L’Alleanza della fratellanza ha iniziato gli attacchi ieri prima dell’alba e pare abbia conquistato una serie di avamposti. La popolazione ha confermato la presenza di combattimenti, ma non è chiaro ancora quante siano le vittime. Il gruppo a guida dell’operazione militare oggi ha intimato alle truppe dell’esercito di consegnare le armi e arrendersi e ha chiesto ai cittadini cinesi di evitare di sostenere il regime.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Un gruppo di tre milizie etniche ha lanciato un’offensiva contro l’esercito birmano nel nord del Myanmar. In una dichiarazione diffusa ieri, l’Alleanza della fratellanza – composta dall’Esercito di liberazione nazionale Ta’ang (TNLA), dall’Esercito Arakan (AA) e dall’Esercito dell’alleanza nazionale democratica del Myanmar (MNDAA) – ha dichiarato di aver iniziato l’operazione 1027 nello Stato Shan. Sebbene i media locali abbiano riportato diverse vittime finora, non è chiara l’estensione degli scontri e il numero di combattenti coinvolti. Secondo gli esperti, le milizie (che fanno parte della resistenza armata contro le truppe dell’esercito che hanno preso il controllo del Paese a febbraio 2021 con un colpo di Stato) possono contare fino a 15mila effettivi.
I canali Telegram filo-governativi dicevano ieri che le milizie avevano attaccato 12 città in una fascia di territorio di circa 100 chilometri. L’agenzia stampa tedesca Dpa ha detto di aver ricevuto informazioni secondo cui sono state prese di mira le città di Lashio, Kyaukme, Naungcho, Chinshwehaw e Laukkaing, tutte sotto il controllo del regime.
Al momento l’operazione sembra essere guidata dal MNDAA, che ieri ha lanciato contro le postazioni dell’esercito birmano una serie di raid verso le 4 del mattino. Il MNDAA ha poi affermato di aver conquistato una serie di “importanti posizioni strategiche” tra cui avamposti alla periferia della città di Lashio. Una serie di combattimenti si sono tenuti anche in aree che sono valichi di frontiera con la Cina, come Mong Ko e Chin Shwe Haw, parte della regione Kokang.
Anche diversi residenti hanno confermato ai media locali in lingua birmana che le regioni al confine sono state conquistate dalle milizie etniche, ma nel caos dei combattimenti i territori possono facilmente entrare nelle mani di una fazione o dell’altra anche nel giro di poche ore.
“Tutti i negozi sono chiusi e nessuno esce”, ha detto in forma anonima un residente di Hopang, a circa 10 km da Chin Shwe Haw. “Possiamo sentire costantemente il rumore degli aerei e degli spari”, ha aggiunto. Nel frattempo tutti i voli da e per l’aeroporto di Lashio sono stati cancellati.
Le zone di confine del Myanmar ospitano decine di gruppi etnici, alcuni dei quali combattono da decenni contro il governo centrale per l’autonomia e il controllo delle risorse sul territorio. Le aree al confine con la Cina sono note per ospitare una serie di commerci illegali, tra cui la tratta di esseri umani. Oggi il MNDAA ha chiesto che tutte le truppe della giunta consegnino le armi e si arrendano immediatamente e ha domandato ai cittadini cinesi di astenersi dal partecipare ad attività contro le milizie e di non accettare gli incarichi offerti dall’esercito birmano, suggerendo di aver conquistato definitivamente il territorio.
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui