La prestigiosa rivista “Biblical Archaeology” ha pubblicato nel numero di marzo/aprile 2014 un interessante articolo del prof. Lawrence Mykytiuk, della Purdue University, intitolato: “50 personaggi della Bibbia confermati dall’archeologia”.
Il filone è quello della cosiddetta “archeologia sacra o biblica”, ovvero le innumerevoli conferme storico-archeologiche dei testi biblici. In questo caso si è provato a fare una sintesi delle scoperte archeologiche sui personaggi che compaiono nell’Antico Testamento.
Mykytiuk scrive che «almeno 50 persone menzionate nella Bibbia sono state individuate nella documentazione archeologica. I loro nomi compaiono in iscrizioni scritte durante il periodo descritto dalla Bibbia e nella maggior parte dei casi durante o in un tempo abbastanza vicino alla vita della persona identificata».
«L’archeologia», ha spiegato qualche anno fa il biblista Simone Venturini, «è alleata della fede, nel senso che dà consistenza al nostro rapporto con Dio. Non è un’idea che – almeno per i cristiani cattolici – può essere elaborata a partire dalle mode ed esigenze del momento. Infatti, la fede in un Dio unico che si rivela all’uomo ha radici estremamente antiche e ci ricorda che la Bibbia è imprescindibile per comprendere in profondità il mistero dell’uomo».
Ricordiamo a questo proposito il best-seller intitolato “La Bibbia aveva ragione” di Werner Keller, in cui vengono sintetizzate (in oltre 400 pagine) tutte le scoperte archeologiche a conferma del testo biblico, almeno fino al 1955. L’Antico Testamento non è stato scritto con la pretesa di essere un documento storico, ma innanzitutto morale e la sua lettura dev’essere dunque interpretata. Tuttavia il contesto in cui appaiono i racconti biblici sono in gran parte storici e storicamente attendibili, come l’archeologia -per l’appunto- dimostra.
La redazione
Tratto da: http://www.uccronline.it/
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