Tante volte ci troviamo ad agire, a pensare e a comportarci come non avremmo voluto, eppure lo facciamo. La psicologia ci dice che a livello profondo, il proprio agire non risente consapevolezza alcuna. Essere consapevoli delle proprie azioni ha un risvolto sul proprio grado di benessere e identità. Diversamente ci si trova sotto l’inganno della manipolazione altrui ad esempio quando la persona si trova ad essere ed agire o in base a quello che gli dicono di fare o in base a quello che pensano tutti. La psicologia spirituale oppone a queste manipolazioni l’arte del discernimento. Il discernimento, nell’ottica dell’antropologia cristiana, è uno degli aspetti più significativi che riguarda il ‘come’ agire per essere felici, per realizzare il bene per sé e per gli altri, per godere in pienezza della vita. Gesù diceva alla gente: «Quando vedete una nuvola che sale da ponente, voi dite subito: “Presto pioverà”, e così avviene. Quando invece sentite lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Siete capaci di capire l’aspetto del cielo e della terra, e allora come mai non sapete capire quel che accade in questo tempo? Perché non giudicate da soli ciò che è giusto fare?» (Lc12,54-57). Il monito è all’appello delle proprie risorse interne, a quella sorta di giudizio critico che non ci rende passivi rispetto a quanto viene propinato. Senza giudizio critico si finisce per scambiare per vero ciò che è falso, come lo dimostra il fenomeno delle fake news. Si finisce per essere terreno fertili di manipolatori. Ricordiamo che la manipolazione fa parte sempre di un rapporto impari in cui chi manipola sfrutta l’altro utilizzando la propria posizione di potere, di immagine, di ruolo ecc. La manipolazione può verificarsi in ambito lavorativo, sociale, familiare ma è sempre in rapporto ad una relazione interpersonale diretta o indiretta. In particolare alcuni manipolatori utilizzano delle strategie che fanno presa sullo stato emozionale della paura come ad esempio, “l’intimidazione nell’ essere esclusi da un contesto”; sfrutta la paura di rimanere solo. Poiché l’uomo non è un essere isolato ma sociale, relazionale ha bisogno di vivere in un contesto. Un chiaro esempio è quello degli adolescenti che si costringono e si sottopongono a vere e proprie prove per essere accettati dal gruppo.
Quando si ha la percezione di essere manipolati ciò che si deve fare è acquisire consapevolezza del proprio agire seguito dal processo di “discernimento” per disinnescare una manipolazione. Quanto all’etimologia, del sostantivo “discernimento” deriva dal verbo latino discernere, composto di cernere (vedere chiaro, distinguere), dunque, discernere significa “vedere chiaro tra”, osservare con molta attenzione, scegliere separando. Il discernimento un processo di consapevolezza, tra un’osservazione vigilante e attenta, al fine di orientare la propria vita, verso un fine migliore. Quando sperimentiamo la fatica della scelta, il dubbio, l’incertezza, oppure cerchiamo un orientamento nella vita quotidiana o nelle grandi decisioni da prendere, noi dobbiamo fare discernimento per non restare intrappolati nelle maglie dei manipolatori sociali. E per il cristiano il discernimento si avvale della grazia di Dio che parla nella profonda coscienza di ognuno atta a stimolare la propria vocazione alla vita (Riccardi. P., ogni vita è una vocazione, per un ritrovato benessere Ed. Cittadella Assisi, 2014)
Pasquale Riccardi
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