Era prevedibile che succedesse. Ed è successo. La crisi di governo non porterà alle elezioni anticipate, come aveva auspicato il centro-destra, ma ha portato a un governo istituzionale, con Mario Draghi premier. Un governo tecnico che traghetterà il Paese fino alle prossime elezioni, che si terranno a giugno o fra due anni, questo poi si vedrà.
Il capo dello Stato ha scelto di non andare alle elezioni per motivi che sono evidenti e ragionevoli. L’emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo richiede provvedimenti immediati che mal si conciliano con i tempi richiesti dalle votazioni, tra campagne elettorali, organizzazione dei seggi, conteggio delle preferenze, scioglimento delle Camere, formazione del nuovo governo e così via.
Mattarella ha fatto notare che alle elezioni del 2018, per passare dalle votazioni alla formazione di un governo, passarono 5 mesi. Troppi per la situazione di emergenza che stiamo affrontando e che non può essere gestita da un governo senza funzioni. Le sfide da affrontare sono molto e sono urgenti: lotta alla pandemia, piano vaccinale da attuare, piano dei fondi europei da presentare, blocco dei licenziamenti da arginare. Provvedimenti che fanno decisi adesso, non a babbo morto.
La strada delle elezioni era troppo lunga e l’Italia, in questo momento, non può permettersi distrazioni. Sarebbe come se un malato avesse bisogno di andare all’ospedale e i soccorritori si preoccupassero di decidere prima chi tra loro dovrà accompagnarlo. Teniamo anche conto che, in un momento di pandemia, una campagna elettorale potrebbe causare un aumento dei contagi, come è già successo nelle nazioni che sono andate a votare dopo la fine naturale delle legislature.
Ecco allora che Mattarella ha mostrato saggezza, affidando le redini del Paese a un governo tecnico di alto profilo, scegliendo come premier Mario Draghi, già presidente della Banca centrale europea e personaggio molto apprezzato a Bruxelles. Tanto che il suo nome sarebbe ben visto sia dalla destra sia dalla sinistra, così da compattare un Parlamento che mai come adesso, con una pandemia in corso, ha dimostrato di essere davvero irresponsabile.
Mario Barbato
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