LA NOSTRA CASA È IN FIAMME

Di Angelo Currò, staff di Porte Aperte in Italia

Penso – e soprattutto spero – che poche persone possano comprendere a pieno il senso di queste parole.

Durante gli incendi a Maui, Hawaii, lo scorso agosto1,  da alcune interviste emergeva la sensazione che il fuoco non si era limitato a distruggere le abitazioni – e ciò che contenevano – ma la vita stessa delle persone. Sì, la casa è in qualche modo estensione della nostra stessa vita.

Ripeto, solo chi ha vissuto un’esperienza del genere può comprendere a pieno il significato delle parole: la nostra casa è in fiamme.

E se a bruciare fossero tante case? Un’intera città? Ci avviciniamo così all’esperienza vissuta dagli abitanti di Giuda, i quali videro distrutta ed arsa la città2.

Che spettacolo desolante.

E se a bruciare fossero le case di un’intera regione?

La nostra casa è in fiamme, è l’espressione utilizzata durante il lancio internazionale della campagna Arise Africa3. Non si tratta solo di parole, metafore né tantomeno di un’iperbole. L’Africa è in fiamme. La chiesa africana è in fiamme, ma nel senso che è data alle fiamme, specialmente nell’Africa subsahariana.

Gli edifici utilizzati come luoghi di culto vengono incendiati, così come le abitazioni, i villaggi e le città dei cristiani. Chilometri e chilometri di devastazione. Più di quanto sia possibile condividere o immaginare4.

A quale compito Dio ci sta chiamando?

Come missione siamo già sui tetti e stiamo già gridando di fare qualcosa per il fuoco che infuria. Ma lanciare l’allarme è solo il primo passo.

Se vogliamo spegnere questo incendio dobbiamo lavorare, e farlo insieme alla Chiesa africana. Non è meramente possibile pensare di lavorare da soli. Motivo per cui da anni coltiviamo importanti relazioni con i cristiani locali5 e facciamo in modo che tali relazioni siano mantenute e curate, anche tra i cristiani locali.

Durante la conferenza abbiamo voluto equipaggiare e preparare i partecipanti per poter aiutare coloro che sperimentano violenza6 a causa della loro fede, in Africa.

Le parole di un nostro partner locale, John7, sono molto eloquenti: “ci sentiamo equipaggiati in maniera migliore per la battaglia. Quello di cui abbiamo parlato durante la conferenza ci ha dato gioia e ci ha fornito anche gli strumenti per poter affrontare le nostre sfide. Il terrorismo sta diventando un problema per tutta la nazione, la Chiesa è sotto attacco. Si tratta di un piano demoniaco per estinguere la Chiesa”.

John ha partecipato alla conferenza insieme ad altre persone della sua regione, tra cui pastori, avvocati e giornalisti: “prima di andare via vorrei iniziare a pianificare insieme a loro il modo in cui possiamo rendere fruibile questa campagna nella nostra regione. I membri del team erano molto contenti, specialmente gli avvocati e i giornalisti. Si sentono equipaggiati in maniera migliore. Sono certo che la nostra battaglia adesso sarà differente”.

Da decenni siamo impegnati a sostenere la Chiesa africana8. La sfida e gli obiettivi che ci stiamo ponendo per i prossimi quattro anni sono molto impegnativi. Crescono le sfide, cresce la violenza, crescono le difficoltà, cresce il numero delle persone da aiutare, aumentano i costi. Potrebbe esserci il timore di non riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati9 e, in questo caso, sarebbe facile perdere la motivazione iniziale.

Ma, se il tuo Dio o la tua visione non ti spaventano, allora il tuo Dio o la tua visione sono troppo piccoli10.

https://www.fedepericolosa.org/la-nostra-casa-e-in-fiamme/


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