LA “TEORIA/SCUSA” DEL CHE MALE C’E’…GIUSTA O SBAGLIATA?

Certamente questo è uno dei momenti storici più tristi degli ultimi decenni, in pochissimi giorni siamo passati da una condizione di totale agiatezza, a restrizioni pressappoco drastiche. Ci sono purtroppo problemi che ci toccano più da vicino e che caratterizzano inevitabilmente il corso degli eventi che ci riguardano.

Il contagio di cui vorrei parlarvi ha delle conseguenze anche più gravi  rispetto a tutto quello che purtroppo abbiamo vissuto nel mondo in questi mesi. Parliamo di un contagio spirituale e non materiale, senza nulla togliere, o sminuirne la gravità, degli ultimi eventi mondiali.

Il virus che ha colpito molti credenti negli ultimi decenni ha impiegato tanto tempo per diffondersi, ma con delle conseguenze che purtroppo si equivalgono al più temuto dei virus che conosciamo. Ovviamente parliamo di una mera teoria. Sappiamo tutti per esperienza che, come tale, va dimostrata in tutta la sua interezza per confutarla.

Bene! Se vogliamo continuare a prenderci in giro con questa spiegazione, certamente essa è la più plausibile che possiamo darci per giustificare, per l’ennesima volta, le nostre mancanze.

Una teoria purtroppo, che si sta diffondendo sempre più nell’ambito cristiano in generale, sminuendo drasticamente il valore assoluto della fede.

Proviamo ad immaginare adesso solo alcune situazioni tipo con le rispettive reazioni di oggi, toccando solo alcuni dei punti cruciali che stanno inevitabilmente cambiando il nostro modo di vedere le cose rispetto alla prospettiva biblica.

C’è chi direbbe… Che male c’è… se qualcuno accanto a me decide di farla finita e io non gli tendo la mano per aiutarlo a comprendere che la vita è un dono meraviglioso che Dio ci ha fatto, anzi lo incoraggio giustificandolo e rendendo lecito e legale tale gesto con ragionamenti basati su fondamenti molto discutibili, avvalendomi della facoltà di dire che d’altronde è stata una sua scelta, non mia! E’ la sua vita, non la mia! In alcuni posti la legge lo permette chiamandolo “diritto alla vita”, o meglio conosciuta come aborto, eutanasia, mentre sappiamo bene che sarebbe meglio definirlo diversamente. Sbagliato?

C’è chi direbbe… Che male c’è… se, anche solo per un misero giorno, mi lascio trasportare dagli eventi, magari commettendo qualche errore. Devo pur sfogare in qualche modo le mie frustrazioni! Le conseguenze faranno parte di un futuro che, chissà se mai si avvererà, perché pensarci  proprio ora! Perché preoccuparsi di fare ora quello che posso fare anche domani! La vita è breve già di suo! Godiamocela! Giusto?

C’è chi direbbe… Che male c’è… se permetto impropriamente che i miei figli, ormai adolescenti e autonomi, imparino a vivere seguendo l’esempio dei nuovi stili e modelli di vita che la rete ci offre, “influenzando” la loro crescita morale, psicologica e spirituale, non offrendogli il mio di esempio, le mie esperienze, la mia attenzione, il mio affetto in modo che da grandi possano riflettere, in modo decisamente migliore la mia immagine. Sbagliato?

C’è chi direbbe… Che male c’è… se mi diverto un po’, magari solo bullizzando qualcuno più debole di me, così come si dice; “passando il segno”, d’altronde è pure un mio diritto divertirmi! E’ lui o lei che è debole ed e letteralmente incapace di difendersi da solo. Non è di certo colpa mia! Giusto?

C’è chi direbbe… Che male c’è… se, per una volta, dico soltanto per una volta, io faccio finta di non vedere e di non sentire, mentre intorno a me accadono cose disdicevoli che io potrei e dovrei evitare. Non è che lo faccio io, la mia coscienza è pulita! Sono gli altri che dovrebbero preoccuparsi! Giusto?

C’è chi direbbe… Che male c’è… se lascio passare per la mia mente certi pensieri poco adatti a figli di Dio, malvagi, dettati da ciò che ho visto e sentito fare da altri, avendo, per lungo tempo, nutrito esclusivamente la mia mente e il mio spirito di cose che non fanno affatto bene, non badando a quello che realmente la Bibbia e la mia coscienza mi indicano. In fondo il mio essere è ormai avvolto da quei pensieri orribili e potrebbe trasformarsi ed evolversi in azioni pratiche, ma non è detto! È solo una probabilità tra le tante! Riuscirò, quasi sicuramente, a tirarmene fuori nel momento giusto e non commettere nessuna di esse. Giusto?

C’è chi direbbe… Che male c’è… se massacro lentamente l’immaginazione di un bambino, lasciandolo mangiare e dormire davanti a uno smartphone, tablet o TV. Guardando video o chi sà cosa, che io stesso non vedrei mai, magari inchiodandolo davanti ad una console a giocare per ore ed ore, purché se ne stia lì buono mentre io faccio le mie cose indisturbato. Sbagliato?

Ovviamente, potremmo aggiungere ognuno i propri pensieri, le proprie opinioni, le proprie giustificazioni, ma in realtà sono solo e soltanto scuse che purtroppo, con questa teoria modernista, tendiamo solamente a giustificare i nostri errori, le nostre mancanze, insieme alle nostre paure di affrontare tutte quelle difficoltà, che talvolta si ripropongono sistematicamente ogniqualvolta, nel corso della nostra vita, dobbiamo prendere delle decisioni e delle posizioni rigorose rispetto ad un evento.

Ovviamente, come credenti, abbiamo un’altra idea di tutto questo. Le nostre linee guida, quelle che Dio ci ha lasciato nella Sua Parola, ci portano a trascrivere certi ragionamenti basandoci unicamente su di essa, nel rispetto verso il prossimo e nel timore di Dio, per fede e con fede.

Ho provato ad analizzare più accuratamente questa nuova teoria moderna, che ormai da anni fa vittime ovunque, purtroppo anche tra credenti e non posso fare almeno di notare che il “che male c’è” in realtà sta avvalorando, di conseguenza, un’altra tesi il “sto facendo bene”.

Eh si, proprio così, esprimersi con questa frase non fa altro che sottintendere e definire come “giusto” quello che, in realtà abbiamo fatto o stiamo facendo, sminuendone il suo reale e iniziale valore morale, civile e spirituale.

Allora cosa è giusto e cosa è sbagliato! Il metro di misura, con il quale ci confrontiamo, di sicuro non è composto soltanto dal nostro parere personale, se così fosse anche un omicida fornirebbe delle proprie giustificazioni, apparentemente valide, per avvalorare il suo gesto, eppure ha volontariamente calpestato il diritto più importante di chi è stata la sua vittima, la vita e questo a prescindere dal fatto che avesse ragione o torto.

Un esempio pratico che potremmo fare e che ahimè è attuale più che mai è la guerra. Inverosimilmente, siamo quasi tutti pronti a giustificare, un gesto così orribile, quasi come se fosse un atto dovuto, in nome di un’ideologia, ovviamente minimizzandolo del suo valore effettivo, mentre alcuni però, hanno dimenticato che per vincere una guerra, ad esempio, di qualsiasi tipo essa sia, bisogna uccidere il nemico e quindi diventare degli assassini che si avvalgono però della facoltà di giustificare il tutto con un “sto facendo bene…era giusto così”, in nome di un’ideologia che sia politica, industriale, sociale e talvolta persino religiosa.

Insomma, sembra proprio che basti valorizzare il fine, per poi giustificare i mezzi.

Assurdo! L’unica arma appunto, comprovata ed efficace, che questa teoria moderna usa è la svalutazione progressiva di un concetto fondamentale di base, cercando in tutti i modi di sminuirlo o di svalutarlo da qualsiasi valore esso possa essere, sia esso morale, sia esso civile o spirituale.

Distruggendo così il suo valore fondamentale la teoria del “Che male c’è”, riesce a cambiarlo e a modellarlo a proprio piacimento ottenendo consensi come se esso stesso divenisse, a sua volta, fondamentale.

Ora, però, a questo punto bisogna dire che, anche se le nostre coscienze dovrebbero nettamente garantire una distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male, in realtà, come abbiamo considerato prima, vi è una distorsione delle linee guida dettate da fondamentali regole sia morali che civili e in maggior modo spirituali.

Questa distorsione delle cose, purtroppo, è sempre più alimentata dalla disinformazione di cui siamo sia vittime che carnefici. I media, i social e tutto ciò che è comunicazione, viene letteralmente preso come punto di riferimento univoco di svariate situazioni, senza però andare ad approfondire su chi mette in giro le notizie e la fonte di esse.

Ecco che siamo diventati tutti dei CREDULONI di ciò che troviamo in rete, senza confrontarlo minimamente con le nostre coscienze, prima di tutto, ma soprattutto con la Parola di Dio.

Mentre prima si scrivevano testi composti per esprimere un pensiero o un’idea, opere intere, intente a non tralasciare nessun dubbio e nessuna obiezione ad essa, nell’era moderna della comunicazione, abbiamo minimizzato i concetti ai minimi termini, limitandoli a poche parole messe lì ad hoc in un meme o slogan, a seconda del contesto, come se tutto il nostro pensiero si potesse ridurre ad uno spot pubblicitario, lasciando troppo spazio all’interpretazione e all’immaginazione di chi legge, creandone delle nuove versioni dello stesso concetto, che però, via via, si andranno ad allontanare immancabilmente dalla realtà di quanto espresso inizialmente, producendo infinite possibilità dello stesso argomento, destinato inesorabilmente a perdere il suo valore iniziale, che sia morale, civile o spirituale.

Purtroppo, seguendo unicamente il nostro metro di misura, un po’ come ci viene insegnato ultimamente dalla società moderna, tutto è lecito e il “Che male c’è” diventa così la strada più plausibile da intraprendere per smorzare la realtà del nostro imminente fallimento.

Continuando a perseguire in questa direzione non facciamo altro che spostare sempre più in là l’asticella del peggio di noi lasciando i principi cardini sui quali è fondata la nostra convivenza, la nostra società e la nostra esperienza con Dio.

Adesso vi starete chiedendo cosa c’entra tutto questo con il nostro rapporto con Dio.

Purtroppo tutto ciò si riflette anche nel nostro rapporto personale con Dio, in quanto troppo spesso siamo propensi a auto-giustificarci, dimenticando invece, che lo siamo unicamente per fede e non per altro.

Il nostro metro di misura, ormai per lo più distorto da questa assurda e forzata teoria, ci porta continuamente a modificare la percezione della realtà che ci circonda in tutti gli ambiti, sia sociale, civico o spirituale, rapportandola semplicemente a quello che più ci fa comodo e non più alle linee guida che la Bibbia ci pone.

Per assurdo siamo più propensi alle interpretazioni fittizie di ciò che Dio ha esplicitamente espresso nella Sua Parola, giustificando i nostri gesti unicamente solo come frutto dei tempi moderni.

Ma la Bibbia non è cambiata affatto!

Ciò che prima era chiamato peccato, oggi come allora è ancora peccato!

Ciò che prima era, anche oggi è!

Ciò che prima non era, anche oggi non è!

Non è attraverso una scusa che puoi recuperare il tuo rapporto con Dio, ma con dei sentimenti sinceri e con la tua totale fiducia nel Suo Amore, che puoi tornare a vivere finalmente una vita benedetta in Lui.

Ugo Tramontano /

http://www.christianpeoplenowmagazine.com


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