità della chiesa: tutta la chiesa. Manila, inoltre, attesta anche la saldatura sempre più consolidata del movimento pentecostale e carismatico dentro il più ampio universo dell’evangelicalismo globale. Il suo Manifesto dà per scontata l’eredità storica della teologia evangelica classica incentrata sulla dottrina della giustificazione per sola grazia e richiama all’avvento del regno che contribuisce a riabilitare il ruolo di tutta la Chiesa in un sacerdozio universale della missione dove ciascun cristiano deve prendere parte responsabilmente e con la necessità della “collaborazione” reciproca.

TUTTO IL MONDO

Il Manifesto di Manila esprime la sua preoccupazione per la confessione dell’Evangelo nella sua interezza e sollecita la Chiesa intera ad andare nel mondo globale. Fa, anche, una riflessione sulle sfide che questo passaggio comporta per la missione e intravede la necessità di ripensare la teologia di un mondo il cui cambiamento ha subito un’impressionante accellerazione a cui non ha saputo far fronte. L’evangelicalismo di Manila è un movimento che rilancia il ruolo della Chiesa alla missione con l’autorevolezza dell’Evangelo biblico.

Marco Lanzarotta | Notiziecristiane.com

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