Nel giorno in cui incomincia alla Camera la discussione sulla legge sull’omofobia, arriva la notizia che conferma la tesi di quanti temono che tale norma introdurrà pesanti limiti alla libertà di espressione. Alcune associazioni lgbt hanno incontrato il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S), chiedendogli di presentare un’interrogazione che faccia «piena luce» su quanto accaduto durante la puntata del 20 agosto di Unomattina (RaiUno).
COSA E’ SUCCESSO. Il tema trasmissione era, appunto, la legge sull’omofobia ed erano stati chiamati a confrontarsi Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, e Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione dei Giuristi Cattolici. Il dibattito, come vi abbiamo raccontato il giorno dopo su tempi.it, è stato dialetticamente vinto da Cerrelli, che ha mostrato in più punti come le preoccupazioni di chi tema una limitazione alla libertà di espressione siano più che fondate.
A ulteriore riprova, dopo la denuncia del presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, Luigi Palma, giunge ora questa iniziativa di Arcigay, Arcilesbica, Agedo e Gay Net che – tramite il parlamentare grillino – tornano a soffiare sul fuoco. Secondo Gay Center, la trasmissione sarebbe addirittura stata sbilanciata in favore delle tesi di Cerrelli, al quale sarebbe stata concessa la possibilità di «argomentare le sue assurde tesi contro un’eventuale legge antiomofobia», mentre al povero Marrazzo «non è stata data piena possibilità di replica».
Marrazzo ha anche chiesto che sia istituito un osservatorio permanente sulle tematiche lesbiche, gay e trans, che possa monitorare che in Rai si faccia corretta informazione. «Il presidente Fico ha sostenuto – riferisce una nota di Gay Center – che la televisione pubblica, e non solo, deve garantire una corretta informazione, senza dare adito a teorie che non hanno nulla di scientifico, ma che mirano a creare discriminazioni. Il presidente valuterà azioni che possano riequilibrare quanto accaduto e si adopererà al fine di cercare di attuare quanto richiesto dalle associazioni e gruppi in questione».
UNA VICENDA ASSURDA. Qualsiasi persona di buon senso che abbia la pazienza di rivedere la puntata, non potrà fare a meno di constatare quanto tutta questa vicenda sia assurda.
1. La trasmissione si apriva con un servizio sull’emergenza omofobia. I conduttori in studio, così come le domande poste agli ospiti e i servizi degli inviati, andavano tutti in questa direzione. Se uno sbilanciamento può essere denunciato è quello a favore delle opinioni di Marrazzo, non di Cerrelli. La banale verità è che le argomentazioni poste da Cerrelli hanno più volte preso in contropiede Marrazzo (sull’inutilità della norma, sulla sbagliata e clamorosa citazione anti-Ratzinger, solo per citarne due).
2. Unomattina è un talk show. Se un ospite viene invitato a esprimere le sue opinioni per fornire un contraddittorio con una persona che la pensa diversamente, cosa ci si può aspettare da lui? Che dia ragione al suo antagonista? Dire che a Cerrelli è stata concessa «la possibilità di argomentare le sue assurde tesi contro un’eventuale legge antiomofobia» è bizzarro. È una frase che oltrepassa il ridicolo per finire nel grottesco. Di che cosa dove parlare Cerrelli? Poteva solo dare ragione a Marrazzo? Oppure doveva stare zitto?
3. Per quanto riguarda la discussione sulle “terapie riparative”, la falsità raggiunge il suo apice. Al di là del merito – e cioè se tali terapie funzionino o meno – resta il fatto che, durante la trasmissione, non (avete letto bene: NON) se ne è parlato. Basta vedere il video della puntata. Al termine di un discorso, Cerrelli accenna all’esistenza di tali terapie. Altro non dice perché finisce il tempo e i conduttori mandano la pubblicità. Non vi è stato alcun dibattito su questo. Ma solo averle nominate ha fatto scattare le associazioni lgbt. Non osiamo immaginare cosa possa accadere se una trasmissione fosse dedicata ad esse.
4. Tutta questa vicenda non fa altro che confermare quanto andiamo scrivendo da tempo. E cioè che la legge sull’omofobia non mira a tutelare le persone omosessuali che vengono discriminate per le loro preferenze sessuali (lo ripeteremo di nuovo a rischio di apparire zelanti: se discriminazione c’è, essa va punita con gli strumenti di legge già esistenti), no, la norma Scalfarotto-Leone mira a mettere il bavaglio a persone come Cerrelli. Questo episodio ne è l’ennesima conferma.
FONTE: http://www.tempi.it/
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