La “pazienza” di amare oltre il limite della sofferenza

Dopo una lunga settimana di ricchi impegni che hanno svuotato le mie energie fisiche e straripato i confini della gioia, mi ritrovo ad incontrare il mio animo desideroso di far luce su nuove riflessioni che gemmano nell’albero sempre più rigoglioso della mia vita.
E’ da giorni che ruotano nei pensieri alcune parole: sofferenza che fa rima con pazienza, che a sua volta ne richiede dell’anima grande capienza, abbandono alla speranza che miete solo abbondanza…
Al centro di ogni pensiero c’è Dio, amore puro viaggiante nella dimensione senza ne tempo ne spazio e che pretende quell’alleanza con i suoi figli per aprire le porte dell’immenso.
Tra Dio e quelle porte di ognuno di noi c’è la sofferenza, come strumento per levigare gli animi e per elevarli in atmosfere sempre più elevate.
Perché ho toccato e sentito Dio sfiorando la sofferenza più incontenibile tra i miei pazienti? Perché ho trovato più luce negli occhi velati di chi compie gli ultimi passi rispetto chi ha solo un mondo terreno in mano ed un albero spoglio di frutti?
Perché Dio continua ad essere più vivo che mai, e che ognuno lo cerca ovunque tranne che nel proprio cuore e nelle rughe di dolore dei fratelli o in ogni pensiero del creato.
L’abbandono alla volontà di Dio chiede un tempo che si chiama attesa nella speranza, che ha come compagna e sostegno la pazienza di raggiungere i propri desideri.
La pazienza fortifica perché nell’attesa emergeranno tutti i doni dello spirito santo con i quali potere riedificare noi e pertanto il tempio di Dio, perché scopriremmo la fragilità umana e nel contempo la potenza di Dio, Perché nell’attesa sapremmo guardare sfumature in più dentro ed intorno a noi.
Per quanto io creda che i disegni divini che noi chiamiamo destini siano già predefiniti, credo anche nella possibilità di ascolto del Dio padre ad un’incessante e sentita preghiera tra Lodi, ringraziamenti per esserci ancora, e desiderio di aver alleggerito il bagaglio della sofferenza.
Dio non dimentica, ascolta instancabilmente i bisogni dei suoi figli ma nel contempo cerca strade che permettano loro di rialzarsi ad ogni caduta se puntano gli occhi costantemente al cielo.
Dio stesso si è fatto carne per patire e mostrare sofferenze disumane… per aprirci alla comprensione senza tentativi razionali di risposta, che la sofferenza e’ parte dei nostri passi… ma tra quei passi non mancano di certo i colori e le armonie di chi si pone ad ascoltare la vita.
Cosa e’ la felicità? Il riscontro dei propri desideri ed una vita piena di agi? Perdemmo Dio come filo conduttore del nostro cammino che sarebbe avvolto nel più tetro buio…
La mente…. sa mentire… il cuore dell’anima non inganna mai!
Ho il seme di Dio in me che innaffio quotidianamente per raccogliere frutti da condividere… per sentire la gioia di essere un tassello che porta luce e ristoro nei cuori.
Ed in effetti, a volte, mi sento egoista perché è solo donandomi che ricevo i paesaggi più belli nel mio cuore, tra campi fioriti, le dolci e melodiose acque, che dissetano l’animo mio incontentabile di ricevere e donare amore!

E Come ogni settimana vi lascio tra i miei versi, affinché diventino luci in più tra i vostri pensieri, come i miei a cercar verità negli occhi di chi giornalmente incontro.

Amare senza tempo

Continuità, divenire, evoluzione dell’essere, 

nulla di statico e’, 

Neanche la foglia tremante che il vento trascina via,

un viaggio infinito che porta alla ricomposizione del finito, dell’armonia del creato,

dove infiniti silenzi suonano la vita,
e dove anche quel divenir dell’alito di vento trova ristoro.

In questo paradiso di “cose” perdute e rinate,

non c’e’posto per le “cose” non dette, non osate, per le “cose” non amate.

Debora C. 

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