Quale figura e immagine ci viene in mente quando pensiamo all’espressione di “aiuto convenevole”?
Coloro che conoscono la Bibbia sicuramente andranno con le loro menti al momento in cui nel secondo capitolo della Genesi, al verso 18, Dio disse:
“Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui”.
Così Dio creò, oltre all’uomo, un’altra creatura: la donna.
Quindi la donna fu concepita per essere un aiuto, per l’uomo. Un aiuto convenevole (o – come abbiamo appena visto – adatto a lui).
Prendo spunto da questa circostanza e da questa realtà giusto per fare qualche riflessione, che scaturisce proprio da questo bisogno dell’uomo (di cui Dio s’è accorto), ossia quello di un aiuto che fosse convenevole (cioè adatto) a lui.
Questo ci dice che l’uomo non fu creato per stare da solo.
Ma la riflessione che vorrei fare insieme a voi, cari fratelli e sorelle che solitamente leggete il Notiziario Evangelico, è questa:
Chi è il vero aiuto convenevole per l’uomo?
Letteralmente parlando dovremmo dire e rispondere “La donna”.
Si, certo; ma possiamo dire che questa sola risposta sia unicamente ed assoluta-mente giusta in sé?!
Se la risposta alla nostra domanda dovesse chiudersi con la semplice risposta “la donna”, allora sorgerebbero delle complicazioni:
- cosa dire, infatti, dei divorzi, in cui molti uomini (o donne) si separano dai propri coniugi? Non erano essi l’aiuto conveniente, creato fin dall’inizio da Dio per loro?
- cosa dire a coloro che o non hanno trovato un coniuge o hanno deciso di non sposarsi? Che per loro non vi è né vi sarà nessun aiuto conveniente?!
Penso che si comprenda come questi quesiti, dilemmi e contrarietà vengono fuori quando si voglia dare per assoluto e per scontato il fatto che “l’aiuto conveniente” per l’uomo (ma anche per la donna) sia effettivamente solo la donna (o viceversa soltanto l’uomo).
Se così fosse, una volta che l’uomo trovasse una donna con cui stare insieme (sposandosi) e la donna trovasse un uomo con cui sposarsi, questi non avrebbero più alcun bisogno di nessun altro “aiuto conveniente”! Poiché, semplicemente sposandosi, l’uomo e la donna troverebbero tutto ciò di cui avrebbero bisogno, senza dover ricercare altro per colmare il vuoto e la solitudine che potrebbero provare.
Ma anche questo nella realtà non si dimostra vero, dato che vi sono molti casi in cui nelle famiglie possono sorgere dei dissapori, che portano i mariti e le mogli a ricercare ancora quell’aiuto convenevole che servirebbe loro, visto che in certi momenti il proprio coniuge sembra proprio non corrispondervi.
Penso che, dicendo ciò, sto solo prendendo un esempio dalla realtà, che ci aiuta a capire che quell’aiuto convenevole di cui parla il Signore all’inizio della Genesi (la donna o, viceversa, l’uomo) sicuramente non è l’unico ed assoluto aiuto convenevole di cui l’essere umano può avere (ed ha) bisogno.
D’altra parte il testo di Genesi 2:18 dice “Gli farò un aiuto”, non l’aiuto.
Beh, che differenza c’è (forse penserà qualcuno)? La differenza è questa:
la donna (come l’uomo) è un aiuto; come a dire un aiuto fra tanti, fra più tipi di aiuto.
Dunque la donna (come l’uomo) non sono l’aiuto, ma un aiuto!
Se dicessimo l’aiuto, anziché un aiuto, vorremmo dire, invece, che tale aiuto sarebbe unico, fondamentale e insostituibile.
Penso che capire questa differenza serva a spiegare come mai, pur potendo essere sposati, a volte, né l’uomo né la donna trovano nel proprio coniuge l’aiuto convenevole… a risolvere ogni difficoltà.
D’altra parte, se Dio, creando la donna, ha voluto fornire un aiuto all’uomo è ovvio che Colui che fornisce un aiuto è l’Aiuto principale.
Dunque quando l’aiuto secondario (la donna o l’uomo, la sposa o il marito) non può riuscire a soddisfare ciò di cui il coniuge ha bisogno questi dovrebbero ricordarsi di ricorrere all’aiuto principale.
Invece spesso fra marito e moglie si innescano litigi dovuti all’errata pretesa che ciascuno di loro avanza nel volere che il relativo coniuge soddisfi ogni esigenza del partner. E quando per qualcosa o per qualche motivo questo non succede ecco che si getta sul coniuge la “colpa” di non essere in grado né di sapere colmare ogni vuoto ed ogni esigenza dell’altro/a o, al contrario, di essere la causa del proprio malessere.
Tutto ciò testimonia della dimenticanza del fatto che la moglie e il marito furono creati per essere … un aiuto, ma non l’aiuto principale.
Questa realtà sembra parallela alla realtà del primo uomo (Adamo) che si dimostrò fallibile, rispetto a secondo uomo (il ‘nuovo Adamo’, Cristo) che si dimostrò perfetto.
Qual è dunque l’aiuto convenevole che il Signore ci vuole dare, quali creature che non possono stare sole, ma sono bisognose, appunto, dell’ aiuto convenevole?
Possa questa semplice considerazione aiutarci a realizzare che l’Aiuto di cui possiamo avere bisogno è fondamentalmente il Signore; il solo che può guardare ciò che c’è davvero all’interno dei nostri cuori e risponderci secondo ciò di cui possiamo avere bisogno.
Quando entrambi i coniugi realizzeranno questa realtà ecco che loro stessi vivranno secondo quella parola che dice che “Una corda a tre capi non si spezza facilmente”.
Il matrimonio fondato solo sull’unione umana dell’uomo e della donna non corrisponde a questa “corda a tre capi”. Ma il matrimonio in cui entrambi i coniugi riconoscono nel Signore il loro Aiuto convenevole vivranno secondo questa regola; che li aiuterà a non far “spezzare la corda” quando certe tensioni e condizioni rischierebbero di minare la resistenza dei due capi umani di questa corda. Col Signore difficilmente la “corda” si spezzerà!
Che il Signore ci aiuti e benedica.
Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com
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