LE NOZZE DI CANA.

Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino».E Gesù rispose: «Amata donna», rispose Gesù, «Perché mi coinvolgi? Non è ancora giunta la mia ora».La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo.Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un pò brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono».Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.Gv.2:1-11.
Le nozze rappresentano la celebrazione tra Cristo e la sua sposa ( lo sposo il Messia-Cristo e la sposa Israele spirituale-Chiesa)
Nella festa delle nozze Gesù fa assumere al convito di nozze un carattere particolare dato dall’unione dello Sposo con la Sposa (Chiesa) che rappresenta la nuova Alleanza tra Cristo e gli Eletti, secondo il piano salvifico promesso fin dal principio da Dio Padre e realizzato, nella pienezza dei tempi da Gesù attraverso la costante azione dello Spirito Santo.
In questo dialogo Gesù fa notare alla sua chiesa amata che la sua ora non era ancora venuta, cioè; che, profetizzando metteva enfasi alla sua seconda venuta. Parole essenziali che rivela una intensa comunione spirituale solo con i suoi discepoli, ma naturalmente non era ancora dato loro di capirlo visto che, le sue parole erano parole profetiche difficilmente da intendere senza lo Spirito Santo.
L’ACQUA MUTATA IN VINO.
Con il miracolo dell’Acqua mutata in vino, Gesù, mostra alla sua amata sposa che noi siamo come otri.
“Il vino rappresenta la ,”Grazia” nuova nascita, quello buono”. Gv.3:3.
E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi;”Legge” altrimenti il vino nuovo rompe gli otri, ed esso si spande e gli otri vanno perduti. Ma bisogna mettere il vino nuovo in otri nuovi, cosí tutti e due si conservano. Lc.5:37.
Lo sposo, non sapendo queste cose, riceve i complimenti del Maestro di tavola per aver serbato fino al momento finale della festa il vino migliorie. Nessuno poi, avendo bevuto del vino vecchio, ne vuole subito del nuovo, perché egli dice: “Il vecchio è migliore”». Lc.5:39.
Ma ora Gesù ha ottenuto un vino più eccellente, perché, se il vino vecchio poteva essere migliore, non sarebbe stato necessario attingere dell’acqua = vita, per mutarlo di nuovo in vino più buono.
Inoltre disse loro una parabola: «Nessuno cuce un pezzo di un vestito nuovo sopra un vestito vecchio; “Legge” altrimenti si trova con il nuovo strappato, e il pezzo tolto dal nuovo non si adatta al vecchio.
E nessuno mette vino nuovo “Grazia” in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo rompe gli otri, ed esso si spande e gli otri vanno perduti. Lc.5:36-37.
Chi ha orecchie da udire Oda.
Evangelista Luciano Sigismondi.

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