Oggi che ci troviamo nell’era delle grandi comunicazioni di massa, viviamo ormai sommersi dalle parole.
E così accade che i brevi momenti che abbiamo a disposizione per poter stare un po’ in comunione vengono subito riempiti di comunicazioni rapide e magari anche di parole pronunciate velocemente senza avere il tempo di rifletterle. La fretta nel parlarci rende le nostre relazioni sempre più frenetiche e, soprattutto ci sottrae la possibilità di stare ad ascoltarci, perché quando ci si parla frettolosamente non ci si ascolta davvero, in quanto ciascuno di noi finisce col concentrarsi non sulle cose che ascolta ma sulle cose che deve dire. Eppure Giacomo scrive nella sua epistola: “Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare e lento a parlare” (Giac 1:19).
Noi siamo chiamati ad ascoltarci a vicenda come Dio in Cristo ha ascoltato noi, ossia con un tipo di ascolto che non si fermi al livello conoscitivo, basato sullo scambiarsi qualche informazione, ma che possa giungere ad un livello esistenziale sempre più profondo, nel modo in cui Cristo ci ha insegnato.
Vogliamo allora affidarci al Signore affinché lo Spirito di Cristo venga ad insegnarci l’arte spirituale dell’ascolto, affinché possiamo imparare ad ascoltarci a vicenda sempre più a fondo e il nostro reciproco ascoltarci si traduca in condivisione e in una comunione d’intesa benedetta dal Signore.
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