L’autore della Bibbia? È Mosè. Cresce l’analfabetismo religioso

bibbia-disprezzata-222x300TORINO – Solo un italiano su tre sa dire a chi vengono attribuiti i Vangeli. E’ uno dei (molti) dati che testimoniano — nel sondaggio Eurisko Gfk per conto della chiesa valdese — la straordinaria ignoranza degli italiani in materia religiosa. Benché il 90 per cento affermi di aver ricevuto un’educazione “cattolica”, e il 50,9 dichiari di pregare “regolarmente” (anche se solo l’11 frequenta la chiesa e solo il 29 prende in mano una Bibbia al di fuori delle celebrazioni liturgiche). Metà degli intervistati ritiene che a scrivere il libro più famoso del mondo siano stati Gesù (20 per cento) o Mosè (26 per cento), il 41 sa citare soltanto uno dei dieci comandamenti, il 17 non ricorda neppure il fondamentale “non uccidere”.

Idee quanto mai confuse anche sulle tre virtù teologali, architrave di ogni insegnamento catechistico: solo il 17,2% ricorda “fede, speranza e carità”. Forse perché consapevoli del loro analfabetismo religioso, il 56% degli italiani è favorevole a insegnamenti sulle varie religioni e non solo su quella cattolica; ancora più alto il numero di coloro che ammettono che a insegnare religione potrebbero essere insegnanti di varie religioni o di nessuna religione, purché “preparati”. Resta però il fatto che a oggi le informazioni sulle “altre religioni” si acquisiscono più in parrocchia (43%) che a scuola o nelle università (25%) e tramite i media (29%). Questo interesse è confermato dal fatto che il 63% degli italiani si dice favorevole all’apertura delle moschee. Quanto all’etica, gli italiani confermano scelte autonome e talora contrapposte a quelle dei vertici ecclesiastici: così in materia di riconoscimento delle coppie gay (sì per il 63%), riguardo al testamento biologico (sì per il 74,5%) e all’inseminazione eterologa (65%). «Questi dati – commenta il politologo Paolo Naso che ne curato la presentazione al dibattito di ieri sera – mettono in luce come i giovani siano assai più “analfabeti” dei loro genitori, benché l’87 per cento degli intervistati dichiari di essersi avvalso dell’insegnamento della religione cattolica a scuola. E, in effetti, è soprattutto la parrocchia a essere indicata come il luogo in cui si possono ottenere informazioni su altre religioni».

C’è molto da fare dunque, «sia all’interno delle singole confessioni sia nelle istituzioni, perché come ha mostrato anche l’esperienza francese, la laicità non può essere quella dell’ignoranza, ma quella della competenza».

da: La Repubblica-Torino


Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui