Il 2023 è stato un anno molto duro per i cristiani del Laos, con una serie di notizie difficili e tante testimonianze di intolleranza anticristiana raccolte dalla nostra rete di partner locali. Eccovi due esempi.
Nella prima metà dell’anno un pastore di nome Nasay*, leader di una chiesa nel sud del Laos, è stato convocato dalla polizia e interrogato per un’intera giornata dopo essersi rifiutato di sospendere gli incontri della chiesa di cui si prende cura.
Questo è accaduto dopo che le autorità hanno ordinato la cessazione delle attività della chiesa e il passaggio dell’edificio a spazio polivalente per l’intero villaggio. Davanti alle resistenze del pastore, le autorità hanno richiamato tutti i leader della chiesa intimando loro di firmare una serie di documenti. Tutti si sono rifiutati.
Non molto tempo dopo, due camionette cariche di militari, insieme ad alcuni monaci buddisti, hanno raggiunto Nasay. Il governatore, arrivato sul posto insieme alla polizia, ha iniziato a minacciare il pastore dicendo: “Il cristianesimo non è la nostra religione. Noi dovremmo mantenere il buddismo come religione nazionale. Devi rinunciare alla tua fede e chiudere la chiesa”. Subito dopo, urlando,un ufficiale ha aggiunto: “Se non segui questo ordine fai attenzione… tua figlia è ancora giovane. Potresti dover continuare a vivere senza di lei. Non hai paura?”
Terminato il confronto con le autorità, Nasay ha raccontato tutto ciò che era avvenuto alla sua congregazione e chiesto ai fedeli di impegnarsi in preghiera.
Morto nella foresta
Un secondo terribile evento è avvenuto in un’altra provincia del Laos meridionale, dove un cristiano di nome Sone* è stato rinvenuto senza vita nella foresta. Dopo la sua conversione a Gesù, Sone aveva iniziato a condividere la fede a vicini e parenti, per questo era disprezzato e rigettato dell’intero villaggio: un’intolleranza che ha raggiunto il suo apice quando tre intere famiglie hanno abbandonato il buddismo per seguire Cristo.
Una domenica, durante la funzione religiosa, i membri della chiesa hanno notato che Sone non era presente. Una cosa insolita per lui. Hanno quindi provato a cercarlo senza successo. Solo qualche ora dopo un abitante del villaggio li ha avvisati che il suo corpo era stato trovato nella foresta, sotto un albero, senza vita.
Kaithong*, partner locale di Porte Aperte/Open Doors, ci ha riferito che “voci sostengono che Sone fosse a caccia nella foresta quando è caduto da un albero, ma i cristiani sono convinti che sia stato ucciso di proposito. Il suo corpo era infatti pieno di lividi e presentava un foro dietro alla testa”.
La comunità cristiana ha subito chiesto che venisse fatta un’indagine approfondita ma gli abitanti del villaggio si sono opposti. Un credente ha detto che “secondo l’ufficiale di polizia, se i leader della chiesa vorranno proseguire nelle indagini, dovranno pagare il servizio”.
In Laos i cristiani di origine buddista o animista subiscono pressioni e violenze da parte della propria famiglia e delle autorità locali. La comunità attacca i nuovi credenti fino a quando questi non arrivano ad abbandonare i villaggi. Inoltre, molte chiese registrate sono sottoposte a rigidi controlli mentre quelle che non riescono ad ottenere i permessi necessari sono costrette a incontrarsi e a operare di nascosto.
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