A distanza di una settimana dall’inaugurazione del Giubileo indetto da Jorge Bergoglio, quante sono le persone “rinate” a nuova vita dopo aver oltrepassato una o tutte e quattro le “porte sante”, visto che son quattro le Basiliche di Roma che hanno aperto i loro varchi alla folla di pellegrini di tutto il mondo? Penso nemmeno una, dato che non è possibile ottenere la salvezza dell’anima e il perdono dei propri peccati attraverso un portone finemente decorato.
Tuttavia, l’evento è stato salutato dalla stampa internazionale come un avvenimento straordinario che ha visto accorrere, in piazza san pietro, migliaia di pellegrini (20mila, 30mila?), nonostante queste cosiddette porte non abbiano il potere di produrre un reale cambiamento di vita e una radicale trasformazione del cuore: solo Gesù Cristo, vera autentica “porta” dell’ovile (Giovanni 10:7), può concedere la salvezza e la remissione dei peccati! Oltremodo, questo “Giubileo della Misericordia” non ripropone alcuno dei benefici anche di natura giuridico-economica del Giubileo mosaico (Levitico 25:10), tant’è vero che quello attuale non applica le regole dell’Anno di Grazia dell’A.T. riguardo i prestiti concessi agli stranieri (vv. 35-36), né prevede le medesime norme che regolavano il riscatto delle proprietà secondo il primo Giubileo (cfr. versi dal 23 al 34).
La solennità vaticana è tutta una coreografia religiosa priva di efficacia, sia dal punto di vista salvifico che dal punto di vista legale, perciò l’evento patrocinato dal vescovo di Roma, per tutti papa Francesco, è vano da ogni lato lo si consideri a maggior ragione della grave affermazione secondo cui l’attuale Giubileo della Misericordia è “l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro”: l’atto “supremo” con il quale Yavhè ci è venuto incontro si è adempiuto definitivamente sul Golgòta, allorquando Cristo ha pronunziato “tutto è compiuto” (Giovanni 19:30)! Se poi valutiamo l’aspetto delle c.d. indulgenze, il colmo è allora raggiunto, perché la dottrina papale relativa al sacramento della Penitenza – peraltro finalizzata al “sincero desiderio di purificazione, di conversione, di rinnovamento di vita e di più intima amicizia con Dio…” – è un concetto antiscritturale che non convince di peccato nessuno: se non è lo Spirito Santo a produrre il ravvedimento interiore, ogni tentativo giubilare è inutile.
Pertanto, chiamare i fedeli a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa di san pietro e/o nelle quattro basiliche romane, quale segno del desiderio profondo di vera conversione, è un colossale bluff che manterrà nello stesso stato di incredulità e di peccato quanti si recheranno, durante l’anno giubilare, in Roma e dintorni.
In definitiva, ho l’impressione che tutta questa enfasi per la figura dell’uomo Bergoglio stia preparando il mondo ad esaltare, sovrastimare e infine adorare quel futuro personaggio della bibbia che ingannerà miliardi di persone e persino il popolo d’Israele (Apocalisse 13:4), tenuto conto che l’adulazione dell’uomo verso il suo simile – politico, attore, star della musica o dello sport, personalità religiosa cattolica o evangelica che sia – è una vera e propria idolatria! Uno solo va adorato, cioè Gesù Cristo, l’unico che può farti varcare la porta (del cielo).
Di Fede Salvatore | notiziecristiane.com
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