Quell’immagine impressa nella nostra mente fin da bambini che ci ha accompagnato per tutta la vita. Noi, piccoli bambini che, per ordine dei nostri genitori, messi in ginocchio a fianco al nostro letto, con le mani unite e occhi chiusi, raccolti per pregare a Gesù bambino o la madonnina. Una filastrocca imparata a memoria e poi a nanna. Cosa invece difficile da fare per i nostri genitori, perché proprio loro non pregavano affatto. Forse pensavano che i ragazzi vengono ascoltati da Dio, e per questo ci insegnavano a dire le preghiere. Infatti, siamo cresciuti poi che non sappiamo pregare più, l’innocenza insieme con la purezza sono sparite, e con loro sono sparite anche le nostre preghiere a Gesù. Per questo, quando troviamo qualche persona che sa un po’ sulle cose di Dio, gli chiediamo di pregare per la nostra vita e per i nostri problemi.
“Fratello prega per me, ne ho tanto bisogno” – “Pregate per la mia famiglia abbiamo bisogno di un miracolo”. E’ giusto che altri preghino per noi, lo dice la Parola di Dio, ma è anche giusto pregare prima noi, per noi stessi.
La Bibbia non dice che, bisogna piegarsi sulle ginocchia, anche se è un atto reverenziale. Non dice neppure che dobbiamo chiudere gli occhi e unire le mani, anche se farlo non è una brutta abitudine. Ma quello che è importante nella preghiera è, avere un giusto atteggiamento di spirito. Il Signore non risponderà mai alle preghiere superficiali. Non risponderà mai alle preghiere dubbiose. Il Signore risponderà alle preghiere fatte con fede, se rientrano nella Sua volontà.
Avere un cameretta per la preghiera è una buona cosa, avere un posto dove isolarsi e stare con Dio, è ottimo. Ma Dio ascolta anche le preghiere fatte in maniera non ordinaria. Si può pregare guadando il cielo o guardando il pavimento, seduti e sdraiati. Con gli occhi chiusi e con gli occhi aperti. Camminando o viaggiando in bus. Si può essere raccolti e pregare Dio in mezzo al chiasso e in mezzo alla gente, al mercato o altrove, purché possiamo avere nella nostra anima comunione con Dio. Si può parlare con Dio come si parla ad un amico. L’amico lo vedi con gli occhi fisici, e vedi che ti ascolta, Dio lo vedi con gli occhi della fede ma più dell’amico che vedi fisicamente, Dio ascolta ogni minima tua parola. Spesso risponde subito e a volte ci vuole più tempo, ma risponderà sempre a chi lo fa con il giusto atteggiamento. A volte il Signore risponde quando abbiamo ancora la preghiera sulle nostre labbra, quando ancora non abbiamo finito e detto amen! Come fece con il Centurione Romano (Matteo 8:15), oppure con la donna cananea (Matteo 21:28). Se non credi o sei superficiale, Dio non risponderà alla tua preghiera. “Dio risponde alla preghiera del giusto fatta con fede” (Giacomo 5:15). E poi, quando chiediamo a Dio qualcosa, bisogna desiderarla ardentemente e pensarla già di averla.
C’era una donna che quando apriva la finestra la mattina si ritrovava di fronte una montagna che l’opprimeva il panorama, e diceva spesso a se stessa: “Pregherò fino a quando non sarai estirpata e gettata in mare, come disse Gesù”. Il giorno seguente, apri la finestra e rivide la montagna al solito posto, e disse: “Ah, io lo sapevo che anche stamani stavi ancora qui!”.
La classica credente che pregava, ma non credeva che il Signore potesse operare nella sua vita. E se non impari ad avere fede, non imparerai a pregare mai. Ho visto sui Web, che hanno insegnato perfino ai cani a pregare, o meglio mettersi in postura per pregare. Così sono tante persone hanno solo la postura del pregare, ma non sanno pregare perché non conoscono a “Chi” pregare. Perciò, per l’umanità la preghiera rimane un grande mistero. C’è chi prega alle statue, chi agli idoli di ferro, di legno e di ceramica, o chi prega agli animali o agli uomini, vivi o morti, mentre Dio stesso dice che bisogna pregare solo a Lui:
“Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità” (Giovanni 4:23-24).
I cattolici, per esempio ignorando completamente le parole di Gesù in Giovanni 4:23-24, si rivolgono alle statue o a degli uomini morti che, non hanno più contatto con il presente secolo, pensano di poter arrivare a Dio mediante questi, seguendo una linea puramente umana e sciocca. Dio è Spirito e lo si può pregare solo con il nostro spirito mediante la nuova nascita, tutto il resto sono pure follie e bestemmie.
La preghiera si acquista mediante la fede, e la fede mediante l’ascolto e la meditazione della Parola di Dio. La preghiera è per il cristiano come l’aria lo è per i polmoni, se non c’è aria i polmoni vengono meno e si muore. Così è di chi non prega, senza la preghiera non c’è comunione con Dio, e senza comunione con Dio c’è la morte.
Un uomo che prega è più forte di un milione di soldati armati fino ai denti. Quando un uomo prega l’inferno trema dalla paura, perché conosce Colui che può fare cose tremende mediante la preghiera di un uomo”giusto”. I grandi risvegli non sono nati mai nelle grandi chiese, ma nascono sempre dai cuori di persone umili. I fratelli Wesley, John e Charles, fermarono una guerra tra la Francia e l’Inghilterra, restando sulle loro ginocchia e con mani tese verso il cielo, implorando a Colui che può tutto.
Come Mosè, dovremmo avere sempre le braccia alzate per far piovere clemenza e misericordia sul popolo di Dio. Il popolo di Dio perde quando ha le braccia abbassate, allora la sconfitta e dietro l’angolo, ad ogni passo. Le braccia abbassate è segno della pigrizia, perché vuol dire che l’uomo è più interessato ai fatti della terra e non a quelli di Dio.
Il non saper pregare, o il non voler pregare è un fatto che coinvolge anche i credenti. Se il mondo è in un grande travaglio, se il mondo soffre infinite ingiustizie, se l’immoralità a preso il sopravvento, amici, fratelli, la colpa è anche di chi si dice cristiano e non prega come dovrebbe. Altrimenti il nemico non l’avrebbe vinta come gli sta capitando spesso ai nostri giorni. Il fatto che tutto è scritto, non significa che incrociamo le braccia e aspettiamo il ritorno di Gesù. Quello che dovrà accadere accadrà ma noi non siamo esenti da responsabilità, no! Dio aveva anteveduto la poca fede e la poca consacrazione dei cristiani sulla terra negli ultimi giorni, ma ciò non toglie che siamo chiamati a pregare e a intercedere per gli uomini. Noi cristiani siamo i primi responsabili di questo mondo malato, perché possediamo un’arma potentissima che non sappiamo usare o usiamo molto poco, la preghiera.
Non dimentichiamoci mai di quello che faceva Gesù quando era fra gli uomini sulla terra, si ritirava dalla folla per pregare e acquistare forze nuove. La vita di Gesù fu un continuo pregare e una continua comunione con il Padre, fino al Calvario. Quando più noi che siamo deboli abbiamo bisogno di pregare con molta più frequenza. Gesù non ne poteva far a meno? Allora neanche noi possiamo farne almeno. Quindi, preghiamo!
Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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