Nel secondo trimestre del 2016 sono state registrate 2,45 milioni di attivazioni di contratti nel complesso a fronte di 2,19 milioni di cessazioni. La maggioranza delle cessazioni sono dovute al termine del contratto a tempo determinato (1,43 milioni). Crollati i nuovi contratti a tempo indeterminato: -29%. Tra le altre cessazioni sono aumentate quelle promosse dal datore di lavoro (+8,1%) mentre si sono ridotte quelle chieste dal lavoratore (-24,9%). In particolare sono aumentati i licenziamenti (+7,4% sul secondo trimestre 2016).
Cosa succede in realtà? Manca il lavoro? Si manca ma comunque ora alcune aziende specie impegnate nella costruzioni di grandi opere evitano di partecipare alle gare di appalto perché i prezzi al ribasso non permettono di rientrare nei costi del lavoro, e dove può risparmiare un azienda? Sul materiale? No sulla manodopera. Per esperienza personale so che le grandi aziende in questo periodo hanno iniziato il licenziamento di massa di vecchi operai qualificati e specializzati perché percepiscono stipendi (giustamente maturati dopo anni di lavoro ed esperienze) troppo alti per i nuovi canoni. Ecco allora che molti operai ormai sicuri del loro posto di lavoro si ritrovano a casa senza ma e senza se. Quando l’azienda inizia di nuovo a prendere i lavori chiamerà per legge i vecchi operai che non saranno assunti con i vecchi contratti, esempio: chi prendeva 2000 Euro al mese se vuole ritornare al lavoro ne percepirá 1200/1300€. Niente più diara e niente pranzo, un panino a mezzogiorno e così via. Chi non accetta non sarà riassunto per suo rifiuto e l’azienda assumerà altro personale non qualificato, risultato? Se devono costruire un ponte si costruirà alla meno peggio! Ma almeno così si può rientrare nei costi. Questo sta succedendo in Italia! Altro che uscita dalla crisi, e altro che lavoro! Questa è semi schiavitù, iniziamo a contare i nuovi poveri.
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui