…”Insegnaci, o Signore, a contare bene i nostri giorni per acquistare un cuore saggio…”
Manca una manciata di ore all’intronizzazione del nuovo anno. Al pari di un bizzarro tiranno continuerà a scandire silenziosamente ma inesorabilmente il fluire della breve esistenza umana. Come un vecchio re malconcio e morente il sedicesimo anno del terzo millennio si appresta a declinare, divenendo Storia.
E’ consuetudine che l’arrivo del nuovo anno eccita gli animi degli uomini più per un compiaciuto, non controllato senso di euforia delirante che per una pacata, sensata riflessione sul senso della vita che passa, del tempo che va avanti ineluttabilmente,che nel suo vorticoso fluire travolge l’effimera e cadùca vita umana. La gente non sembra curarsi che l’avvicendarsi degli anni richiama alla memoria la finitezza dell’uomo e il suo annientamento, il ritorno di ogni mortale nella polvere. Sembra piuttosto che vi sia una inconscia rimozione della brevità della vita umana, quando l’uomo cerca di sostituire disperatamente la cognizione della brevità dell’esistenza umana con frammenti gioiosi del vivere quotidiano di cui le grandi feste universali sono una piacevole espressione.
E’comprensibile e condivisibile che dalle viscere più riposte dell’uomo si sprigiona un forte, elegiaco afflato amoroso verso la vita. Egli è fortissimamente attaccato ad essa.
Egli si inganna, quando non si cura e rimane indifferente o imprigionato, disprezzando la fonte primordiale della vita che le assicura continuità e stabilità: Gesù Cristo, che è “di eternità in eternità, Dio” (salmo 90:2).
Nell’evento Gesù l’uomo esce fuori dalla sua condizione tragica dell’essere simile all’erba che verdeggia la mattina e la sera è falciata e inaridisce, se egli si prende tragicamente coscienza che la causa della sua breve esistenza é la sua ostilità contro il Signore: “….Tu metti le nostre colpe davanti a Te, e i nostri peccati nascosti alla luce del Tuo volto.(Sl 90:8).Soltanto nell’essere riconciliato con Dio per mezzo di Gesù Cristo l’uomo impara a contare bene i suoi giorni acquistando un cuore saggio (Sl 90:12).
Sarà saziato, esulterà e gioirà e lavorerà con serietà e responsabilità nel corso della sua esistenza, con la consapevolezza che il tempo non lo annienterà, perché Dio ha messo nel suo cuore il pensiero dell’eternità: “….Non c’è nulla di meglio per l’uomo del rallegrarsi e del procurarsi del benessere durante la loro vita, ma che se uno mangia, beve e gode del benessere in mezzo a tutto il suo lavoro, è un dono di Dio” (Eccl. 3: 12-13).
Da questa visione rigorosamente cristiana acquista un profondo significato la pirotecnica, gioiosa, festante accoglienza del nuovo anno, di ogni nuovo anno, perché si è fortemente consapevole che il tempo che si sta prospettando nella sua immediatezza sarà foriero di esperienze gratificanti se è vissuto il presente con passione. entusiasmo e con creatività, acquisendo anche la forza morale e spirituale di affrontare coraggiosamente avvenimenti e situazioni ostili e drammatiche che puntualmente si riverseranno sulla propria strada.
Da questa prospettiva rigorosamente cristiana lo scambio degli auguri e la speranza di migliorare la propria condizione morale, sociale, economica, di progettare e raggiungere ragionevoli traguardi si vestono di umanità e credibilità e responsabilità senza cadere nella dallana, ironica e grottesca banalità, che l’unica novità nell’avvicendarsi degli anni è “che l’anno che sta per arrivare tra un anno passerà”, valorizzando in senso cristiano l’aforisma oraziano “Dum loquimur, fugerit invidia aetas: carpe diem, quam minimum credula postero”(Mentre parliamo,ecco il tempo geloso sarà fuggito: cogli con passione il giorno che vivi, fida il meno che puoi del domani).
Buon Anno
Paolo Brancè | Notiziecristiane.com
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