La regola dell’oltre. Dio non risponde alle mie richieste?

image (20)È così Dio non risponde alle mie richieste, preghiere su preghiere, digiuni su digiuni, rinunce, richieste d’intercessione nel nome e per il sangue di Gesù.

O Signore apri questi cieli di rame, pioggia di benedizioni possa scendere sulla mia casa, sui miei famigliari, sui miei fratelli e su di me.
Sono un servo fedele Signore, osservo il giorno del tuo riposo, seguo la chiesa, leggo tutti i giorni la tua parola. Medito e studio gli insegnamenti del mio Pastore.
Con impegno sto modificando quegli aspetti del mio carattere che non sono consoni ai tuoi insegnamenti, con sacrificio, Signore.
Modifico i miei istinti carnali, cerco di non dare ascolto a quella sete di cose del mondo che si fa a volte sentire. Predico il tuo nome Signore, predico la tua parola e lo faccio senza vergogna. Sono disponibile verso i miei fratelli, umile nei servizi.
Ma il Signore non risponde alle mie preghiere. Cos’ho Signore che non va bene? Qualcosa di occulto nel mio interiore? Forse non mi ami, Signore? O il mio peccato è stato così Peccante!
Forse non vuoi avere niente a che fare con me?
Eppure mi hai cercato, hai toccato il mio cuore. Ho sperato che tu volessi mettermi sulla giusta via e spero ancora di saper rispondere alla tua chiamata, affinché un giudizio negativo non sia nelle tue mani per me.
DIO NON VUOLE SORREGGERTI?
Ci sono dei passi nella parola che mi hanno dato da riflettere. Sono quei passi che narrano di come Dio non interviene per soccorrere il proprio popolo. O di come non interviene “tempestivamente” uomini da Egli stesso scelti, a Lui graditi, votati ad un Ministerio o ad una Missione particolare.
Deuteronomio 32: 50-51 – Tu morrai sul monte sul quale stai per salire e sarai riunito al tuo popolo, come tuo fratello Aronne è morto sul monte Or ed è stato riunito al suo popolo, perché mi siete stati infedeli in mezzo ai figli d’israele, presso le acque di Meriba a Cades, nel deserto di Sin, in quanto non mi avete santificato in mezzo ai figli d’israele.
Se persino Mosè, uomo per eccellenza del Signore viene chiamato infedele, che mai faro io?
Dio riserva un gran privilegio a Mosè lo seppellisce lui stesso sul monte Nebo, ma non lo farà entrare nella promessa a causa della sua infedelta.
Deuteronomio 34: 6 – Il Signore lo seppelli nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet-Peor; e nessuno fino ad oggi ha mai saputo dov’è la sua tomba.
I DUE ASPETTI DI QUESTO RAGIONAMENTO SONO:
Primo – Le prove in quanto tali devono essere compiute fino in fondo, una gara per essere valida va corsa fino alla fine.
Come saprò se puoi sollevare cento chili se non te li metto sulle spalle?
Come potrò saper se resisterai fino in fondo alla maratona? Così, ti ho fatto correre mille chilometri perche la gara breve ti porti onore.
Come saprò se potrai essere lavorato con il martello, come oro puro, se non avrai resistito nel crogiolo del Signore.
Tutto ciò non perché il Signore venga in contro ai nostri bisogni, ma perché il Signore ci permetta di operare al suo servizio, la prova va provata!
DAL CULTO DI DOMENICA 23 OTTOBRE 2013
Il Signore è alle porte; quando combatti il male, il male ti combatte, vuole ucciderti spiritualmente e anche fisicamente.
La parte peggiore del peccato è “essere tiepidi”. Imboccare la via invece, significa trovare la Grazia, il contatto con l’organo superiore, lo Spirito.
Certo è possibile inciampare, anche cadere, il Signore ti solleverà ti tenderà la sua mano, ma non correrà la tua corsa. Lo ha già fatto.
Dunque al traguardo si vedra.
Secondo – Dio lascia che alcuni uomini attraversino grandi afflizioni, anche la morte, a motivo della sua gloria.
1Cor 13:12 Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto.
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Francesco Blaganò | notiziecristiane.com

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