di Agostino Masdea – “Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza”. Giacomo 1:2-3
Le nostre prove non sono mai una punizione divina, piuttosto sono il mezzo che Dio usa per bruciare gli ostacoli che ci impediscono di camminare nelle Sue vie ed essere come Egli vuole che noi siamo.
Ci sono delle cose in noi e fuori di noi che solo il fuoco può bruciare o eliminare. Situazioni che possono condizionarci, relazioni e rapporti che non sono graditi da Dio, attività o affari che sono un ostacolo alla nostra crescita spirituale, forme di orgoglio, aspetti negativi del nostro carattere, sentimenti che ostacolano l’opera dello Spirito Santo nella nostra vita…
Come abbiamo detto nella meditazione di ieri, nel fuoco di quella fornace quei tre giovani ebrei fecero un’esperienza così intima e così unica col Signore che mai avevano fatto prima di allora: il Figlio di Dio era lì, insieme a loro, in mezzo al fuoco.
Il Signore non ci lascia mai soli e non ci abbandona nella prova, ma ci sostiene e ci da forza. E se rimaniamo fermi nella fede, Egli si glorifica tramite noi. Tutti dovettero riconoscere che il Dio di quei tre giovani era il vero Dio. “Neppure l’odore di fuoco si era posato su di loro” dice la Bibbia.
L’apostolo Pietro si esprime con queste parole: “voi esultate di una gioia ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime”. Si sta riferendo alla fede provata col fuoco, ma che ne esce raffinata come l’oro. (1 Pietro 1:8-9)
Anche l’apostolo Giacomo nel primo capitolo della sua lettera tratta questo soggetto, e ci incoraggia a tenere un atteggiamento positivo nella prova, consapevoli che essa produce perseveranza.
“Ci liberi o non ci liberi”… ci guarisca o meno, ci dia o ci tolga…”; non è facile, ma in ogni cosa dobbiamo sempre essere pronti a dire: “Benedetto sia il nome del Signore”.
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