La grande differenza fra gli esseri umani e gli animali è che noi abbiamo uno spirito eterno creato a immagine di Dio (Genesi 1:27). Abbiamo anche un corpo e un’anima e anche queste sono creazioni meravigliose di Dio. Il fatto che ci sia una distinzione fra l’anima e lo spirito è spiegato in Tessalonicesi 5:23, in Ebrei 4:12 e in molti altri brani.
In generale l’anima è la “mente”, e comprende anche parte di ciò che noi chiamiamo “volontà” ed “emozioni”. Fino a un certo punto indefinito anche gli animali più evoluti possiedono queste caratteristiche ed è importante notare che durante la creazione alcune espressioni, come “essere vivente” e “anima vivente” (entrambe traduzioni dello stesse termine ebraico nephesh), furono riferite sia agli animali più evoluti che all’uomo (Genesi 2:7). L’anima, o mente, funziona attraverso il corpo, soprattutto il cervello e il sistema nervoso, che dipendono l’un dall’altro. Inoltre, sia le caratteristiche fisiche che quelle quelle mentali vengono trasmesse geneticamente dai genitori ai figli. I figli possiedono una dotazione completa di geni e di cromosomi, con tutte le informazioni genetiche che guideranno il loro sviluppo futuro, fin dal primo momento in cui vengono concepiti.
E dello spirito cosa possiamo dire? Lo spirito è la componente del nostro essere che può avere una comunione spirituale con Dio e con altre persone, che discernere il bene e il male, il vero e il falso, il bello e il brutto. Questa è la nostra religiosità, l'”immagine di Dio”, la capacità di adorare e di amare il vero Dio o un dio falso. Spesso è difficile distinguere l’anima dallo spirito, perché le loro rispettive capacità di solito sono intricatamente interconnesse e perché entrambi sono coinvolti nella salvezza ricevuta mediante la fede nel Signore Gesù Cristo, ma c’è una differenza fondamentale. Nessun animale ha caratteristiche spirituali, mentre ogni persona ha uno spirito eterno che, in qualche luogo, esisterà per sempre.
Quando una persona muore il suo corpo ritorna alla polvere e attende la risurrezione al ritorno di Cristo. Tuttavia, la Bibbia dice che lo spirito torna a Dio che l’ha dato (Ecclesiaste 12:9). Le Scritture dicono anche che Dio ha formato lo spirito dell’uomo dentro di lui (Isaia 42:5; Salmo 139:14-16). Lo spirito, che è quindi dato e formato da Dio dentro l’anima e il corpo dell’uomo, all’inizio ha forma embrionale, proprio come i suoi attributi fisici e mentali. Tutte queste cose devono crescere come unità personale, prima nel grembo materno, poi fra le braccia della madre e infine con una responsabilità propria e indipendente.
Dovrebbe essere ovvio che lo spirito deve esistere contemporaneamente all’anima e al corpo fin dal principio. Come la vita biologica esiste fin dal concepimento in quanto entità genetica distinta e completa, così deve essere anche per la vita spirituale connessa a quella biologica. Anche se questo argomento ha molti aspetti misteriosi è corretto credere che il Dio onnipotente crea uno spirito eterno per ogni persona e che lo infonde nel suo corpo nel momento in cui la persona viene concepita. Non sarebbe appropriato che una simile fusione miracolosa si verificasse successivamente, né ci sono delle prove che si verificano in qualche altro momento.
Di conseguenza, l’unione sessuale fra un uomo e una donna è molto più di un’espressione di amore e di piacere coniugale, anche se queste sono cose molto importanti e reali. Questa unione in realtà implica anche la possibile presenza di Dio stesso, visto che si tratta di un atto con cui si crea una nuova persona destinata all’eternità! Non c’è da stupirsi, quindi, se la Bibbia definisce sempre il matrimonio e il concepimento come qualcosa di sacro e si ci mette sempre in guardia contro l’adulterio, la fornicazione o qualsiasi altra deviazione e perversione sessuale.
Ovviamente noi sappiamo pochissimo riguardo alla natura della nostra consapevolezza personale di un neonato, perché nessuno di noi può ricordare la propria nascita o gli eventi del primo anno di vita. Senza dubbio, però, un neonato entro certi limiti possiede consapevolezza e le sue esperienze possono avere un effetto profondo nella sua vita futura. Perché, dunque, questo non potrebbe essere vero anche per la sua vita trascorsa nel grembo della madre?
Nella Bibbia c’è qualche accenno in questo senso. Prima che Rebecca desse alla luce i gemelli Giacobbe ed Esaù, i bambini si urtavano nel suo seno perché, come disse l’Eterno: ” Due nazioni sono nel tuo seno… Uno dei due popoli sarà più forte dell’altro (Genesi 25:22-23). Nello stesso modo, quando la vergine Maria, non appena si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo (Matteo 1:18), andò a trovare sua cugina Elisabetta, ripiena di Spirito Santo, disse a Maria: ” …non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo” (Luca 1:41-44).
In considerazione del fatto che Dio stesso conferma questi due importanti esempi di consapevolezza prenatale, non possiamo limitarci a considerarli come puri e semplici modi di dire: “Come tu non conosci la via del vento, né come si formino le ossa in seno alla donna incinta, così non conosci l’opera di Dio, che fa tutto” (Ecclesiaste 11:5).
Di conseguenza, ci sono valide ragioni di credere, e non ci sono motivi per dubitarne, che ogni individuo diventa una persona completa fatta di corpo, anima e spirito, non appena viene concepito. Che viva o meno oltre l’infanzia, o non sopravviva neanche alla nascita, ogni individuo ha spirito eterno che vivrà per sempre.
Considerando questo, la crescita improvvisa di aborti legali a cui assistiamo oggi è molto preoccupante. A prescindere dai cambiamenti che potrebbero verificarsi nella procedura legale e medica, agli occhi di Dio l’aborto è pur sempre un omicidio. I genitori, i sostenitori dell’aborto e tutti quelli che negano a un neonato indifeso il suo diritto di vedere il mondo fuori dal grembo materno un giorno dovranno affrontarlo davanti al trono di Dio.
Martyn Clark
Ferrentino Francesco La manna | Notiziecristiane.com
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