L’incontro del presidente della FCEI con il sindaco dell’isola Giusi Nicolini
Roma – “Sono tornato a Lampedusa con il pieno sostegno dei vari organi della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) per ribadire il nostro impegno a valorizzare ciò che l’isola rappresenta: il confine sud dell’Europa, un ponte naturale verso il Nord Africa, la meta della speranza per migliaia di profughi, la difficoltà italiana ed europea a farsi carico di un programma di accoglienza che tuteli persone che fuggono dalla povertà e dalla fame ma anche dalle persecuzioni e dalle violenze di massa. In questo senso Lampedusa è un luogo simbolo che ci impegna per i diritti e l’accoglienza”, è quanto ha dichiarato il pastore Massimo Aquilante, presidente della FCEI di ritorno da una visita a Lampedusa.
“Sono stata molto lieta di aver potuto incontrare la delegazione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – ha dichiarato all’agenzia NEV il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini a termine dell’incontro –. Le chiese evangeliche della FCEI furono tra le prime, già nel novembre 2012, a dare eco all’appello che feci all’Europa: un richiamo alla responsabilità affinché Lampedusa non venisse percepita come zona di frontiera e di accoglienza solo per l’Italia. In quel periodo stava crescendo giorno dopo giorno la mia indignazione per tutte le stragi di esseri umani che soccorrevamo a pochi metri dalle nostre coste, numeri, morti che sarebbero purtroppo aumentati, una tragedia annunciata”.
“Come FCEI – ha concluso Aquilante – abbiamo deciso di impegnarci in iniziative che vadano in questa direzione e, per quello che potremo e riusciremo, di fare la nostra parte. Dopo la visita a Lampedusa, infatti, sempre in Sicilia ho incontrato i rappresentanti di varie chiese e strutture di servizio – quelle che con un termine del Nuovo Testamento chiamiamo diaconali – per verificare la possibilità di un nuovo impegno degli evangelici nelle iniziative di accoglienza. La verifica è stata incoraggiante e ci impegna ad avviare nuovi programmi di accoglienza. Oltre che sulle nostre forze contiamo sul sostegno delle chiese protestanti europee alle quali chiediamo di riconoscere insieme a noi Lampedusa come simbolo di un nuovo impegno di servizio e di testimonianza”.