“Allora i farisei si ritirarono e tennero consiglio per vedere… di coglierlo in fallo nelle sue parole. E gli mandarono i loro discepoli con gli erodiani a dirgli: «Maestro, noi sappiamo che sei sincero e insegni la via di Dio secondo verità, e non hai riguardi per nessuno, perché non badi all’apparenza delle persone. Dicci dunque: Che te ne pare? È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, disse: «Perché mi tentate, ipocriti? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli porsero un denaro. Ed egli domandò loro: «Di chi è questa effigie e questa iscrizione?» Gli risposero: «Di Cesare». E Gesù disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio». Ed essi, udito ciò, si stupirono e, lasciatolo, se ne andarono.” Matteo 22:15-22
All’epoca di Gesù Cristo, gli Erodiani dovevano essere una piccola fazione, fedele al tetrarca Erode Antipa (-4aC-39dC), come possibile candidato per occupare il trono di Israele, tenuto già prima da suo padre Erode il Grande. Probabilmente non appartenevano alle forze della giustizia, altrimenti i farisei se ne sarebbero serviti per cercare di intimidire Gesù, piuttosto che tendergli trappole.
Andarono da Gesù per coglierlo in fallo, per tentarlo.
Emerge in questo testo la saggezza di Gesù. Una risposta che spiazza gli avversari. Una risposta che non lo porta né a mettersi contro il popolo né tantomeno conto l’impero romano.
Gesù indica l’appartenenza di quella moneta, una moneta che aveva su impressa l’effige di Cesare e il suo nome.
Volto e nome di Cesare, a chi apparteneva? A Cesare!
Gesù è Giustizia e non può agire diversamente!
Ciò che era di Cesare andava dato a Cesare.
Quello che però era di Dio, andava dato a Dio, ma Gesù di cosa stava parlando esattamente?
Lo scopo delle varie sette giudaiche era screditare Gesù agli occhi del popolo e metterlo nella condizione di colpevolezza per incastrarlo.
RIGUARDO AL POPOLO
Il soggetto sottointeso nelle parole di Gesù era: il popolo.
E mentre il denaro del popolo apparteneva a Cesare avendo la sua immagine, il popolo d’Israele apparteneva a Dio!
In quel periodo storico il popolo giudeo era assoggettato a Roma, doveva sottostare all’imperatore.
Vi ricordo che l’imperatore era considerato un dio. Questo dio pretendeva il governo non solo sulle tasse ma sulla vita del popolo stesso.
Il popolo però apparteneva a Dio e nessuno aveva il diritto di dominare su di esso se non fosse stato Dio stesso a permetterlo per un tempo e per una ragione.
RIGUARDO ALL’UOMO
L’uomo in sé, non era come il denaro che portava su di sé l’immagine di Cesare.
L’uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
“Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza” Genesi 1:26
Quando parliamo di “immagine” non s’intende l’immagine fisica, ma s’intende la natura. L’uomo ha in se la natura morale e spirituale di Dio, ha gli attributi divini. Ciò lo rende differente da tutta la creazione.
Questo vale per tutti gli uomini fino al giorno del peccato.
Quando Adamo ed Eva disubbidirono a Dio, questa immagine e somiglianza divina furono affievolite.
L’uomo perde la sua purezza, perde l’immortalità, perde il dominio sul creato, perde la relazione con il Padre, perde i beni della terra senza fatica, e altro ancora… fino ad essere allontanato dal giardino.
“Adamo visse centotrent’anni, generò un figlio a sua somiglianza, a sua immagine, e lo chiamò Set;” Genesi 5:3
Le cose da Set in poi cambiarono.
L’uomo era ormai lontano da Dio, senza Dio
Dio aveva previsto un piano di redenzione, di riscatto per l’uomo, un piano per riportare l’uomo, che lo desidera, nella posizione originale.
Gesù viene sulla terra per morire a causa del peccato dell’uomo e permettere a quest’ultimo di fare pace con Dio ed essere così ristabilito nel ruolo della creazione a lui designato da Dio.
Con la venuta di Gesù si ha un nuovo inizio
Gesù è venuto principalmente per:
– Ripristinare la relazione tra l’uomo e Dio
– Ridare all’uomo l’immagine e la somiglianza divina che aveva perso nel giardino
– Ridargli il dominio sul creato
Gesù viene definito dall’apostolo Paolo: “Adamo”
“45 Così anche sta scritto: «Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente»; l’ultimo Adamo è spirito vivificante. 1 Corinzi 15:45
Quando l’uomo accetta la signoria di Cristo nella propria vita e crede con il cuore che Gesù è il figlio di Dio, nonché Dio stesso, morto e risorto per i propri peccati, riceve salvezza.
Attraverso il battesimo l’uomo s’identifica nella morte e nella resurrezione di Cristo. Figura di colui che muore al peccato, al vecchio uomo e nasce di nuovo, si riveste dell’uomo nuovo.
“…Perché vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere 10 e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l’ha creato.” Colossesi 3:9-10 (leggi 2 Corinzi 3:18)
Comincia nell’uomo un processo di trasformazione, passa da portare l’immagine dell’uomo che vive nel peccato a portare l’immagine di Colui che l’ha creato.
“…e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità.” Efesini 4:24
Ecco l’uomo redento, riscattato.
– Ha fatto pace con Dio
– Ha di nuovo pienamente l’immagine e la somiglianza divina
– Ha di nuovo il dominio sul creato
E altro ancora…
Al momento della redenzione, l’uomo oltre ad essere ristabilito riceve un “marchio” di appartenenza.
“In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria.” Efesini 1:13-14
– Dopo aver ascoltato la Parola della verità
– Avendo creduto in Lui
– Avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo
– Fino alla piena redenzione (ritorno di Cristo)
– Dio prenderà con sé quelli che si è acquistati
Cristo ha pagato il riscatto per salvare l’uomo mediante il suo sangue. Coloro che riconoscono Gesù come figlio di Dio, e si sottomettono alla sua signoria, sono salvati, vengono riscattati, comprati, acquistati da Dio stesso.
Non appartengono più al regno di satana principe di questo mondo ma appartengono per sempre a Dio.
L’uomo nato di nuovo porta l’immagine di Dio e non appartiene a nessun altro dio, sia esso Cesare o chiunque altro.
I governi possono chiedere tasse, possono prendere i nostri beni ma non la nostra persona.
Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
Caldaralo Francesco | Notiziecristiane.com
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