La Samaritana al pozzo della tradizione

Citazioni bibliche: Bibbia Nuova Riveduta 1994
L’incontro avvenuto tra la donna samaritana e Gesù al pozzo di Giacobbe, nei pressi di Sicar, nel territorio di Samaria, sicuramente non era stato casuale. Quest’antico pozzo ancora in uso, lasciato in eredità dal vecchio patriarca, tiene nascosto più di una verità. Cercherò di portarne alla luce qualcuna.
Sappiamo che la donna, abituata ai ritmi comuni della sua quotidianità, si avvicinò al pozzo per attingere la quantità di acqua necessaria per il suo bisogno giornaliero. Non sapeva che là, seduto sul muretto, c’era uno sconosciuto in sua attesa. Egli l’avrebbe coinvolta pian piano in un dialogo di fede molto profondo e, per certi versi, per lei inquietante. Gesù, da buon maestro sa aspettare i tempi e si mette a instaurare un normale dialogo chiedendole dell’acqua da bere.
«Gesù le disse: «Dammi da bere». … «La Samaritana allora gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Infatti, i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: “Dammi da bere”, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva». (Giovanni 4:7-10)
La samaritana comprende che lo straniero, parlando a quel modo, avrà dovuto conoscere parecchie cose sul regno di Dio e la venuta dell’atteso Messia. Accetta con naturalezza il confronto e risponde con un argomento che conosce bene, quello riferito ai padri della fede: Abramo, Isacco, Giacobbe. «Signore, tu non hai nulla per attingere, e il pozzo è profondo; da dove avresti dunque quest’acqua viva? Sei tu più grande di Giacobbe, nostro padre, che ci diede questo pozzo e ne bevve egli stesso con i suoi figli e il suo bestiame?» Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò, diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna». (Cfr. Giovanni 4:11-14)
La donna è impressionata dalla potenza delle parole di Cristo; tutto è nuovo per lei. Verso la fine del colloquio, il racconto biblico ci dice, che «la donna lasciò la sua secchia» e si mise a correre al paese per raccontare l’accaduto ai vicini di avere trovato il Messia atteso. Ecco la coraggiosa impresa che tutti i cristiani dovrebbero imitare quando nella loro vita avranno incontrato Cristo nella sua Parola: «lasciare il secchio della tradizione» e correre a raccontare agli altri le meraviglie che Dio ha realizzato nella loro esistenza.
Da lunghi secoli la chiesa cattolica reclama l’autorità di possedere solo lei la facoltà di spiegare e interpretare le Sacre Scritture in virtù di essere l’unica depositaria della successione apostolica. Quando non ha probanti argomenti scritturali a sua difesa nella disputa teologica, essa ricorre ai Padri della chiesa (Origene, Crisostomo, Girolamo, Agostino, Tommaso d’Aquino e molti altri). Facendo uso dei loro scritti, attinge come la samaritana, per modo di dire, “dall’antico pozzo di Giacobbe”, il pozzo della tradizione.
Vorrei ricordare agli amici cattolici che Giacobbe, figlio di Isacco, fu quel patriarca che ingannò con uno stratagemma suo fratello gemello Esaù di fronte al vecchio padre ipovedente, per appropriarsi del diritto di primogenitura con la sua benedizione paterna. Esaù, esperto cacciatore, vendette in un tempo precedente con giuramento a Giacobbe questo privilegio per un piatto di lenticchie. (Cfr. Genesi 27:18,19) Il nome Giacobbe significa appunto “il soppiantatore” perché al momento del parto afferrò con la mano il calcagno del fratello gemello Esaù, nato per primo, e quindi erede del diritto e dei privilegi di primogenitura. La sua vita è stata intrisa di vari inganni, dei quali però poi si pentì quando lottò con l’angelo di Dio in una terribile notte. (Genesi 32:24-32)
LA FICTION RELIGIOSA CON L’ESPOSIZIONE DELL’EVANGELIARIO
In assenza di “spirito e verità”, la fiction celebrativa è la seducente simulazione e dilatazione della realtà. Che cosa voglio dire con ciò? Per essere accettata e non fare brutta figura, la chiesa cattolica “finge e recita” quando dice che la Bibbia o il Vangelo hanno il posto preminente nella predicazione della messa. Nella sostanza non corrisponde al vero, poiché la lettura della Parola di Dio è piuttosto un contorno formale che inizia spesso con le solite parole: «In quel tempo Gesù…». Il fulcro, la parte centrale della cerimonia liturgica nella messa, è la distribuzione ai fedeli dell’ostia consacrata con seguente adorazione della particola. Il presunto miracolo della transustanziazione nel corpo di Cristo avverrebbe in virtù delle parole “Hic est corpus meum” pronunciate dal sacerdote durante l’elevazione dell’ostia sull’altare.

Chi ha visto, almeno una volta alla televisione come si svolge l’esposizione dell’Evangeliario (Raccolta dei quattro vangeli in un solo libro) a braccia tese verso l’alto portato in pomposa processione liturgica verso l’altare? Egli comprenderà che tutta quella solennità si svolge in modo teatrale, ostentata: una recitazione, una fiction in cui l’Evangeliario mostrato orgogliosamente ai fedeli ne è diventato la caricatura del Vangelo! In quelle circostanze, del libro Sacro, impreziosito da miniature e ricche rilegature, se ne fa un altro oggetto di culto, lo si venera nondimeno di tante altre reliquie esposte ai fedeli per essere baciate con grande profusione di incenso e ripetuti inchini con mani giunte. A volte, l’Evangeliario è coperto parzialmente da un panno per evitare di essere consegnato ad altri da mani impure.
Ritornando al pozzo di Giacobbe, ancora una volta Gesù insegna una seconda verità capitale: «Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito, e quelli che lo adorano bisogna che lo adorino in spirito e verità». (Giovanni 4:23,24)
Le chiese protestanti non usano questi metodi per rendersi credibili, non hanno bisogno della pompa celebrativa cattolica e non venerano e non baciano la Bibbia ma applicano modestamente i suoi insegnamenti “in spirito e verità”.
Per sostenere tutto il complicato apparato dottrinale che la distingue da altre chiese cristiane, la Chiesa cattolica — come abbiamo detto pocanzi — deve assolutamente fare presa sugli scritti antichi dei loro “padri” spirituali. Mentre Gesù afferma chiaramente: «Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno». (Giovanni 7:38) Il Concilio di Trento (1545-1563) stabilì che la tradizione è uguale e persino superiore alla Sacra Scrittura. Al contrario, questi scritti della patristica — in molte parti — contraddicono le sacre parole di Dio e lasciano spazio a molti inquietanti interrogativi ai quali la Chiesa non sa rispondere per mancanza di autorità scritturale.
Non dimentichiamo mai che le più severe rampogne di Gesù Cristo, a suo tempo, furono rivolte agli scribi e ai farisei, a coloro che si ritenevano gli unici custodi del deposito spirituale affidato al popolo di Israele da parte di Dio: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d’ossa di morti e d’ogni immondizia. Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità». (Matteo 23:27,28)
LA PROPAGANDA CATTOLICA
Ecco un esempio di propaganda fatta sulla rivista cattolica Famiglia cristiana: «Mai la Chiesa si allontana dall’insegnamento del Signore; mai insegnerà a noi qualcosa di diverso dal contenuto della Bibbia. Cristo continua a parlarci attraverso il Vangelo e la Chiesa; l’insegnamento che ci viene dato oggi è lo stesso che è stato trasmesso nei duemila anni passati».
Questa dichiarazione è da considerarsi ingannevole come quella di Giacobbe nella tenda di suo padre quando dichiarò al suo cospetto di essere Esaù tornato da una battuta di caccia. Chiunque può verificare se questa dichiarazione è sorretta dai fatti delle cronache storiche di cui disponiamo. I Concili riunitisi nei vari periodi della storia cattolica, essendosi sbagliati in molti punti dottrinali, smentiscono i fatti. Al suo tempo, già gli erano noti a Martin Lutero, facendoli rimarcare ai suoi avversari che non vollero ascoltarlo. Lo spazio di cui dispongo non mi permette di entrare più a fondo in merito.
Il libro pubblicato dal cardinale tedesco Walter Kasper dal titolo: Martin Lutero — una prospettiva ecumenica, Queriniana 2016, vuole dimostrare che Lutero è stato un buon riformatore alla pari di san Francesco d’Assisi, un antesignano della libertà di coscienza. Questa rivalutazione o riabilitazione dell’uomo Lutero ha creato non poche polemiche, stupore, ma anche imbarazzo nei vertici dei difensori della Chiesa di Roma che ritengono il porporato Kasper un rinnegato della tradizione cattolica.
CONCLUSIONE

Ascoltiamo dalla penna di Ellen G. White, una nota scrittrice cristiana americana, che cosa ci può dire circa l’interpretazione delle Sacre Scritture e quali siano le condizioni per ottenere la salvezza eterna.
«La chiesa di Roma riserva al clero il diritto di interpretare le Scritture. Con il pretesto che solo gli ecclesiastici possono capire e spiegare la Parola di Dio, essa viene sottratta al popolo. (…) Nonostante i numerosi avvertimenti della Bibbia contro i falsi dottori, molti affidano al clero la cura del loro spirito. Oggi migliaia di persone che si professano cristiane non possono citare, in favore delle proprie credenze religiose, nessun’altra autorità se non quella delle loro guide spirituali». Il gran conflitto, Edizioni ADV, Firenze, 2000, pag. 466.

«Il dono della grazia, offerto attraverso il Cristo, è accessibile a tutti. Nessuno è predestinato: solo in seguito a una scelta personale è possibile esserne esclusi. Il Signore ha presentato nella sua Parola le condizioni in base alle quali ogni essere umano può ottenere la vita eterna: l’ubbidienza ai comandamenti attraverso la fede nel Cristo. La condizione per essere scelti da Dio è avere un carattere in armonia con la sua legge». Patriarchi e profeti, Edizioni ADV, Firenze, 2003, pag. 170.

FINE
Pierluigi Luisetti. 04-09-2023.
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