di Nirmala Carvalho
Quest’anno ricorre il 15mo anniversario dell’assassinio del missionario australiano e dei suoi due figli, uccisi da radicali induisti. Il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) riflette sulle prossime elezioni generali. Tra i candidati anche il partito nazionalista Bharatiya Janata Party (Bjp), che sostiene i gruppi più radicali.
Mumbai (AsiaNews) – Il martirio del rev. Graham Staines e dei suoi due figli ci ricorda che “è di vitale importanza comprende la gravità delle sfide poste dal fondamentalismo indù”, soprattutto in vista delle elezioni generali di quest’anno. È quanto afferma ad AsiaNewsSajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), in occasione dell’anniversario della morte del missionario australiano, ucciso nella notte tra il 22 e il 23 gennaio del 1999.
Quindici anni fa estremisti indù hanno bruciato vivi il pastore Staines e i figli Philip e Timothy (9 e 7 anni), mentre dormivano nella loro station wagon nel villaggio Manoharpur (distretto di Keonjhar, Orissa). Nel 2006 la vedova Gladys è tornata a vivere nello Stato indiano, insieme alla figlia superstite Esther.
Il prossimo maggio le elezioni generali si giocheranno tra due grandi forze politiche: il Congress, partito laico ora al governo, e il Bharatiya Janata Party (Bjp), partito nazionalista indù all’opposizione. Il Bjp sostiene in modo aperto i gruppi estremisti appartenenti al Sangh Parivar, responsabili di numerosi attacchi contro le minoranze etniche e religiose dell’India.
Per questo, secondo il presidente del GCIC “bisogna essere cauti, perché la loro agenda elettorale è parte di una più ampia propaganda, fatta per affermare un’ideologia nazionalista, distruggere il tessuto sociale del Paese e mettere in pericolo il pluralismo religioso dell’India”. In tal senso “è urgente salvaguardare lo spirito laico della nostra Costituzione”, per esempio “eliminando le leggi anticonversione che ancora ci sono in alcuni Stati indiani, come l’Orissa”.
Fonte: http://www.asianews.it/
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