La via dei Suoi statuti

Insegnami, o Signore, la via dei tuoi statuti.

Salmi 119:33a

Come lo scrittore del salmo, anche noi ci riconosciamo incapaci di percorrere da soli la strada dei suoi statuti, ricca di ostacoli ed intoppi, soprattutto se lo facciamo seguendo i nostri ragionamenti. Per non smarrirci, in un tempo complicato come l’odierno, dobbiamo continuamente chiedere aiuto al Signore. Gesù stesso attraverso la spiegazione delle parabole rendeva accessibili i suoi pensieri, che restano più alti dei nostri. Egli vede e pensa cose diverse da noi. Noi restiamo bisognosi delle Sue parole. Per questo gli chiediamo anche di darci intelligenza: “Dammi intelligenza e osserverò la tua legge; la praticherò con tutto il cuore” (v. 34). La Parola non è ostica da assimilare, ma semplice e duttile se compresa con il cuore e non solo con la mente. Il perché della sua semplicità è così spiegata: “… hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli” (Matteo 11:25). I bambini hanno una freschezza mentale che a noi manca, ma il Signore è capace di rendere la nostra comprensione simile a quella dei fanciulli. Come? Con la nuova nascita anche la nostra mente è rinnovata, come anche il nostro modo di pensare.

 

Tale conoscenza e desiderio deve però essere supportato dall’esperienza personale: “Guidami per il sentiero dei tuoi comandamenti, poiché in esso trovo la mia gioia” (v. 35). Non si può camminare con Dio e non provare gioia nel farlo! Ricordiamo cosa accadde ai due discepoli sulla via di Emmaus: dopo aver visto e udito non avevano compreso, erano arrivati alle loro conclusioni dopo quanto accaduto al Calvario. Alcuni si fermano alla prima difficoltà, non avendo gioia, e lasciano tutto ciò che rappresenta la presenza di Dio. Questo ci ricorda come sia difficile camminare da soli, o come si tenda a scegliersi compagni con le stesse problematiche. Dovremmo prediligere coloro più forti, capaci di tenderci una mano nel momento del bisogno. Il nostro problema è la visione che proviene dal cuore. Gli Ebrei vedono nel cuore la parte più intima, in cui sono racchiusi anima e spirito. Infatti, l’orante continua: “Inclina il mio cuore alle tue testimonianze e non alla cupidigia” (v. 36). E altrove: “O Dio, crea in me un cuore puro” (Salmi 51:10). Il cuore puro è ripieno del volere di Dio. Quando il camminare con Lui sembra complicato, è perché vorremmo seguire la nostra cupidigia, i nostri desideri, che sono contrari ai Suoi piani. Come Acab, con la vigna di Nabot, come Davide con Betsabea, anche noi ci guardiamo spesso attorno, lasciando che qualcosa (o qualcuno) entri nella sfera dei nostri desideri, divenendo finanche concupiscenza del cuore e trasgressione dei comandamenti del Signore.

 

Ecco perché dobbiamo chiedere al Signore di piegare il cuore ai Suoi precetti. Affinché i nostri cuori possano essere ben saldi nei precetti di Dio è necessario attenersi a quel che segue: “Distogli gli occhi miei dal contemplare la vanità e fammi vivere nelle tue vie. Sii fedele alla parola data al tuo servo, perché si abbia timor di te” (vv. 37-38). Questa promessa si realizza ogni qualvolta ci troviamo nella debolezza. Infatti, in quei momenti rammemoriamo le promesse ricevute dal Signore. Lo Spirito le tira fuori affinché tornino a prevalere in noi. La preghiera chiede ancora: “Allontana da me il disprezzo che mi avvilisce” (v. 39). Tale disprezzo è quello di uscire dalle vie del Signore divenendo scandalo, oltre a divenire il bersaglio dell’accusatore che ricorderà in ogni modo il fallimento. Non dobbiamo mai dimenticare che Dio non accusa, ma soccorre. Ed infine invita a ricordare: “perché i tuoi giudizi sono buoni” (v. 39b). I Suoi precetti sono buoni, ci aiutano a vivere meglio, più a lungo e d’accordo con gli altri perché il Suo piano è per il bene; ecco perché “io desidero i tuoi precetti” (v. 40a). La parola del Signore possa essere ardentemente desiderata dal nostro essere, possa divenire fuoco ardente nelle nostra ossa, tanto da renderci incapaci di restare zitti: “Ravvivami nella tua giustizia” (v. 40b).

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