Mi chiamo Chiara Scozzarini, ho diciannove anni e sono una studentessa gelese. Quando avevo tredici anni cominciai ad accusare dei dolori alla gamba destra. Dapprima sembrava un dolore innocuo, ma purtroppo si trattava di un tumore. Fu una notizia durissima, mi sentii molto male. Essendo troppo giovane, non riuscivo a credere che un problema cosi grave capitasse proprio a me.
Tuttavia nel mio cuore sentivo un senso di pace, perché avevo la certezza che Dio mi avrebbe guarito. Io Gli appartenevo, Gli avevo dato il mio cuore e la mia vita e sapevo che, quando Gesù era morto sulla croce, il Suo sangue aveva riscattato la vita dell’uomo non solo da ogni peccato, ma anche da ogni malattia. Ero certa quindi che Dio mi avrebbe liberato da questo male. I miei genitori mi portarono a Firenze, dove i medici, prima di operarmi, ritennero opportuno sottopormi a cinque cicli di chemioterapia. La notizia di dovere iniziare la chemio mi gettò nel panico, perché avrei perso tutti i capelli. Era una cura molto pesante e dolorosa: abbassava le mie difese immunitarie e, tra i vari disturbi, mi provocava forte nausea. Dopo la terapia feci dei controlli per accertare se le dimensioni del tumore si erano ridotte al punto da diventare operabile. L’esito fu positivo.
Cosi mi operarono e, ad intervento concluso, il medico andò a rincuorare i miei genitori dicendo che l’intervento era riuscito, che il tumore era stato asportato e che l’operazione era stata provvidenziale. Se non fosse avvenuta, infatti, avrebbero dovuto procedere con l’amputazione della gamba. Dopo l’intervento mi ingessarono dalla vita al ginocchio e ricomincia la chemioterapia (questa volta ben dodici cicli!!). Ringrazio Dio che non fu necessario fare la radioterapia né ulteriori cicli di chemio. I medici mi avevano spiegato che generalmente questo genere di tumore si espande anche ai polmoni, ma Dio non lo permise. Alla fine della cura rifeci tutti i controlli: il male non c’era più. Mi sentivo al settimo cielo ed ero molto grata a Dio che, attraverso la mano dei medici, mi aveva guarito. Ero felicissima di poter finalmente tornare a casa e riabbracciare i miei familiari e amici. Ringrazio Dio che in tutto il percorso di guarigione mi ha dato la forza di andare avanti e di mantenere accesa la speranza.
Conobbi in quel periodo molte persone che affrontavano in modo sbagliato la malattia, non avendo la pace e la serenità che avevo io.
Dopo qualche mese di convalescenza, ripresi il mio posto nel coro della chiesa, dove cantavo prima della malattia e dove ancora oggi servo Dio.
Tratto da: http://www.terrapromessagela.it/
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