Atti 5:30,31 “Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati“.
Etimologia e significato: La Pasqua ebraica, chiamata Pesach (pasa’, in aramaico), celebra la liberazione degli Ebrei dall’Egitto grazie a Mosè e riunisce due riti: l’immolazione dell’agnello e il pane azzimo.
Il significato della terminologia ebraica pesach significa “passare oltre”, “tralasciare”, e deriva dal racconto della decima piaga nella quale il Signore vide il sangue dell’agnello sulle porte delle case di Israele e “passò oltre” colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani compreso il figlio del faraone (Esodo 12:21,34 “Mosè dunque chiamò tutti gli anziani d’Israele e disse loro: «Andate e prendete degli agnelli per voi e per le vostre famiglie, e immolate la Pasqua. Poi prenderete un mazzetto d’issopo, lo intingerete nel sangue che è nel catino, e con il sangue che è nel catino spruzzerete l’architrave e i due stipiti delle porte; e nessuno di voi uscirà dalla porta di casa sua fino al mattino. Poiché l’Eterno passerà per colpire gli Egiziani; quando però vedrà il sangue sull’architrave e sui due stipiti, l’Eterno passerà oltre la porta e non permetterà al distruttore di entrare nelle vostre case per colpirvi. Osservate dunque questo come una prescrizione perpetua per voi e per i vostri figli. Quando sarete entrati nel paese che l’Eterno vi darà, come egli ha detto, osserverete questo rito. Quando i vostri figli vi chiederanno: “Che significa per voi questo rito?”, risponderete: “Questo è il sacrificio della Pasqua dell’Eterno, che passò oltre le case dei figli d’Israele in Egitto, quando colpì gli Egiziani e risparmiò le nostre case”». E il popolo si inchinò e adorò. Allora i figli d’Israele andarono e fecero così; essi fecero come l’Eterno aveva ordinato a Mosè e ad Aaronne. (Decima piaga: la morte dei primogeniti). Perciò avvenne che a mezzanotte l’Eterno colpì tutti i primogeniti nel paese di Egitto, dal primogenito del Faraone che sedeva sul suo trono, al primogenito del prigioniero che era in carcere, e tutti i primogeniti del bestiame. Così il Faraone si alzò di notte, lui con tutti i suoi servi e tutti gli Egiziani; e vi fu un grande grido in Egitto, perché non c’era casa dove non vi fosse un morto. Allora egli chiamò Mosè ed Aaronne di notte e disse: «Alzatevi e partite di mezzo al mio popolo, voi e i figli d’Israele; e andate a servire l’Eterno, come avete detto. Prendete le vostre greggi e i vostri armenti, come avete detto, e andate; e benedite anche me!». E gli Egiziani sollecitavano il popolo per affrettarne la partenza dal paese, perché dicevano: «Moriremo tutti quanti». Il popolo portò via la sua pasta prima che fosse lievitata; avvolse le sue madie nei suoi vestiti e se le mise sulle spalle“).
La Pesach, cioè Pasqua, indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l’inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa.
Con il cristianesimo la Pasqua ha acquisito un nuovo significato, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a risorgere con Gesù. La Pasqua cristiana è quindi la chiave interpretativa della nuova alleanza, concentrando in sé il significato del mistero messianico di Gesù e collegandolo alla Pesach dell’Esodo cap. 5. Perciò, la Pasqua cristiana è detta Pasqua di risurrezione, mentre quella ebraica è Pasqua di liberazione dalla schiavitù d’Egitto.
I diversi significati cristiani:
Il significato della Pasqua arrivò molto lentamente a riempirsi dell’intero mistero cristiano, ma sin dall’inizio ebbe più accezioni. Tale pluralità comincia già nei Vangeli, anzi, «la diversificazione più originaria della Pasqua nasce proprio qui: nel grado e nel modo diversi con cui essi “pasqualizzano” la vicenda di Gesù, presentandola come antica Pasqua». Infatti, i tre sinottici pasqualizzano l’Eucarestia, cioè vedono nella cena il momento in cui la Pasqua di Cristo sostituisce la Pasqua dei Giudei e il ricordo della morte del Figlio sostituisce il ricordo del Passaggio, evidenziando l’immolazione mistica del cenacolo.
Giovanni invece pasqualizza tutta la vita di Gesù, trovando continue corrispondenze tra questa e l’esodo del popolo d’Israele, ma alla fine pone l’accento sulla Passione, cioè sull’immolazione reale dell’Agnello di Dio che muore in croce e torna al Padre.
La Pasqua cristiana o biblica evoca l’adempimento delle Sacre Scritture, l’instaurazione della nuova alleanza e l’ascesa ai cieli di Gesù Cristo che vive e regna sovrano come Re nei cieli e su tutta la terra tutti i giorni e per l’eternità (1 Corinzi 15:3,4 “Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture“; Giovanni 20:1 “Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro“; Matteo 28:2 “Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa“; Giovanni, 20:11,12 “Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù“; Marco, 16:5 “Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura“).
La Pasqua della chiesa di Roma si è allontanata, in molti versi, dalla Scrittura per fare posto alla tradizione che vede ogni anno Gesù morire in croce per poi risorgere sminuendo così il sacrificio dell’Agnello che è stato un atto unico e definitivo e cosa ancora più grave non lo riconosce come Re che da oltre duemila anni è vivo e regna supremo e sovrano. Essi hanno anche la tradizione del dono delle uova. A Pasqua c’è l’abitudine di regalare uova di cioccolato, in realtà quest’abitudine è nata con il tempo, ma all’inizio si regalavano uova vere, con il guscio colorato e con il significato di rinascita e che la vita ricomincia.
Conclusioni: Tutte le profezie bibliche sul Messia si sono adempiute (Isaia 9:5-6 “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora e per sempre: questo farà lo zelo del SIGNORE degli eserciti“; Filippesi 2:9,11 “Perciò anche Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature (o cose) celesti, terrestri e sotterranee, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre“).
Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com
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