Mi rivolgo ai credenti, perché è ovvio, per parlare di preghiera bisogna, principalmente, parlarne a coloro che in qualche modo pregano e credono nella preghiera.
Le persone che si rivolgono a Dio sono tante e tutte diverse, l’ uomo dal suo intimo cerca un contatto … Ci rivolgiamo a Dio in modi diversi, ma la preghiera appunto resta il più congeniale di tutti.
Essa prevede che per qualche momento abbandoniamo la “carne” di spontanea volontà ci appartiamo dal mondo per rivolgerci con lo spirito a Dio.
Entriamo in un luogo che non è fatto di mura, lì cerchiamo il nostro incontro con l’eterno. Ci isoliamo dal frastuono, dal caos del quotidiano per cercare un momento d’intimità con noi stessi e con Dio.
Ciò che ci spinge è senz’altro la fede, altrimenti dovremmo pensare di essere matti per metterci a parlare con il vuoto, con il nulla. Spesso è il bisogno della stessa fede a suscitare in noi la preghiera, vogliamo credere e per mezzo della fede veicolare le nostre richieste all’altissimo.
Sofferenza, dolore, gioia, bisogno di amore o un forte desiderio di accostarci a Dio per comprendere il senso e l’essenza della vita.
È una scelta volontaria, nessuno ci obbliga, forse qualcuno ci insegna, la tradizione ci induce, ma al fine resta una nostra scelta. Da bambini siamo spontanei, come da adulti … dovremmo essere consapevoli!
CHIACCHERE E TABACCHIERE DI LEGNO…
Cita un famoso detto popolare, ovvero cose prive di valore.
Spesso parliamo a Dio, raccontandogli (come ad un amico) le cose della nostra vita, del nostro quotidiano.
Dispiaceri, malattie, desideri più o meno sensati del nostro cuore. Non che rivolgersi a Dio sia male, anzi! Dio ama un cuore umile e sincero, proprio come quello di un bambino, ma spesso vediamo che le nostre preghiere restano disattese.
Preghiamo per guarire, o perché qualcuno guarisca (ottima cosa) preghiamo per i nostri figli o per il coniuge, preghiamo per il lavoro, preghiamo per sconfiggere la paura. Preghiamo con ideali alti, contro la guerra o la violenza. Preghiamo per la fame nel mondo, preghiamo per la creazione che soffre, ma Dio non ci ascolta…è disattento. Forse che Dio non ha il ” polso” della situazione? direi che a Dio stanno a cuore tutte queste situazioni, la nostra salute, o il creato, la fame come la pace, potrebbe ” riparare” queste cose con un soffio. Perché se glie le chiediamo noi non le fa!
A volte invece la preghiera è un modo di dire, di fare….” Ti prego Signore fa che non incontri quella persona ….ti prego che arrivi il bonifico, ti prego dammi la pazienza di sopportare mia moglie, ti prego per un terno al lotto, ti prego…ti prego…ti prego.
Il massimo dello stupore, personalmente, lo raggiungo quando vedo i giocatori di calcio, professionisti da milioni di euro, pregare il Signore per calciare un rigore! Posizionano la palla e indietreggiando di qualche passo, si fanno il segno della croce e vai! Anche il mondiale di calcio è nelle mani di Dio.
“Ma come” mi dico “il Dio grande dell’universo, che governa i pianeti, il vento, le maree, la vita di miliardi di uomini, le stelle come la flora e la fauna….Dio che sposta la faglia di S.Andrea avvicinando i continenti, che genera continua evoluzione e la crescita costante di tutto il cosmo… Dio, dovrebbe pensare al tuo rigore? certo a Dio nulla è impossibile! ama anche sorridere, magari fa battere la palla sulla traversa. Ma dico “se sei tanto campione fallo tu questo goal!” e perdonatemi l’ironia alla fine la partita chi l’ha vinta la squadra o il Signore.
Tutto ciò avviene come se Dio non avesse orecchie, ma non è così, Dio ci sente benissimo e ode il più piccolo suono nell’universo e … Immagino che spesso si chieda che cosa veramente vogliamo da Lui?
Sal 93:9 Chi ha formato l’ orecchio, forse non sente?
Chi ha plasmato l’occhio, forse non guarda?
A volte ripetiamo preghiere all’infinito, filastrocche o tiritere, litanie interminabili per ottenere cosa poi? il favore del Signore?
A me capita che se qualcuno mi ripete per più di due volte la stessa cosa gli dico: “scusa, guarda che ho capito!”
Per ogni cosa per ogni intoppo c’è una preghiera, ma poi, ci crediamo nella preghiera? Ma sopratutto conosciamo colui a cui rivolgiamo le nostre preghiere, diamo qualcosa per questa amicizia, per questa relazione?
Forse pensiamo che Dio ascolta e accontenta le preghiere di tutti, comunque! Forse siamo convinti di ottenere esaurimento soltanto perché preghiamo? Soltanto perché siamo cristiani, ciò mi ricorda quei pessimi figlioli che dicono ai padri ” non ti ho chiesto io di mettermi al mondo, ora devi provvedere a me in ogni cosa!” Forse Dio ci deve qualcosa?
LA CONFESSIONE SPONTANEA – UNA PREGHIERA EGOISTA.
Certo è una dichiarazione sincera ciò che ci occorre, raccontare al Signore le verità del nostro essere.
Desideri reconditi e malefatte continue, pentendosi per l’ennesima volta, piangendo davanti all’altare della preghiera.
2Cr 7:14 se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese.
Come mi sento bene dopo aver confessato tutto, mi sono tolto un peso. Guardarsi allo specchio è importante, aiuta a comprendere qual’è la realtà e quali dovrebbero essere i cambiamenti.
Il Signore mi perdona? Dio mi ha perdonato? Ma certo che ti ha perdonato! Egli non ha un problema con il perdono se noi ci disponiamo correttamente nei suoi confronti.
“Dice a me di perdonare settanta volte sette, figurati se non perdona Lui che ha dato il suo unigenito figliolo per il perdono”. E poi…tutto a posto?
Quando prego elenco specificatamente tutte le mie trasgressioni…anche quelle che non conosco, gli intoppi generazionali che crediamo di avere ereditato e basta, ma ai quali partecipiamo per una naturale propensione, senza neanche opporci più di tanto.
La semplice soluzione è: io prego Dio farà! peccato che Dio non farà nulla di ciò che ci aspettiamo, magari di più! Ma non quello che ci aspettiamo e non nei tempi e nei modi che vorremmo.
Egli non modificherà la nostra vita, le nostre scelte, poiché ci ha dato un discernimento perché lo facessimo da soli, scegliendo il cammino giusto a motivo dell’amore che proviamo per Lui.
A cosa ci servirà una preghiera dove non faremo niente di più che esporre i fatti nostri, senza una reale volontà di cambiamento, e come farò a cambiare se non so in realtà chi sono e come farò a sapere chi sono se non conosco ciò che Dio ha voluto creare in me?
Si! aprire il cuore a Dio è una cosa buona, utile, ci dispone perché Dio possa operare in noi, ma non al solo fine però, di fare qualcosa per noi stessi.
LA PREGHIERA EFFIMERA
Pregare è un modo di porsi verso il Signore, lontani dal quale non c’è risposta.
Un detto mondano dice che “chiedere è metà ottenere” la Bibbia risponde “chiedete male per spendere nei vostri desideri”.
In molte citazioni bibliche troveremo scritto:” la tua fede ti ha salvato” se viceversa ci accosteremo a Dio privi di fede la nostra preghiera non troverà alcun riscontro, ovvero: è indispensabile avere una relazione con Dio, entrare in contatto con Lui attraverso una profonda adorazione con la fede, perché la nostra preghiera abbia un senso in seno alla volontà di Dio.
Le nostre benedizioni, le nostre guarigioni, i nostri benefici in genere, si trovano nella volontà di Dio per noi.
Cioè noi potremmo pregare per qualcosa che desideriamo, convinti che sia il nostro bene, volere intensamente qualcosa che il Signore non vuole per noi, potremmo pregare per spingere la nostra vita in un luogo dove il Signore sa che ci faremo del male.
Questo vale per coloro che hanno un cuore vero davanti al Signore, coloro i quali accettano la riprensione, che con discernimento si accorgono dell’amore con il quale Cristo li guida e a costo di provare sofferenza, con fede non privi di sforzi conducono la loro battaglia.
Per chi invece desidera la “soluzione di un problema” c’è la bontà di Dio, che non manca mai. Si Dio è buono e farà ciò che chiedi, ti darà opportunità perché tu apra gli occhi, salvo aspettarsi mille ricadute. L’uomo ogni volta che guarisce (senza aver conosciuto la fonte della guarigione) torna all’origine del suo male…tradizione, generazione, malvagità di cuore. Fino a quando l’ora del giudizio renderà effimera ogni sua preghiera.
IL CULTO DEVOZIONALE.
1P 2:9 Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce;
In verità la vera preghiera non ha altro scopo che stare in comunione con Dio, cercarlo, conoscerlo, aspettare una parola, una Sua rivelazione su di Esso.
La vera richiesta è che Dio si accosti a noi, che possa farci conoscere il Suo pensiero, il Suo cuore, la preghiera è: desidero conoscerti. Disporsi a ricevere indicazioni, più che fare richieste. Dio sa!
Sa ciò che cosa vogliamo raccontargli dei nostri intoppi, dei difetti, dei bisogni. Ma, come può avvenire questa elargizione di sostegno, questo emanare benedizioni verso la nostra vita, se non c’è un contatto.
L’albero della vita ha una fioritura del continuo, e del continuo produce i suoi frutti e i suoi frutti sono benedizioni perenni, abbondanti.
Ap 2:7 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: Al vincitore darò da mangiare dell’ albero della vita, che sta nel paradiso di Dio.
Ap 22:2 In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall’altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni.
Ap 22:14 Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all’ albero della vita e potranno entrare per le porte nella città.
Nella preghiera noi ci accostiamo al Signore ci poniamo all’ombra delle Sue ali (come cita il salmo) la dispensazione della benedizione non è propriamente “a te si! E a te no!” (non sei stato tanto buono) ma è in relazione a quanto ci avviciniamo a Dio per ricevere, per conoscerlo e per averne timore…e lì sotto le tue ali troveremo rifugio.
Come Cristo è nostro intercessore, Egli insegna a noi la medesima cosa. Ovvero cercare il volto di Dio perché la Sua luce possa trasparire da noi verso altri, perché tramite la nostra fede ricevano, benedizioni, guarigione, vita eterna.
Siamo dei “conduttori” come potrà il filo tra la presa e la spina non sentire la scossa?
Mc 2:4 Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico.
Di certo quegli uomini per compiere un simile gesto conoscevano bene chi era Gesù.
Lo scopo della preghiera è quello di incontrare la profondità del cuore di Dio e certo questo prevede rinunce, modifiche, e molti aggiustamenti nella nostra vita… che non possiamo chiedere a Lui. Non direi un rigore, quanto un modo specifico
Che senso avrebbe ciò: …”cambiami affinché possa conoscerti”. No! È una cosa che non “suona” bene, purificati e mi conoscerai ha più senso.
Sappiamo si, che il Signore è buono, Egli non mancherà di rispondere positivamente alle nostre richieste, ci guarirà, ci sosterrà, ci renderà oggetto della sua pietà e della sua misericordia, questo certamente solo perché Egli è buono, ma queste bonifiche sono solo per la nostra vita materiale. Se la nostra richiesta è per la vita materiale, la Sua risposta sarà per la vita materiale, e niente di più.
Quello che veramente potrebbe sollevarci da tutti i pesi non lo cerchiamo davvero, la comunione per accostarci alla grazia, alla salvezza.
Per questo la preghiera, quella profonda è qualcosa di intimamente diverso. È un rito al quale ci si accosta con timore, nessuno si avvicinava al monte Santo, il rischio era di morte.
Eso 34:3 Nessuno salga con te, nessuno si trovi sulla cima del monte e lungo tutto il monte; neppure armenti o greggi vengano a pascolare davanti a questo monte».
Difatti noi ci accostiamo a Dio attraverso Gesù.
E questa è la benedizione che si riceve accostandosi a Dio, Egli ci dà delle disposizioni affinché non ci mettiamo in opposizione alla sua volontà per noi. In sua presenza, in comunione non c’è bisogno di richieste.
Ogni cosa è positiva, benefica, ogni guarigione, è senza richieste, ed abbonda in ogni campo. È spontanea, come un frutto nel suo tempo, priva di sforzi e di attese.
È l’amore che emana da Dio in ogni tempo, al quale si può accedere semplicemente, senza mettere ostacoli, e a volte gli ostacoli…sono le nostre stesse preghiere.
Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com
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