Abito a Fruitdale, una piccola frazione di 78 anime, sperduta nelle praterie del Dakota del Sud. Charles, mio marito, lavora in una miniera non lontano da casa, e i miei tre figli, rispettivamente di 17, 12 e 10 anni, hanno il loro bel da fare a tenere a bada le nostre 68 pecore e i 95 agnelli nati la scorsa primavera. Da otto anni ormai, mi occupo dell’istruzione dei miei figli, mi piace molto fare del giardinaggio e cucire. Frequentiamo regolarmente una chiesa evangelica. La mia vita è attiva e semplice allo stesso tempo, e mi rende totalmente felice. Il mio desiderio è di onorare Dio con la mia vita e di vivere sempre più vicina al mio Signore.
Ma non è stato sempre così, anzi… Quelli che mi conoscono dicono che sono stata l’incubo peggiore che possa capitare a dei genitori… A 15 anni sono scampata dal trascorrere l’eternità all’inferno. Sono cresciuta a Badbush, dove all’età di 12 anni mi sono unita ad un gruppo chiamato “Hoods”. Tra i 12 e i 21 anni ero quasi perennemente “in viaggio” grazie a due espedienti: l’alcool e la droga.
L’influenza satanica dell’hard-rock unitamente a tutte le esperienze vissute a partire dalla mia infanzia avevano terribilmente indurito il mio cuore. La dipendenza dall’alcool e dalla droga era soltanto la punta dell’iceberg; ma le situazioni in cui mi cacciavo per procurarmeli e le cose che facevo sotto il loro effetto erano una vera tragedia. So di aver sfiorato la morte diverse volte…
Una sera, i miei amici devono aver creduto che fossi sul punto di andarmene; così vollero sbarazzarsi di me prima che morissi in casa loro, decidendo di abbandonarmi, mentre non ero cosciente, in una casa disabitata. Nelle vicinanze c’era solo un’altra casupola, dove abitava una donna sola, una credente. Ad un certo punto, Dio la condusse in cucina per prendere un bicchiere d’acqua; attraverso la finestra, la donna vide fermarsi un’auto e tre uomini trascinare una ragazza dentro la casa disabitata, per andarsene poi a tutta birra. Immediatamente, avvertì la polizia. All’ospedale i medici dissero che se mi avessero trovata anche solo un quarto d’ora dopo sarei morta. A 15 anni sono scampata dal trascorrere l’eternità all’inferno… per una manciata di minuti. Dio aveva un piano per me!
Mi misero in una comunità di recupero per un anno, poi, respinta dai miei, iniziai a lavorare in un bar per sette sere a settimana per pagare l’affitto. Alla fine degli studi superiori decisi di iscrivermi all’università, perché non volevo certo finire i miei giorni come cameriera. Una mattina, mentre andavo a lezione, vidi alcuni uomini che da dietro un tavolo distribuivano dei libricini blu agli studenti. Solo in seguito seppi che facevano parte dell’associazione internazionale Gedeoni. Uno di loro me ne diede uno. Quando vidi che si trattava di un Nuovo Testamento rimasi scioccata e lo buttai in fondo al mio armadio, decisa a non leggerlo per nessun motivo. Perché non l’ho subito gettato nell’immondizia? Non lo so… quello che è certo è che Dio aveva un piano per me.
Poco tempo dopo mi accorsi di essere incinta. Tutti pensavano che abortissi ma, visto che non facevo mai quello che gli altri si aspettavano da me, decisi di tenere il bambino. Così mi ritrovai all’università, sola, incinta, alcoolizzata e drogata. Avevo comprato molti libri che avrebbero dovuto aiutarmi ad uscire dai miei guai, ma non vi trovai niente di niente. Non sapendo più che “pesci prendere” andai a cercare il piccolo Nuovo Testamento dei Gedeoni e mi misi a leggere.
Non sapevo molto di Gesù, e nemmeno della Bibbia. Iniziai a leggere il vangelo di Matteo, poi quello di Marco. Fui sorpresa perché mi sembrò di ricominciare la stessa storia. Quando iniziai il vangelo di Luca, ricominciai daccapo ancora una volta! Se guardo al mio passato, posso vedere come ognuno dei vangeli ha posto in me un fondamento ogni volta più solido. Sapevo senza ombra di dubbio che tutto quello che c’era scritto era vero. A poco a poco, Gesù conquistò il mio cuore. Più andavo avanti nella lettura della Bibbia, più essa mi dimostrava ciò che era bene e ciò che era male e quanto Dio avesse in abominio il peccato. A volte, smettevo di leggere perché mi sembrava che ogni parola mi condannasse; poi, però, tornavo alla Bibbia per soddisfare la mia sete di Dio. Nel maggio del 1981, mi laureai in informatica e tornai a Badbush per partorire. Jasmina nacque il 12 Agosto 1981. Finalmente avevo uno scopo nella vita. Un anno dopo, mi trasferii a Aberdeen, nel Dakota del Sud. Di fronte a casa mia c’era un parco. Un giorno, mentre portavo a spasso Jasmina, notai una piccola chiesa ed ebbi il desiderio di entrarvi. Mi sentii subito ben accolta e decisi di tornarvi ogni domenica.
Imparai a conoscere meglio il Signore Gesù, sia mediante la lettura della Bibbia sia attraverso i messaggi del pastore. Desideravo rispondere all’appello per la conversione e una domenica sera mi alzai per andare incontro a Gesù e riceverlo nel mio cuore. Fu il giorno più bello della mia vita. Tutti i presenti si misero dolcemente a cantare “Così qual sono, io vengo a Te”. Rimasi lì, in piedi, piangendo per il rimorso, per la gioia, per il sollievo. Poi, dopo che il pastore ebbe pregato per me, tornai a casa con un cuore nuovo. Per la prima volta, mi sentivo pulita, leggera, in pace con Dio e con me stessa. Questo accadeva a Pasqua del 1983. Da quel momento in poi, la mia vita è davvero cambiata. Tre anni più tardi, Dio ha reso la mia gioia completa: un giovane della chiesa di Aberdeen mi ha chiesto di sposarlo. Ci siamo stabiliti a Fruitdale; Steve e Mag si sono aggiunti alla famiglia.
Che dono prezioso fu quel piccolo Nuovo Testamento! Mi ha guidata verso la salvezza e verso una nuova vita. So che il mio passato è morto e che in Cristo sono una nuova creatura”.
Tratto da: Supplemento al n. 3 Luglio 1999 del periodico “PER L’ORA CHE PASSA”. | Lanuovavia.org
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